LA POSTA DELLA PSICOLOGA: IL NATALE DOPO LA SEPARAZIONE

Capita piuttosto spesso che ci vengano richiesti suggerimenti o consigli relativamente a tematiche specifiche, al di fuori dello spazio consulenziale. Alcune di queste domande toccano argomenti di interesse ad ampio raggio, così abbiamo pensato di rispondere ad esse. Potete porcele scrivendoci in privato alla pagina Facebook dello studio (Studio Psicologico Romano-Di Maio) oppure ai numeri sotto indicati. Buona lettura!

Gentili Dottoresse, si avvicinano le prime festività natalizie che io e mio marito trascorreremo
da ex. Temo che a breve i nostri figli ci chiederanno se le trascorreremo tutti insieme o meno.
Cosa è giusto fare in questi casi?

Cara lettrice, proviamo a rispondere alla sua domanda premettendole però che una risposta più puntuale sarebbe possibile solo avendo maggiore conoscenza delle dinamiche familiari che hanno portato alla separazione e di quelle attuali. Anche sapere l’età dei figli sarebbe stato utile poiché fa la differenza: più sono grandi e maggiore è la consapevolezza di quello che è accaduto alla loro famiglia e anche delle problematiche che hanno portato a questa decisione. In ogni caso, ci parla di un cambiamento importante avvenuto da meno di un anno, e certamente, lei come tutti gli altri membri della famiglia, siete alle prese con l’elaborazione di questo “lutto”. Ebbene sì, è tale per tutti, a prescindere da chi ha scelto e chi ha subìto, anche quando si tratta di una decisione maturata insieme e in modo ragionevole, perché in gioco è un progetto di vita che si è spezzato, che è andato incontro al fallimento. Gli adulti coinvolti un po’ alla volta se ne fanno una ragione, spesso si ricostruiscono una vita, ma per i figli è un cambiamento netto, anche nella migliore delle ipotesi in cui si mantengono rapporti pacifici. Spesso incontriamo membri di famiglie che tutto sommato, con il tempo, sono riuscite a stare bene insieme nuovamente, figli che riescono ad avere a cena entrambi i genitori separati, magari con i rispettivi nuovi compagni, conversando del più e del meno senza particolare imbarazzo. E’ chiaro che a questo, spesso, ci si arriva con il tempo, quando dolore e risentimento sono ferite rimarginate. Le poniamo alcune domande in risposta alla sua, in modo che possano fungere da spunto di riflessione per prendere poi una decisione: come si sentirebbe dovendo trascorrere le feste insieme al suo ex marito? Come starebbe lui? Che aria si respirerebbe in casa? Può rappresentare effettivamente un giorno di gioia per i bambini se a stento ci si guarda in faccia e con la consapevolezza che poi, la sera, ciascuno prenderà nuovamente la sua strada? Su una cosa siamo tassative: i figli hanno diritto ad un rapporto con entrambi i genitori, fatta eccezione ovviamente per quei casi in cui si rende necessario un allontanamento da uno di essi a tutela del minore. Questo diritto va preservato a maggior ragione durante il periodo natalizio, festività per eccellenza in cui si onora la famiglia. Da qui a trascorrere insieme il pranzo di Natale, in modo fintamente spensierato, ci sono innumerevoli sfumature. Parlatene insieme come genitori, concordate una soluzione che vi faccia sentire a vostro agio perché questo si riflette poi, sul vissuto dei bambini. Se sono piccini magari può essere bello condividere tutti insieme almeno il momento dello spacchettamento dei regali. Se sono grandicelli potete chiedere anche a loro come desiderano organizzarsi. Ma ripetiamo, dipende tanto dalla storia di questa famiglia, dallo stato delle relazioni al momento, dall’età della prole. Dal racconto di alcuni figli a proposito del divorzio ancora si tocca con mano il dispiacere di non trascorrere il Natale con una famiglia unita. Da altre storie emerge più il senso di liberazione per il non dover far finta di niente mentre si respira un’opprimente aria di tensione. Un passo importante da fare per gestire al meglio la situazione è aprire una comunicazione sul tema con i suoi figli. Scrive che ha timore di ricevere domande scomode, e quando il timore viene fiutato dall’altro può creare un blocco nella comunicazione. Da dove nasce questa paura? Dal senso di colpa? Dalla fatica a tollerare il dolore dei suoi figli? E’ importante che faccia chiarezza su questo in modo da poter poi, con serenità, toccare insieme questo argomento, dando loro la possibilità di esprimere autenticamente le proprie emozioni.

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Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa-psicoterapeuta ad approccio umanistico e
bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043

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