La denuncia: siringhe a Bonea. Emergenza droga

Si annida nei luoghi comuni, entra nelle case, distrugge le famiglie. È la droga. Vico Equense ne è piena. Però, pochi hanno il coraggio di denunciare una situazione che ha contorni sempre più chiari e dimensioni ancora più preoccupanti. Tutti abbiamo conosciuto storie di ragazzi devastati dalla dipendenza, tutti abbiamo nel cuore il ricordo di coetanei (o poco più) morti giovanissimi di overdose. Nel mio passato albergano le immagini sbiadite di Roberto e Michele. Ma ce ne sono tanti e tanti e tanti ancora. Però, la tossicodipendenza è sempre altrove, è sempre altro. Non è una canna, né una pastiglia. I tossici non sono i nostri figli, ma quelli delle loro cattive compagnie. Capita così che, passeggiando per le strade di Bonea, ci si imbatta in una siringa. E allora, quella sensazione strisciante implode e si trasforma in rabbia. È ciò che è capitato oggi a me, ma che vive, in modo ancora più forte, la presidente della Commissione Pari Opportunità di Vico Equense, Luisa Cinque. Infatti, in più di un’occasione, ha denunciato quella che sta diventando una vera e propria piaga sociale. “Partecipo a molti incontri sul territorio e, seguendo gli appuntamenti di del gruppo WeAre, ho avuto modo di ascoltare testimonianze di diversi cittadini – spiega Luisa Cinque -. Dal centro alla collina, uno dei problemi più sentiti è quello della droga, a cui si associano tanti altri fenomeni, dagli schiamazzi notturni alle violenze. È sensazione diffusa quella della paura per l’incolumità personale e dei propri figli. Il fenomeno è allarmante e non si può più nascondere la testa sotto la sabbia”. Così, Luisa Cinque ha illustrato al sindaco un’idea, quella di utilizzare edifici e spazi pubblici in disuso e renderli luoghi di socializzazione e aggregazione per i giovani, coinvolgendo animatori sociali. “Ai ragazzi va data un’alternativa – dice la presidente della Cpo, socia fondatrice dell’associazione Cibele -. Ho chiesto un incontro al sindaco Andrea Buonocore e all’assessore alle Politiche sociali, Franco Lombardi, per avviare un confronto e creare occasioni per i nostri giovani. Va bene investire sui grandi eventi, ma la qualità della vita migliora se i nostri ragazzi rifiutano la dipendenza ed entrano in un circuito propositivo, che apre al lavoro e al futuro”.

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