Risponde alle nostre domande la Dott.ssa Claudia Pontecorvo, ostetrica libera professionista, specializzata in corsi di accompagnamento alla nascita e acquamotricista prenatale.
La figura professionale dell’ostetrica è comunemente nota per il ruolo che riveste nella preparazione delle future mamme al parto. A tale proposito, quanto ritiene sia importante partecipare ai corsi di accompagnamento alla nascita?
Mi piace paragonare la gravidanza ad un viaggio; prima di partire cerchiamo di prepararci al meglio per arrivare alla meta con il bagaglio giusto. Pensare però che ci sia un modo esatto per partorire o per essere dei bravi genitori è sbagliato, nessuno potrà insegnarcelo.
Ecco che i corsi di accompagnamento alla nascita rappresentano l’ opportunità per la donna e la coppia di arrivare a vivere la gravidanza e il parto con maggiore consapevolezza, attraverso una adeguata informazione, il confronto e la condivisione. Perciò il mio invito ai futuri genitori è di cogliere questa opportunità; uno spazio e un tempo dove storie si incontrano e raccontano.
Negli ultimi tempi, anche a causa dell’emergenza sanitaria in corso, si è tornato a parlare molto del parto in casa. Quali i pro e i contro rispetto al parto in una struttura sanitaria?
Ancora oggi questo è un argomento molto dibattuto, molti ritengono che partorire in casa sia pericoloso. Bisogna però far distinzione tra pericolo e paura.
Soprattutto in questo periodo, il parto in casa offre alla donna e alla coppia, il massimo dell’intimità e del coinvolgimento affettivo relazionale: nel proprio ambiente, con i propri tempi, con le proprie ostetriche, amando e rispettando la nascita per la sua magnificenza.
E’ da precisare però che questa è un’opzione che non è accessibile a tutte le gravide; proprio perché deve essere una scelta sicura, potranno partorire in casa solo le donne sane e in buona salute, definite ossia a “basso rischio”.
Parliamo ora di partecipazione del padre al parto. In che modo può essere di aiuto per la partoriente?
Per la gravida sono essenziali due cose durante il travaglio e il parto: Intimità e Relazione. Proprio per questo la presenza del padre è preziosa fin dove è di aiuto per la donna.
Non c’è quindi un manuale di cose da fare per essere di sostegno alla propria compagna, senza dover far nulla dovrà essere di supporto e protezione; dovrà stare e non fare.
Andiamo ora al post partum. Quale ruolo riveste la figura professionale dell’ostetrica durante il puerperio?
Il puerperio è un periodo molto intenso per la neo mamma sotto ogni aspetto; rientrando a casa scoprirà e sperimenterà un nuovo stile di vita, e soprattutto una nuova sé, con cambiamenti fisici e forti emozioni che la travolgeranno. La donna che sceglie l’ostetrica nel puerperio, decide di farsi accompagnare da una figura professionale che si occupa del suo benessere e di quello del suo bambino sotto ogni aspetto, soprattutto per quanto riguarda l’allattamento.
Sempre a proposito di post parto, sfatiamo un mito: diventare madre non é “tutto rose e fiori”, anzi, può rivelarsi un momento delicato e carico di sentimenti contrastanti. Nella sua esperienza, a quali criticità possono andare incontro le neo mamme? Quali fattori, invece, possono costituire una risorsa per affrontare questa fase?
E’ proprio vero, comunemente ci viene da pensare che la neo mamma sia felice in ogni istante, senza considerare che nell’esatto momento in cui quel bambino viene al mondo, la donna si trova a fronteggiare alcuni vissuti emotivi a volte contrastanti tra essi.
Può capitare infatti, che nel puerperio, dato il drastico cambiamento ormonale, la donna manifesti sbalzi di umore, con crisi di pianto e irritabilità; non si sentirà all’altezza del ruolo che la attende e sarà preoccupata per la salute del proprio bambino.
Generalmente questa reazione emotiva, tende a diminuire spontaneamente con un progressivo miglioramento. Ci sono dei casi però, in cui queste difficoltà persistono nel tempo o addirittura si aggravano manifestandosi con un insieme di segni e sintomi comunemente chiamati “depressione post-partum”.
Quello che mi sento di dire a tutte le neo mamme è di non sentirsi in colpa per le proprie emozioni ma anzi di sentirsi libere di poterne parlare, libere di piangere e di urlare.
Se vi sentite stanche riposate, se vi serve aiuto chiedetelo, se avete bisogno di silenzio e intimità pretendetelo!
L’immagine emblematica della relazione madre-bambino è quella dell’allattamento. Per quanto sia la cosa più naturale di questo mondo, per funzionare bene necessita di attenzione e dedizione.Quali suggerimenti possiamo dare alle nostre lettrici che si apprestano a vivere questa esperienza?
Cara mamma, innanzitutto stai serena, goditi questo momento così intimo e magico, rilassati e entra in totale sintonia con il tuo cucciolo. Scegli poi la posizione più comoda con la schiena ben sostenuta, porta il tuo bambino verso il seno e fai attenzione a come si attacca. Testa, spalle e corpo devono essere allineati, la bocca ben spalancata riempita dal seno, e l’areola, deve essere ben visibile sopra il labbro superiore piuttosto che sotto quello inferiore.
Se l’attacco e la posizione saranno adeguati il bambino popperà efficacemente e tu non sentirai dolore.
Può capitare però che tu possa incontrare difficoltà di qualunque genere, non sentirti in colpa per questo, chiedi aiuto a chi ti è accanto e alla tua ostetrica.
Infine, ricorda che sei perfettamente in grado di nutrire il tuo bambino; il latte viene allattando quindi più si attaccherà più ne produrrai.
Sebbene l’allattamento al seno sia fortemente raccomandato, ci sono casi in cui non è possibile o non si vuole intraprendere questa strada. Diamo qualche indicazione anche alle mamme che opteranno per l’allattamento artificiale?
Come ostetrica sostengo fortemente l’allattamento al seno e mi sento di ribadire quanto essa rappresenta la scelta più naturale, ecologica e salutare per il bambino e la madre.
E’ importante perciò informarsi prima di prendere qualsiasi decisione e farsi aiutare qualora si incontrino difficoltà.
Detto questo però, voglio precisare che non si può giudicare una mamma che decide di non allattare, non sarà semplicemente questo a definirla una brava madre; lo sarà il modo in cui si prenderà cura del proprio figlio, coccolandolo, amandolo, essendo presenti per lui.
L’esperienza quotidiana della relazione con il proprio bambino è sicuramente l’ingrediente indispensabile.
Dott.ssa Claudia Pontecorvo, ostetrica, cell. 334 893 5645
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