LA POSTA DELLA PSICOLOGA. BAMBINI E SPORT: QUAL’E’ LA SCELTA GIUSTA?

Capita piuttosto spesso che ci vengano richiesti suggerimenti o consigli relativamente a tematiche specifiche, al di fuori dello spazio consulenziale. Alcune di queste domande toccano argomenti di interesse ad ampio raggio, così abbiamo pensato di rispondere ad esse. Potete porcele scrivendoci in privato alla pagina Facebook dello studio (Studio Psicologico Romano-Di Maio) oppure ai numeri sotto indicati. Buona lettura!

Gentili Dottoresse, sono il papà di un bambino di sette anni che mi sta mandando in confusione con i suoi cambiamenti di idea rispetto allo sport che vuole praticare: ha iniziato con entusiasmo e su sua richiesta la scuola calcio ma, trascorso qualche mese, ha poi cambiato idea chiedendo di cominciare a fare basket. Prima di acquistare di nuovo, inutilmente, la divisa e tutto ciò che è necessario per praticare questo sport, c’è un modo per capire se è la scelta giusta?

Caro papà, immaginiamo il dispiacere nel sentir dire da suo figlio che il calcio non gli piace più, quando fino a pochi giorni prima sembrava super motivato ed entusiasta, a maggior ragione se magari anche lei ne è appassionato e già fantasticava, da quando ha saputo che sarebbe arrivato un maschietto, di seguirlo nei suoi impegni con la scuola calcio! Capiamo anche l’investimento economico che c’è dietro il dover dotare un bambino di tutto ciò che occorre per praticare uno sport, da cui il suo desiderio di capire se iscriverlo a basket è la scelta giusta. La verità è che è piuttosto difficile scegliere cosa ci piace senza poterlo provare prima, a maggior ragione per i bambini che sono molto concreti ed hanno bisogno di provare per credere. Tuttavia, prima di tentare una nuova strada, sarebbe importante capire cosa non ha funzionato con il calcio per individuare eventuali problematiche che potrebbero ripresentarsi. Proviamo a fare degli esempi in modo da darle qualche spunto di riflessione. Cosa aveva spinto il suo bambino al calcio? Notava che effettivamente non perdeva occasione per dare calci ad un pallone, o piuttosto ha seguito il gusto degli amichetti di classe facendosi piacere il calcio perché questa era l’opinione della maggioranza? Provi a parlare con lui di questo, esortandolo a fare una scelta personale, tanto troverà ovunque nuovi amichetti. Ribadiamo però quanto una reale scelta sia possibile solo sperimentandosi in modo concreto, potreste dunque pattuire un periodo di prova a basket prima di comprare accessori molto dispendiosi e di concludere che è quello lo sport della vita. Poi, ha provato a capire se è accaduto qualcosa a calcio che lo ha distolto dal suo interesse? Talvolta per i bambini il calcio è solo “la partita”, trascurando che dietro di essa c’è tutto un lavoro di preparazione fisica. Magari il suo bambino non aveva considerato questa possibilità e ne ha concluso che il calcio non gli piace perché non è quello che si vede alla TV. Gli mostri immagini e video facilmente reperibili in rete che gli facciano vedere, a proposito di concretezza, quanto allenamento c’è dietro i grandi campioni dello sport in generale. Inoltre, com’è stato l’incontro con gli altri bambini e con il mister in un contesto che, per quanto giocoso, è fatto comunque di prestazione e competizione? E’ innegabile che ci siano bambini più talentuosi di altri quando si tratta di tenere la palla al piede, anche se non tutti siamo fatti per emergere nel calcio. Ma soprattutto, fare sport non significa per forza diventare grandi campioni, anzi, la maggioranza continua a praticarlo per puro diletto e non per lavoro. Provi a riflettere con il suo bambino su questi temi, cerchi di capire se nel campo di calcio ha potuto sentirsi meno bravo degli altri, non all’altezza delle richieste del mister o delle aspettative dei compagni. Gli trasmetta che fare sport è per tenersi in forma, per imparare a fare squadra e stare con i suoi coetanei, che è fatto di disciplina ma anche di divertimento. Lo accompagni dunque in una nuova scelta un po’ più consapevole, senza escludere che possa non essere quella definitiva, purché non abbia il sapore della rinuncia.

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Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa-psicoterapeuta ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043

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