Qualcuno non dovrebbe chiedere scusa a Luigi Di Prisco, presidente del consiglio comunale di Sorrento?
E’, in questi giorni di emergenza e paura per il coronavirus, un mantra continuo sulle precauzioni da adottare: mantenere le distanze tra le persone ad almeno un metro, non dare la mano, addirittura in chiesa si dispensa dal segno della pace, si invita a limitare gli incontri ed i luoghi affollati ed, inoltre, ci hanno spiegato, giustamente, in quali modalità starnutire.
Qualche giorno addietro, proprio Luigi Di Prisco, con un audio diffuso in una chat privata, in qualità di genitore e riferendosi ad altri genitori, ha raccomandato di seguire regole di prudenza per evitare il contagio da coronavirus.
Le indicazioni sono state riferite al Di Prisco, che nell’audio ne fa cenno, dal responsabile dell’ufficio prevenzione dell’Asl.
Di Prisco parla trafelato, con la voce delle bimbe in sottofondo, magari mentre passeggia o sta facendo altro. Bada alla sostanza e non guarda troppo alla forma. Vorrebbe fornire indicazioni utili a tutti i genitori che condividono la medesima chat.
L’audio è stato diffuso per ridicolizzarlo.
E così qualche imprecisione linguistica – ad esempio “tampono” al posto di “tampone” – ed una certa foga sono state utilizzate dagli avversari politici ed in diversi ambienti, compresi quelli parrocchiali, per “mettere in mezzo”, come si usa dire, il povero Di Prisco.
Ora le indicazioni che ha fornito, al netto di imprecisioni ed errori di pronuncia, sono risultate confermate da tutte le autorità sanitarie e, quindi, utili.
Possibile che si guardi sempre al dito – l’errore sulle parole – e non alla sostanza delle cose?