Il migrante | “Sporco come il mare di Napoli”. I luoghi comuni da sfatare, anche tra i bambini

Cari lettori,
nel mese di Aprile non ci siamo sentiti, ma vi dico la verità, non riuscivo a trovare la forza di raccontarvi solo cose brutte come ad esempio la mia collega di Marino uccisa dal marito, suicidatosi a sua volta; una notizia che mi ha profondamente colpito e altre notizie che riguardano persone che conosco bene, già, sembra a volte che la vita scorra senza un senso, però non voglio rattristarvi, quindi passo oltre, raccontandovi di questo mese delle rose
Maggio ha portato con se l’ansia di svolgere le ultime verifiche, il quesito su quali voti mettere, la “gioia” di litigare col registro elettronico e col tecnico della macchinetta del caffè perennemente guasta.
Ma Maggio è anche il mese di due domande che i bambini puntualmente mi pongono che sono: “Maestro ci porti in giardino?” e “Maestro possiamo togliere il grembiule che fa caldo?”.
Alla prima domanda faccio sempre finta di rispondere severamente: “Solo se fate i bravi!!!” ma tutti capiscono che fingo e ridendo ci avviamo fuori a giocare tra risate e corse. Alla seconda domanda devo dire che acconsento subito, infatti, anche essendo un convinto difensore del grembiule che a mio avviso evita discriminazioni sociali ed economiche del tipo: “Io ho la maglia firmata e tu no” ed evita di sporcarsi, capisco bene che il caldo è caldo e così dopo averne parlato con le colleghe li autorizzo tra grida e messaggi d’amore a non metterlo più ma con la severa raccomandazione di non permettersi di presentarsi a scuola con magliette e pantaloncini troppo corti per rispetto dell’insegnante e dell’istituzione scolastica, perché li rimando a casa, cosa che sono stato costretto a fare in passato.
Per il resto le lezioni continuano normalmente e a proposito voglio raccontarvi quanto mi è accaduto la settimana scorsa:
stavo in classe ad interrogare di Scienze un mio alunno di seconda elementare e parlavamo degli anfibi, tutto bene, poi ad un certo punto gli chiedo: “Ma secondo te le rane e i rospi possono vivere anche in acque sporche o solo in quelle pulite?” e lui tutto impettito: “Beh, maestro, nelle acque come il mare sporco di Napoli, no” ed io senza farlo finire: “Cooooooooossssssssaaaaaaaaa?! Ma chi ti ha detto questa notizia del mare?” e lui con un filo di voce mi dice che è stata la nonna.
Allora guardandolo gli dico: “Sarai sicuramente bocciato per questo che hai detto” ma lui sapendo che io scherzo sempre in questo modo si è messo a ridere, poi però chiamando anche una mia collega di Napoli a farmi da supporto gli abbiamo spiegato che a Napoli il mare è sporco solo in alcune parti ma non tutto tutto sporco e alla fine anche se io ero veramente arrabbiato con questa propaganda contro Napoli, tutti insieme abbiamo iniziato a prenderci in giro, finendo a ridere e scherzare anche troppo rumorosamente e dimenticando il tutto nei gusti delle merendine e dei succhi di frutta.

Salvatore Foggiano

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