RUBRICA A CURA DI SALVATORE FOGGIANO
Cari lettori,
la scorsa volta vi ho raccontato dei canti da dover fare e di tutta la questione chiesa sì-chiesa no. Ebbene sabato scorso è stato il giorno della performance: di buon mattino, insieme ai genitori, abbiamo allestito il mercatino dove sono stati esposti e venduti i lavoretti creati dai bambini. Una faticaccia, per il semplice motivo che io e le colleghe non ci eravamo resi conto dell’enorme numero di manufatti: ciascuno di noi ha riempito la sua auto e ha trasportato i cartoni con il tutto presso il centro ricreativo, un enorme salone, riuscendo ad allestirlo anche in modo ottimale.
Il pomeriggio, invece, dopo un veloce pranzo, abbiamo svolto le prove generali dei canti, tutto sembrava andare storto: una delle casse acustiche che non funzionava, molti alunni che avevano dimenticato le maglie da indossare, il sagrestano che ci creava ostacoli in continuazione e la prof di musica disperata che urlava contro quelli del “service”. La sera arriviamo tutti insieme, ed io e la prof sistemiamo i “cantanti” secondo un ordine prestabilito e non modificabile assolutamente. Ma proprio quando tutti erano sistemati, mi accorgo che un ragazzo sta per distruggere il Cero pasquale, lo sgrido e di corsa chiamo il sagrestano per dirgli di toglierlo: arriva lamentandosi che i bambini di oggi sono maleducati e le solite cose. Dopo poco, siamo pronti per lo spettacolo.
Alla fine tutto riesce benissimo, i bambini sono contenti, ma rimane un piccolo neo: prima di iniziare, vengo chiamato fuori la chiesa da una mamma, di religione musulmana, che mi dice che lei e la figlia non entreranno mai in chiesa. Io cerco di convincerla, ma lei mi dice che ci aveva riflettuto: mai sono entrati in una chiesa e mai ci entreranno. Ci siamo lasciati senza acredine, ma vi confesso che il suo ragionamento non l’ho capito.
Adesso vi lascio e formulo a ciascuno di voi i migliori auguri di un sereno Natale e di un felice anno nuovo e ci risentiamo il mese prossimo.
Salvatore Foggiano