Vincenzo Iaccarino e Vincenzo Califano

Vincenzo Iaccarino punta sul jolly Califano

Gioca la wild card  Vincenzo Iaccarino e per cercare di rilanciarsi punta dritto su Vincenzo Califano.

 

Califano in quest’ottica è una sorta di Spes. L’ultima dea a cui rivolgersi. La persona che gli è stata sempre vicino. Sin dagli esordi in politica, da Assessore nel primo mandato guidato da Giovanni Ruggiero.

Una scelta quasi obbligata. Un tentativo estremo per non finire schiacciato, se non addirittura annientato, tra il pesante passato ed il minaccioso futuro.

Califano è l’unico di cui potersi fidare.

Califano è l’unico a cui potersi affidare.

Non più come portavoce o forse non solo. Serve di più.

Così dopo le prove generali fatte all’incontro con gli operatori economici per parlare di PIP, lo schema inizia a riproporsi con una frequenza quasi giornaliera. Da ultimo lunedì mattina. Mini vertice con i funzionari per discutere di piano triennale delle opere pubbliche. Oltre al vice-Sindaco Pasquale D’Aniello ed all’Assessore ai Lavori Pubblici Sergio Pontecorvo, ecco materializzarsi anche la presenza di Califano. Iaccarino ovviamente c’è, ma la sua presenza è intermittente. Sembra la corrente elettrica durante un forte temporale. Va e viene e quasi mai interviene.  Ad un tratto arriva anche l’Assessore Carmela Cilento. Un’apparizione modello Medjugorje la sua. D’altronde è un campo che non le compete. Va bene così.

Gli altri?

“Gli altri siamo noi”, come cantava Umberto Tozzi nell’edizione 1991 del Festival di Sanremo e quel noi sono loro: i due Vincenzo.

Due.

Inseparabili, come i Carabinieri in servizio di pattugliamento.

I Vincenzo al quadrato.

 

Per un po’ Vincenzo 1 (Iaccarino) aveva provato a fare a meno di Vincenzo 2 (Califano). Aveva ceduto alle pressioni di gran parte della sua sgarrupata maggioranza, poi però ha dovuto prendere atto dell’evidenza.

Califano è l’unico di cui potersi fidare.

Califano è l’unico a cui potersi affidare.

Gli altri quelli che non “siamo noi” (cioè loro), non ci sono.

Tra chi viaggia per fatti suoi sempre tra quel passato e quel futuro che è l’incubo costante di Iaccarino; chi sta ancora cercando di capire come si entra in Municipio e chi “credeva fosse amore e invece era un calesse” la compagnia si riduce davvero ai minimi termini: al Vincenzo al quadrato.

E’ proprio da lì, da quella basilare operazione matematica che Vincenzo Iaccarino intende ripartire.

Ricominciare da te.

Cioè da lui.

Cioè da Vincenzo Califano.

j.p.

 

 

 

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