LA POSTA DELLA PSICOLOGA: DIDATTICA A DISTANZA E SMART WORKING OLTRE LA PANDEMIA.

Care Dottoresse, qual’è il vostro parere in merito al massiccio ricorso all’ on line, tanto favorito dall’emergenza sanitaria da Covid-19?

In questo periodo siamo stati costretti a tirar fuori risorse, a livello personale e come società intera, per fare fronte alle difficoltà, la resilienza ha reso possibile ciò che ci sembrava non lo fosse. La rete ci ha consentito di continuare a vedere amici e parenti facendoci sentire un po’ meno soli tra le quattro mura di casa,  ci ha permesso di non interrompere le sessioni in palestra o di improvvisarci cuochi grazie ad efficacissimi tutorial. Ma non solo, ha fatto molto oltre l’arricchire le nostre giornate di questi momenti di svago. L’ on line in questi mesi è stato, e per alcune questioni continua ad essere, la nostra grande opportunità per portare avanti i propri progetti di vita.

E’ vero, ma temo che prenda il sopravvento. Faccio tanto per evitare che i miei figli stiano sempre con pc e cellulare in mano e poi tra scuola e svago non è stato possibile altrimenti.

Lo immaginiamo. Bisogna ammettere però che grazie alla didattica a distanza, bambini e ragazzi hanno potuto continuare a “frequentare” la scuola, i più grandi l’Università. Tuttavia a nostro avviso, più del timore di non riuscire a staccarli dagli “aggeggi elettronici”, cosa che siamo certe, con un po’ di impegno da parte di tutta la famiglia  e complice la bella stagione nonché la diminuzione delle restrizioni, potrebbe risolversi in breve tempo, sarebbe opportuno soffermarsi sulla reale pecca delle modalità digitali: il contatto anche fisico con l’altro, lavorare in gruppo potendosi guardare negli occhi, sperimentarsi ogni giorno con gli altri in un contesto prestazionale.

Io invece pensavo di continuare a lavorare da casa. Cosa ne pensate?

Il Telelavoro ha permesso a molti di continuare a svolgere le proprie mansioni restando al sicuro nella propria casa. In realtà non stiamo parlando di un’invenzione nata con l’emergenza sanitaria da cui un po’ alla volta stiamo venendo fuori: lo smart working così come la possibilità di frequentare corsi a distanza, esistevano già prima, ma negli ultimi mesi anche i più resistenti all’idea hanno dovuto fare di necessità virtù e, ora che ne abbiamo scoperto i vantaggi, sarebbe quasi un peccato rinunciarci e mettere da parte queste potenzialità sperimentate quando non avevamo alternativa, chiuderle insomma dentro la triste parentesi del Covid-19. Siamo certe che questo argomento sarà, e in alcuni casi lo è già, oggetto di dibattito in molte realtà lavorative e didattiche. La sua domanda ci consente di proporre qualche riflessione sulle insidie che si nascondono dietro questa grande opportunità che la rete ci dà. Lavorare da casa ci espone ad un rischio: perdere il confine tra vita lavorativa e vita personale/familiare. Ciò non significa che non si può fare, ma che bisogna essere ancora più bravi del solito ad imporsi dei limiti quando l’ufficio è praticamente nella stanza accanto al proprio soggiorno, se non addirittura all’interno dello stesso. Per altri il rischio è quello opposto, cioè di farsi prendere da altro deconcentrandosi rispetto al lavoro. Stabilire una routine e delle fasce temporali da riservare al lavoro può preservarci dunque dal cadere ai due estremi. Meno caos in strada o sui mezzi pubblici, meno stress da viaggio, meno incontri con quei colleghi che proprio non ci stanno simpatici, ma ad un prezzo: perdersi anche il bello del confronto e dallo scambio con i propri colleghi, potente motore della creatività.

Insomma, tocca provare!?

Chi di voi ha avuto modo di leggere i nostri articoli  sul giornale e di seguire i nostri post sulla pagina facebook durante gli ultimi mesi, avrà ben chiaro cosa intendiamo con la seguente affermazione: il miglior antidoto contro gli effetti psicologici del Covid-19 è un mix di consapevolezza, e presa in carico, delle sue conseguenze sul piano emotivo da una parte e, dall’altra, sforzarsi di coglierne le opportunità che ci ha dato, accanto ovviamente a tutto quello che, a chi più e a chi meno, ci ha tolto. Le iniziative messe in campo durante questa emergenza mettono ancor più in evidenza quale sia il “segreto”, “l’antidoto”: il benessere psicologico, oltre che fisico! Per darle una risposta secca: sì! Tocca sperimentarsi, con cautela, prestando attenzione alle insidie di cui sopra e non solo alle opportunità.

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Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa-psicoterapeuta ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068

Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043

 

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