Giuseppe Guida: “Vico nel disordine tra lavori a metà e tasse”

 

Lei è stato leader e promotore di Colline vicane. Un movimento nato – da una sua intuizione – per accorciare il gap esistente tra centro cittadino e borgate. Cosa resta di quell’esperienza?

Oggi quella distanza è stata in gran parte colmata. Quella intuizione – come la chiama lei – ha contribuito a diffondere in tutti i cittadini di Vico Equense, la consapevolezza della emergenza rappresentata dalla zona alta. E così si è creato il consenso necessario a favore di politiche  forti per riequilibrare il rapporto tra centro e borgate.

Uno dei protagonisti controversi di questa stagione del riequilibrio è stato Gennaro Cinque. Lei ha collaborato con lui e poi se ne è distaccato. Cosa ci dice a riguardo?

Gennaro Cinque ha fatto cose che non si erano mai viste. Per la viabilità secondaria e per dotare di strutture e servizi la zona collinare. Onore al merito. Non ho condiviso la modalità con cui ha deciso la successione, provocando caos e divisioni nella squadra che con lui ha collaborato e che lo ha sostenuto. Una divisione i cui riverberi si vedono ancora oggi.

A proposito di Gennaro Cinque è ancora oggi contestato per la modalità con cui realizza i lavori

Questa è una grossa pecca che rischia di pregiudicare quanto di buono è stato realizzato. Ad esempio i lavori fatti nel borgo di Massaquano necessitano di una verifica e di un collaudo approfondito. Non si capisce a che punto siamo e cosa c’è ancora da fare. Ci sono almeno 3 o 4 zone in cui la fogna nera sfora le grate. Per non parlare del Vescovado.

Parliamone

Per me il Vescovado rappresenta una potenzialità inutilizzata e mortificata. Il borgo va reso zona a traffico limitato, urge una revisione della rendita catastale per tutti i piani terra lì presenti e attuata una esenzione decennale dell’IMU, misura inserita in un programma comunale di contributo in conto interesse per chi volesse attivare piccole imprese artigianali nel centro storico. In questo modo rilanciamo il commercio di prossimità, valorizzando l’artigianato, offrendo a residenti e turisti nuove opportunità di shopping.

Ma spesso tra il dire ed il fare …

Guardi, a queste cose avevo iniziato a lavorare quando ero in Giunta, l’esenzione è stata riconosciuta a tante realtà municipali, ad alcune ho contribuito come consulente in prima persona. Ci sono difficoltà, come per tutte le cose, ma si può fare.

La minoranza protesta per l’aumento dei tributi locali ed in particolare per quello sulla spazzatura. Lei è una autorità riconosciuta in materia, cosa ci dice?

Il problema  della pressione fiscale locale è legata ai mancati trasferimenti statali. Vico Equense beneficia del fondo perequativo predisposto a favore degli enti locali per poco più di un milione di euro. E quel che è più incongruente è legato al fatto che il nostro Comune riceve poco, perché riesce ad incassare i tributi locali in misura consistente. Mentre altre realtà che in occasione dell’introduzione dei tributi locali ottennero  un gettito basso, beneficiano di trasferimenti maggiori.

Ma sulla tassa per i rifiuti, l’aumento c’è?

Il problema è che la tassa deve coprire per intero i costi ed i costi per il servizio sono alti. E sui costi incide il fatto che dei rifiuti si occupa un soggetto esterno.

Ci faccia un esempio

Il contratto dei dipendenti della Sarim costa il 50-60% in più rispetto allo stesso contratto fatto per i dipendenti comunali.

Ma il Comune non può gestire direttamente un servizio

E chi lo dice. Sorrento e Piano gestiscono il servizio tramite una società pubblica costituita dai due Comuni.

Che giudizio dà sull’operato della minoranza in consiglio comunale  nel corso di quest’anno?

La minoranza è amorfa. In genere l’opposizione in consiglio comunale controlla in modo severo l’operato dell’Amministrazione  o propone soluzioni. Questi non fanno né l’uno, né l’altro.

Invece, cosa pensa del sindaco in carica?

Non lo conosco bene. E’ persona onesta. Non ho ancora capito quali sono le sue capacità professionali, considerato che a tutt’oggi si è occupato solo di patronato. Comunque, sta facendo il sindaco, lo faccia al meglio.

Per le prossime elezioni chi vede come sindaco di Vico?

Gennaro Cinque, ricondotto ad una logica di programmazione e con una squadra che lo sostenga, oppure Benedetto Migliaccio che ha dato un’ottima prova di sé nel corso dell’anno in cui ha ricoperto la carica di sindaco, aprendo la città ad eventi culturali di qualità ed inserendo Vico in contesti di straordinario spessore come l’associazione composta dalle città del Mediterraneo, per non  parlare della valorizzazione dell’elemento paesaggistico con un convengo che è stato apprezzato dalla facoltà di architettura dell’università di Napoli.

E se il prossimo sindaco fosse donna, chi potrebbe essere?

Marinella Cioffi ha ben lavorato quando è stata assessore. Ha dato prova di grinta, cultura e buona volontà. Penso che vada recuperata ad una dimensione pubblica.

Massaquano, Moiano e Ticciano sono realtà a rischio sul fronte della diffusione delle droghe. La conferma ci è arrivata anche dal comandante della polizia municipale. Lei che vive nella borgata di Massaquano e conosce bene il territorio che percezione ha del fenomeno?

Condivido ciò che dice il capo dei vigili. Vedo anch’io ciò che è purtroppo sotto gli occhi di tutti. Mio fratello Antonio, già parroco di Massaquano, ha segnalato e, nei limiti delle sue possibilità, combattuto questa diffusione. Di recente ha chiesto un appuntamento al commissariato di Sorrento per ottenere un maggiore controllo sul territorio. Ciascuno di noi deve fare la propria parte. E’ per me fondamentale fare terra bruciata intorno  al business con una repressione rigorosa.

 

Prima Pizza a Vico, poi Festa a Vico con gli chef stellati. Come valuta questi eventi che hanno richiamato l’attenzione dei media e di tanti avventori?

Ogni eccesso è per me un difetto. Ben vengano questi eventi che portano gente e fanno pubblicità al territorio ed alla sue eccellenze gastronomiche. Ma penso che il punto centrale stia nell’utilizzare queste occasioni per  lavorare sulle ricadute di medio e lungo periodo sui prodotti locali.

Cosa intende?

Penso alla necessità di realizzare un disciplinare per l’autentica Pizza di Vico, fatta con il nostro fior di latte tipico, i pomodori del territorio, magari anche con il grano locale. Chi viene a Vico deve avere piena contezza di mangiare un prodotto esclusivo. Idem per la festa degli chef stellati che possono utilizzare, sempre più, lo straordinario fattore attrattivo che essi rappresentano per esaltare nei loro piatti le nostre tipicità. Lo fanno già in tanta parte, ma ancora molto va fatto. So bene che è facile parlare, e difficile operare,  ma la discussione pubblica serve anche da stimolo.

A proposito di tipicità locali, secondo alcuni il provolone del monaco è in caduta libera

Purtroppo il provolone del monaco è una straordinaria eccellenza, ancora forte nel nome, ma è anche un prodotto che perde colpi per l’assenza della materia prima fondamentale per assicurare l’eccellenza. Parlo del latte tipico della mucca agerolese. Spesso si vende come provolone del monaco un prodotto realizzato con latte e paste che di tipico nostrano non hanno molto. Anche su questo tema chi ha presa sugli opinion maker, come gli chef stellati, può utilizzare la propria influenza per dare nuove prospettive a questo mercato.

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