Quante sorprese ci riserva la vita. La progettiamo in un modo ma poi l’imprevisto di turno ci fa
saltare tutti i piani. C’è chi investe anima e corpo nel lavoro per poi dover fronteggiare
licenziamenti, fallimenti, difficoltà economiche. Oppure chi crede di aver finalmente trovato
l’amore della vita e invece si ritrova con un “calesse”, per citare Troisi. Ancora, chi progetta casa
prevedendo stanze in più da destinare ai propri figli ma poi si ritrova a guardarle tristemente vuote,
perché anche avere dei bambini sembra qualcosa di sempre meno scontato. Altre volte la vita ci
toglie qualche persona cara, tragicamente o prima del tempo, o ci costringe ad affrontare gravi
malattie. Eventi
paranormativi
, così vengono definiti in letteratura, quegli eventi critici non del
tutto prevedibili che colpiscono individui e famiglie costringendoli a riorganizzarsi per superare la
crisi. Reazioni ansiose o depressive, entro certi limiti, sono del tutto fisiologiche quando ci si trova
ad affrontare una perdita o il lutto per una persona cara o per un proprio progetto, così come è
normale sentirsi incazzati con l’esistenza intera per la sfida che ci si è parata dinnanzi. Anzi, spesso
è proprio la rabbia che può aiutarci ad attingere alle nostre risorse per superare la crisi e uscire così
dal baratro dell’autocommiserazione. Ovviamente nel momento in cui, piuttosto che rivolgerla
verso tutto l’universo, riusciamo a metterla al servizio del nostro Io trasformandola in grinta e
determinazione; e dopo esserci dati il tempo e il permesso di sentire il dolore e di piangere la
propria perdita. Affrontare grandi imprevisti può trasformarsi in un’opportunità quando ci costringe
a tirare fuori nuove risorse che magari nemmeno credevamo di avere: si chiama resilienza ed è la capacità di superare un momento difficile o un evento traumatico. Ci fa prendere coscienza del fatto che abbiamo fino ad un certo punto controllo sulla nostra vita e su ciò che ci accade. Ci insegna il valore della flessibilità, del sapersi continuamente reinventare, del non dare tutto per scontato. Ci fa toccare con mano il fatto che, per dirla alla John Lennon, “la vita è quello che ti succede mentre sei impegnato a fare altri programmi”. Ci fa constatare che la diversificazione degli investimenti per ridurre la rischiosità del rendimento, quel concetto appreso noiosamente durante le lezioni di economia alle superiori, in realtà ben si presta ad essere applicato non solo ai mercati finanziari ma anche alla vita nella sua interezza: meglio investire in più ambiti piuttosto che far dipendere il nostro appagamento solamente da uno di essi, correndo il rischio, in questo modo, che tutto il nostro benessere sia legato ad una persona, ad un lavoro, ad un figlio o ad un progetto. Ci invita ad uscire dall’illusione di poter programmare tutto il futuro per imparare a godere del presente, che non significa lasciarsi trascinare in balìa degli eventi ma vivere più pienamente ciò che accade nel qui ed ora.
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