C’ è un mare a cui penso da tempo, un mare invisibile che ondeggia nella mia mente inquieta di mamma di un “figlio magico”. E’ un mare immenso e profondo che spesso mi spaventa ma che riaffiora come un fermo immagine, il quale lentamente si schiarisce e si rende visibile.
Se comincio a riflettere sulla smisurata massa di blu che custodisce negli abissi vite mai vissute, vane ,naviganti verso la speranza, non posso evitare di sentire quell’ingiusto peso per esser nati al di qua della sponda. Guardo quel mare poi guardo i miei figli. Osservo quel mare poi accarezzo con le mani bagnate e salate le problematiche del mio “figlio magico”, scrivo e ragiono su quanto l’indifferenza e il vuoto di servizi leda ai suoi diritti e guardo ancora quel mare al di là delle nostre vite, che ingoia come Scilla e Cariddi altre vite…centinai di vite: da 368(3 Ottobre 2013)…528(Aprile 2015)…200(Aprile 2016)…400 (Maggio 2017)…fino 117 (Gennaio 2019).Mi perdo in quel mare e poi penso se fra quei gommoni, in balia delle tempeste della disumanità, più che delle onde, ci fosse un figlio magico e silenzioso come il mio ,un figlio che non sopporta gli odori acri per la sensibilità del suo olfatto, che non riesce a parlare e immaginando sirene fra le onde fa risuonare le loro voci nella sua mente .Me lo figuro mentre si perde tra nuvole e stelle per non vedere il buio intorno. Penso se fra quei gommoni ci fosse una madre che stringe questo fragile figlio e spera di trovare amore oltre il dolore, di poter offrire qualche possibilità di dignità, spera di raggiungere le rive dell’accoglienza.
D’un tratto il mio cuore si ferma, un urlo resta in gola, il respiro mi soffoca e guardo ancora quel mare divenuto tomba , fra la penombra delle lacrime e so che quella madre stringerà per sempre il suo figlio magico ,resteranno dolcemente posati sulle tenebrose sabbie della nostra coscienza.
Con dolorosa amarezza apprezzo le paradossali possibilità che il “mio figlio magico “ ha ,solo perché nato sul un litorale piuttosto che un altro. Resto smarrita e non c’è gioia in questo.
Colomba Belforte