“Chi non sa amministrare la propria casa, non sarà mai in grado di governare”. È così che Filomena D’Auria spiega il motivo per cui ha accettato la candidatura al Senato (con Civica Popolare nel collegio Campania 3), raccontando la dimensione lavorativa e quella professionale, che non sono mai state troppo distanti da quella politica.
Chi è Filomena D’Auria?
Una donna che è innanzitutto madre, ma anche organizzatrice di eventi. Inoltre, la politica la sento nel sangue. Ho militato per anni nell’Udc e due volte sono stata candidata per il rinnovo del Consiglio comunale a Castellammare di Stabia. Sono tre parti di me che si completano e, contemporaneamente, costituiscono un supporto per la realizzazione delle altre. Essere madre ha bisogno di linfa ed energia che attingo dalla mia passione per il lavoro e il mio lavoro ha come fine ultimo la valorizzazione del mio territorio, della comunità di cui mi sento parte.
Di cosa ti occupi?
Organizzo eventi di spessore per gli enti pubblici. Lo costruisco dandogli colore e storicità, attraverso la valorizzazione dei punti di forza del nostro territorio. Per citarne solo uno, il presepe vivente dei monti lattari è nato da una mia intuizione. Sono stati coinvolti otto comuni e c’è stata una partecipazione incredibile. Bisogna puntare sui grandi eventi per creare un percorso di sviluppo trainato dalla cultura.
Perché hai deciso di candidarti?
Perché sono una che non riesce a stare con le mani in mano. Per dare qualcosa ai nostri figli, bisogna che ci rimbocchiamo le maniche. È veramente improbabile che io venga eletta, ma almeno ho dato una testimonianza concreta di adesione ad un progetto. Se poi diventassi senatrice, userei la stessa grinta e determinazione che mi contraddistingue in ogni cosa. Sono una forte e quanto più è ardua l’impresa, tanto più sento in me la spinta dell’ambizione.
Perché hai scelto Civica Popolare?
Sulla base del programma. C’è una parte che mi ha letteralmente abbagliata: “La suggestione di uno sviluppo senza regole e senza sostenibilità sociale ed ambientale non può più reggere”. Dentro questo punto c’è tutto: la necessità di avere leggi chiare e coerenti, la solidarietà sociale, l’attenzione all’ambiente e al territorio.
Quali sono le caratteristiche di un buon amministratore?
Un buon amministratore è chi non ha secondi fini. Non ho bisogno di arricchirmi, non cerco notorietà e potere, ho ben saldi i miei valori (quelli che ho ereditato e coltivato nelle mie esperienze nell’oratorio e nei vari gruppi in cui finisco sempre per essere “collante”). Voglio solo che si rinnovi la classe dirigente. Io sento di essere portatrice del mio sogno di crescita per il futuro che offriremo ai nostri giovani. E questo partito lo riflette in pieno.
Nancy De Maio