IL CICLO DI VITA DELL’INDIVIDUO: LA PRIMA ETÀ ADULTA

La prima volta che pensai al mio futuro, che ci pensavo veramente, non avevo ancora diciott’anni. Andavo a scuola e quei pensieri mi mettevano al quanto in imbarazzo. Tutta quella “libertà”, quel “potere” tanto agognato, mi trovavano impreparata. Finalmente potevo decidere io cosa e dove, così mi dicevano, più o meno. Sapevo che il mio futuro lavorativo era preceduto da una fase di studio, fortunatamente ero abbastanza incosciente da non sapere che quella fase era piuttosto lunga e che la formazione vera sarebbe durata tutta la vita. Fantasticavo su quello che sarebbe stato, su quello che sarebbe potuto accadere. Ma, nel film della mia vita futura, ero sempre più alta di quanto non fossi, anche un po’ più forte. Mi vedevo proiettata nella città che mi avrebbe ospitata, pavoneggiandomi sicura. Sicura di dove mi trovassi, sicura su dove andassi, sicura su ciò che stavo facendo. Al risveglio mi accoglieva sempre un brivido alle gambe e una stretta allo stomaco: la consapevolezza che il film era veramente bello, ma io potevo esserne protagonista? Era veramente quello che avrei voluto fare nella vita? Era lì che volevo studiare?  Infondo a casa ci stavo bene, perché allontanarmi! Passò l’esame di maturità e la poco goduta estate pre test d’ingresso. Ce l’avevo fatta, il mondo mi aspettava. Il primo anno da fuorisede fu un mescolarsi continuo di emozioni, di eccitazione per ogni novità, per ogni scoperta, di paura per tutto quello che mi sembrava diverso da ciò che avevo sempre visto e condita da tanta nostalgia da fuorisede. Prima che il turbinio si placasse ci è voluto un po’, forse anche più di un anno. Poi, le strade sono diventate familiari, i volti pure. La stanzetta diviso due aveva i posters di Ben Affleck e Fabio Cannavaro e sapeva di estrogeni e deodorante. Le stanza del fuorisede, oh, bisognerebbe dedicargli un libro! É casa, camera, cucina e confessionale, tutto insieme. Sul letto, nello specifico, oltre al sonno (generalmente poco) lo studente fuorisede mangia, studia, piange, si confessa, ascolta confessioni, dirime questioni di stato familiari, si innamora e impara a conoscersi un pò di più…

Se fino ad ora la vita è stata meravigliosa, la prima età adulta è una scoperta consapevole della propria identità, dei limiti, delle risorse e  delle infinite possibilità. E tu, te lo ricordi? Benvenuti in questa nuova fase de “il ciclo di vita dell’individuo”: la prima età adulta. Insieme approfondiremo le scelte, l’amore, la maturità.

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Dott.ssa   Margherita   Di   Maio,   psicologa-psicoterapeuta   ad   approccio   umanistico   e bioenergetico. Per info 331 7669068

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