“Ho preso il Covid, vi racconto la mia quarantena”

Intervistiamo Giustina Di Palma, giovane imprenditrice locale, mamma e moglie, risultata positiva al tampone per covid-19 lunedì 9 novembre.

 

Cara Giustina, recentemente abbiamo appreso dalla sua pagina Facebook della positività. Ci ha molto colpito il suo appello e ne vorremmo parlare con lei.

 

Ma prima di tutto, come sta?

Ora bene, grazie. Al momento continuo ad essere asintomatica, se non fosse per qualche leggero disturbo avuto addirittura in seguito al tampone, che in altri tempi avrei attribuito ad una banale influenza piuttosto che ad un “semplice” mal di testa

 

Le va di raccontare ai lettori chi è e cosa è accaduto, cioè come mai ha deciso di sottoporsi a tampone?

Certo. Faccio anzitutto una premessa che vi aiuterà a capire meglio: oltre a gestire insieme a mio marito la sanitaria “Neonà”, lavoro anche nel team della beauty farm di Herbelia a Vico Equense. Lunedì 9 novembre, in seguito alla comparsa di alcuni strani sintomi alle mie colleghe, abbiamo prontamente deciso di sottoporci tutte al tampone molecolare a spese della nostra azienda Herbelia, nonostante alcune di noi, come nel mio caso, non avessimo per niente sintomi. Ci siamo affidati ad un grande laboratorio privato che in poche ore ci ha rilasciato i risultati. Io, così come le altre colleghe che hanno avuto la sfortuna come me di essere positive, non abbiamo fatto altro che lavorare e concederci qualche momento di svago con i nostri familiari stessi. La nostra “colpa”, se così si può dire, è quella di aver abbassato la guardia tra noi nei momenti di condivisione degli spazi lavorativi, un po’ come si fa in famiglia, perché quando si lavora insieme si finisce per diventare una famiglia. Non abbiamo mai e poi mai abbassato la guardia con i clienti o con le persone che incontravamo, sul lavoro così come per strada. Abbiamo da sempre seguito tutte le regole e mai e poi mai avremmo voluto ammalarci o peggio ancora trasmettere la malattia ai nostri cari o a chiunque altro avesse avuto rapporti con noi; del resto, come abbiamo avuto modo di verificare tra gli innumerevoli casi che stanno colpendo anche la nostra città, il Covid ormai si prende per la maggiore in famiglia.

 

Quale reazione ha avuto alla notizia?

Ho pianto per qualche minuto. Ho pensato in primis ai miei figli di 2 e 4 anni, a mio marito, ai miei genitori con seri problemi di salute e alla mia collaboratrice Nunzia, che con sacrificio e dedizione aiuta me e Raffaele a portare avanti la nostra sanitaria che, come può immaginare, comporta tanti sacrifici e notti insonni, specie in un periodo particolare come questo. Grazie alle parole di mio marito e dei miei genitori, dopo qualche minuto ho ripreso lucidità e mi sono data subito da fare. Il primo passo è stato prenotare privatamente il tampone molecolare dei miei familiari e della nostra collaboratrice; dopodichè ho prenotato la sanificazione dei locali di Neonà e mi sono dichiarata ufficialmente positiva tra tutti i miei contatti whatsapp a meno di 2 ore dall’esito del tampone, per poi dichiararlo anche sui social.

Sente di aver ricevuto assistenza sanitaria nei tempi e nelle modalità, adeguata?

Il sistema sanitario si sa, è al collasso. Ad oggi che sono trascorsi più di 3 giorni dall’esito del tampone, non sono stata contattata dall’Asl, come credo preveda la procedura. Ma non condanno nessuno, anzi provo solo immaginare la mole di lavoro che si trovano a gestire in questo momento tutti gli operatori sanitari. Per tale motivo sono stata io a contattare prontamente il mio medico curante.

 

Come sta gestendo le incombenze quotidiane: spesa, medicine? Ha ricevuto aiuto e da chi?

Ho ricevuto aiuto soprattutto dai miei familiari più cari e da tanti amici e clienti che con tanto affetto si sono messi a disposizione. Gran parte dei commercianti vicani, specie quelli di beni di prima necessità, offrono, come noi, consegna gratuita a domicilio per i malati di Covid o persone in quarantena, per tale motivo ho organizzato una spesa per diversi giorni che mi sono fatta consegnare.

 

Se potesse dare una indicazione sul da farsi alle istituzioni ed alle persone cosa direbbe?

Le istituzioni credo che grosso modo stiano facendo del loro meglio per diffondere informazioni utili, ma qui entra in gioco anche il senso civico e di responsabilità di ciascun cittadino. Quello che mi sento di dire alle persone è di provare ad informarsi prima di sparare sentenze, addirittura pubbliche (e sui social ne vedo tante) e soprattutto inviterei ad informarsi dello stato di salute fisico ma anche psicologico del malato di Covid, anzichè preoccuparsi esclusivamente (e magari senza motivo) di un probabile contagio; dopo tutto chi soffre di più è proprio il malato di Covid e non è bello dover combattere anche contro ignoranza e, in qualche caso, cattiveria gratuita.

 

“Nessuno di noi voleva prendersi il Virus o peggio ancora diffonderlo ai nostri familiari che, credetemi, forse stanno messi anche peggio dei vostri e soprattutto nessuno di noi non ha rispettato le regole” citiamo una frase che ha pubblicato sulla sua pagina e che ci ha particolarmente toccate. Cosa sente di aggiungere a nome di chi, come lei, ha vissuto o vive questa esperienza. Ai tanti imprenditori locali che temono di essere etichettati e con loro, la stessa attività commerciale?

I commercianti, così come tutti quelli che sono “costretti” a lavorare non solo per la propria famiglia, ma per un intero sistema economico, insieme ad altre categorie lavorative che non possono operare in smartworking, sono le categorie più colpite e quindi gradirei ci fosse ancora più tolleranza e rispetto.

 

Solidarietà, comprensione, rispetto. Queste le parole che sentiamo fortemente di voler condividere come psicologhe. Cosa aggiungerebbe?

Inviterei tutti a non usare più i social come una gogna pubblica, cosa che a prescindere dal Covid, purtroppo vedo fare sempre più spesso, non considerando le ripercussioni che le parole possono avere sulla psiche di chi le subisce passivamente. Usate i social per promuovere le vostre attività, i vostri momenti felici, per fare ironia sana, ma smettetela di puntare il dito alla ricerca di qualche like!

 

 

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