Capita piuttosto spesso che ci vengano richiesti suggerimenti o consigli relativamente a tematiche specifiche, al di fuori dello spazio consulenziale. Alcune di queste domande toccano argomenti di interesse ad ampio raggio, così abbiamo pensato di rispondere ad esse. Potete porcele scrivendoci in privato alla pagina Facebook dello studio (Studio Psicologico Romano-Di Maio) oppure ai numeri sotto indicati. Buona lettura!
Dottoressa, non vedevo l’ora che si cominciasse a parlare di graduale ritorno alle nostre abitudini pre- Coronavirus. Eppure, ora che pare che ci stiamo lentamente muovendo in quella direzione, un po’ mi spaventa riprendere la mia vita di sempre. Succede solo a me?
In questa domanda, una riflessione comune a molti pazienti e non solo. La riportiamo qui pensando possa essere uno spunto utile per chiunque, e vi assicuriamo sono molti, stia vivendo questo tipo di dibattimento interiore. Poco meno di due mesi fa abbiamo dovuto rinunciare a tante piccole cose, dal lavoro, o almeno parte di esso, ai nostri momenti di svago e di vita sociale. All’inizio sembrava dura: le giornate infinite e la sensazione di essere costretti in una casa, che in quel momento appariva come una gabbia, erano dure da reggere. Per fortuna però, noi esseri umani abbiamo, chi più e chi meno, una buona capacità di adattamento alle nuove condizioni, anche se avverse. La quarantena da Covid-19 è stato un buon allenamento per la resilienza di alcuni, e così, un po’ alla volta, abbiamo riempito il vuoto lasciato dalle rinunce a cui siamo stati costretti, di tante opportunità. Qualcuno che pensava di non essere in grado di cucinare, ha scoperto quante magie possono venire fuori mettendo insieme acqua, farina, lievito e un po’ di fantasia. Chi desiderava completare il romanzo che aveva avviato, ora è in procinto di iniziare a scrivere il secondo. Non solo panificati e romanzi hanno preso forma in queste settimane, ma anche quadri, progetti, nuovi modi di svolgere il lavoro e di entrare in relazione con gli altri sfruttando il potere della rete e dei social. Molti hanno raggiunto una nuova forma di equilibrio in questa situazione, ragione per cui immaginarsi di tornare un po’ alla volta alle vecchie abitudini comunque risuona come una nuova richiesta. Non spaventiamoci dunque se da una parte non vediamo l’ora ma dall’altra ci fa paura. D’altronde, la paura è giustificata dal fatto oggettivo che il mondo intero non è fuori pericolo. Chissà quanto ci vorrà ancora, e se mai tornerà, quella normalità fatta di baci e abbracci con amici e familiari, di piatti e bicchieri scambiati senza farsi troppi problemi durante i momenti di convivialità. La paura del contagio porta con sé la fantasia dell’altro, ma anche di se stesso, come portatore di un pericolo, suo e nostro malgrado, e con questi timori dovremo imparare a convivere, non abbassando la guardia e ponendo limiti alla nostra spontaneità. Insomma, rispetto a questo, è alquanto lecito che la nostra casa ci appaia più protettiva. C’è da considerare inoltre che, se per alcuni questa esperienza di quarantena ha innescato sintomi di ansia e depressione o un più generale e vago senso di malessere, per altri, il non potere e doversi confrontare con il mondo esterno, fatto non solo di svago e divertimento ma anche di giudizio sociale, responsabilità, doveri e richieste di prestazioni, ha generato un miglioramento del proprio stato d’animo: è normale che in questi casi, più che in altri, pensare di tornare passo dopo passo alla vita di prima possa risultare anche a tratti spaventoso. Tutto avverrà però molto gradualmente, ogni nuovo passo in direzione della normalità verrà ponderato e autorizzato in base ad un attento monitoraggio dell’evoluzione della situazione, e questo, oltre a rasserenarci, ci dà anche il tempo per immaginare quello che ci aspetta e farci trovare un po’ più pronti, a patto che cominciamo a dargli uno spazio mentale. Insomma, il passaggio dalla protezione dal virus alla convivenza con esso, dall’isolamento sociale alla distanza dagli altri, porterà con sé, come ogni cambiamento, nuove opportunità e nuove sfide anche dal punto di vista emotivo. Esserne consapevoli, e prepararci a questo, ci renderà sicuramente più attenti a cogliere segnali di disagio psicologico che, ora più che mai, non vanno trascurati.
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Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa-psicoterapeuta ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043