Francesco Schisano ZTL digitale: stop ai soliti furbetti

“A Sorrento la nuova disciplina della ZTL, con i varchi elettronici, ha cambiato, in meglio, il centro cittadino, con il recupero di una maggiore qualità degli spazi e  la stessa conseguente  vivibilità per residenti e turisti”.

E’ l’analisi di Francesco Schisano, giovane ed affermato imprenditore turistico sorrentino attivo nell’ambito dei servizi per l’ospitalità e la balneazione.

Perché i varchi elettronici  con i loro sistemi digitali  sono migliori rispetto alle tradizionali transenne ed il vigile presente sulle strade di accesso?

Perché c’è più ordine e maggiore vivibilità al centro ed al porto. In passato c’erano più deroghe, di fatto. Un sistema che generava confusione, al di là delle personali scelte e responsabilità. Mi spiego

Prego

Negli anni trascorsi, bastava dire: devo andare al porto. Il vigile faceva passare e poi l’automobilista non sempre e non necessariamente andava al porto. La furbizia di qualcuno creava malessere ed anche spirito di emulazione. Lo fa uno, lo fanno in molti.

Quindi, il problema era: non  tutti quelli che dicevano di andare al porto ci andavano realmente?

Magari, molti ci andavano pure, ma non utilizzavano per la sosta i parcheggi presenti, alimentando disordine nel traffico.

Oggi, invece?

 Con il nuovo sistema, chi gestisce il servizio parcheggio al porto comunica le targhe al comando vigili e solo in questo modo si evitano sanzioni. Quindi, c’è un sistema che verifica se chi deve andare al porto ci va e sosta nelle aree previste. Una città che ambisce ad essere moderna, smart ed ordinata, deve informarsi a questi criteri.

Ma c’è chi lamenta regole troppo rigide nel nuovo sistema di ztl. Non è così?

Assolutamente no. Come ho detto chi deve andare al porto, basta che rispetta le regole. Chi vuole frequentare Piazza S. Antonino, può utilizzare il parcheggio adiacente alla scuola Vittorio Veneto.  A tal proposito, Piazza S. Antonino, con il nuovo sistema è rinata.

Perché?

E’ stata restituita alla sua bellezza originaria che finalmente residenti e turisti hanno potuto riscoprire senza macchine in sosta selvaggia. Si tratta di un angolo di rara suggestione, la statua del santo patrono, l’illuminazione, il giardino, il conservatorio e l’edificio del Comune danno a questo spazio una dimensione inedita e valorizzata grazie alla pedonalizzazione di fatto che è stata introdotta mediante la limitazione del transito serale. Un discorso, questo, che non vale solo per Piazza S. Antonio.

E per chi vale, ulteriormente?

 Anche per piazza Tasso. Si è posto fine al sistema delle fioriere che divideva la piazza in due parti. Oggi, la nostra piazza è un unicum e, di fatto, la pedonalizzazione, auspicata con il collegamento meccanizzato a farsi, è stata un po’ anticipata.

Ma come operatore impegnato nel turismo, i turisti cosa dicono  su queste novità?

C’è un feedback positivo, molto positivo. Da parte di chi torna ed anche da parte di chi arriva, magari per la prima volta, ed apprezza proprio questi aspetti specifici che sono conseguenza delle nuove scelte.

Andiamo al turismo. L’eccesso di turismo – chiamato overtourism  – minaccia un po’ tutte le località. Come se ne esce?

Puntando su una maggiore qualità dell’offerta che richiama una migliore qualità degli ospiti e di cui queste scelte sono antesignane. Vivibilità e sostenibilità sono la frontiera del turismo prossimo venturo. Ed è l’unico turismo in grado di sopravvivere. Va trovato un punto di equilibrio sulla qualità della vita che è qualità degli spazi, dell’ambiente e dei servizi.

A proposito di servizi, il trasporto è una delle criticità del nostro territorio. Cosa si può fare?

Le targhe alterne non possono fare troppo, la Circum qualcosina dovrebbe fare con maggiori corse estive riservate ai direttissimi, ma il servizio è spesso sconfortante, restano le vie del mare. Una alternativa da sperimentare fino in fondo, coinvolgendo le compagnie di navigazione.

Altro problema, la carenza di organico nella filiera del turismo. Cause e rimedi

Partiamo dalle cause che sono evidenti. Le attività di somministrazione sono aumentate ed il personale è diminuito. Per la riduzione ha inciso anche il fatto che molti dipendenti si sono messi in proprio ad esercitare attività autonome nell’ambito dei servizi al turismo. Dal noleggio con conducente alla gestione di case vacanza. Tutto ciò, quando si traduce in numeri, ha il suo peso ed incide sulla carenza di organico.

Come fare?

Su questo tema devo dire che l’analisi che fa  Paolo Durante, e che ha esposto spesso sul vostro giornale, è difficilmente contrastabile. Il personale straniero o proveniente da altre località del territorio è una necessità oggettiva.

Ma come si fa a gestire le loro necessità di alloggio?

Paolo Durante ha detto di aver preso un appartamento a S. Agata, noi abbiamo provveduto con locali uso foresteria.  Sono queste le soluzioni obbligate e non rinviabili. Basta scorrere gli annunci sulle offerte di lavoro nel turismo e sempre più spesso si vede come elemento aggiuntivo per incentivare l’adesione del lavoratore  l’offerta di un alloggio.

Ma in questo modo non si rischia di far venir meno la particolare  qualità dei servizi che è parte integrante della fama di cui gode Sorrento e la penisola?

Non vedo questo rischio. Basta formare bene il personale, dargli il tempo di adattamento ed avere buoni coordinatori nei servizi. Credo che la sfida possa essere vinta, senza particolari problemi. Il modello Sorrento c’è, non è marketing, ma sostanza nella qualità dell’offerta ed è in grado di continuare ad affermarsi finchè rispetterà le persone: lavoratori, residenti e turisti. Siamo chiamati tutti a fare sempre meglio in questa direzione.  

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