Capita piuttosto spesso che ci vengano richiesti suggerimenti o consigli relativamente a tematiche specifiche, al di fuori dello spazio consulenziale. Alcune di queste domande toccano argomenti di interesse ad ampio raggio, così abbiamo pensato di rispondere ad esse. Potete porcele scrivendoci in privato alla pagina Facebook dello studio (Studio Psicologico Romano-Di Maio) oppure ai numeri sotto indicati. Buona lettura!
Come affrontare il tema del coronavirus con bambini e adolescenti? E come gestire questa lunga sospensione delle attività didattiche che ne è conseguita?
Aumenta il numero di contagi da Covid-19 in Italia e con esso la paura di tanti di restare coinvolti. In rete, in TV, in qualunque luogo ci rechiamo, è l’argomento più chiacchierato, e quasi compulsiva è la ricerca, da parte di alcuni, delle ultime notizie sulle città in cui sono avvenuti contagi, perché più si allarga il raggio d’azione del nuovo coronavirus e più ci sentiamo minacciati. Fateci caso, se vi capita di starnutire o tossire in presenza di altri, vi raccomandiamo, nel gomito o in un fazzoletto (come ci viene suggerito nei vademecum sui comportamenti da tenere per prevenire e limitare i contagi), guardatevi intorno e noterete qualche sguardo circospetto al posto delle classiche affermazioni “ah, questi cambiamenti di tempo, un attimo prima fa caldo, poi fa freddo e così ci ammaliamo!”. Certamente la questione è seria, richiede un comportamento responsabile da parte di tutti e la fiducia in chi sta prendendo decisioni per il nostro Paese. Nei nostri luoghi, attualmente lontani dalle “zone rosse”, siamo fortunati a poter condurre una vita sufficientemente normale, certo con qualche attenzione e premura in più. Ma a farne principalmente le spese, in questa fase, è innegabile che siano i nostri studenti, che si sono visti togliere, a tutela loro e di chi gli sta intorno, un pezzo importante della loro quotidianità: la scuola. Su questo tema vogliamo soffermarci, offrendo qualche spunto di riflessione rispetto a come trattare l’argomento coronavirus con loro e come aiutarli a gestire il maggiore tempo libero che si ritrovano. Qualcuno commenterà: “il problema è nostro, loro sono contenti di non andare a scuola!”. Magari sì, in apparenza, ad uno sguardo superficiale, proviamo però ad andare più a fondo. La tranquillità dei nostri ragazzi dipende da noi adulti e, se ci vedono preoccupati e molto presi da questo argomento, inevitabilmente cominceranno a farsi qualche domanda. Non intendiamo dire che occorre far finta di niente e sminuire la delicata situazione in cui il nostro Paese si trova, il contrario: accertiamoci di avere sufficienti informazioni sull’argomento per poter rispondere alle loro domande e poi mettiamoli nelle condizioni di porcele. Evitiamo di esporli a programmi televisivi che ne parlano in un linguaggio per adulti, ma spieghiamogli noi cosa sta accadendo e perché è opportuno che non vadano a scuola per qualche settimana. Se l’argomento ci mette ansia, meglio delegare questo confronto ad un altro familiare che sentiamo possa maggiormente rasserenarli, trovando le parole giuste per l’età del bambino che ha davanti. Non servono troppi particolari ma quanto basta a colmare quei vuoti di conoscenza in cui possono insinuarsi paure e fantasie. Informarli, spiegargli perché è importante che lavino spesso le mani o che tossiscano o starnutiscano nel fazzoletto, rispondere ai loro dubbi sul perché è necessario, in questa fase, evitare contatti ravvicinati in ambienti molto frequentati, è fondamentale per arginare generalizzazioni della paura e la percezione dell’altro o della scuola come fonte di pericolo. Se vostro figlio vi rimanda invece la gioia di non poter andare a scuola, che non significa per forza che non ci siano anche dubbi e preoccupazioni, piuttosto che rimproverarlo, trasformate questa in un’occasione per farne una “lezione” di senso civico, diamogli tempo e modo di guardare al problema con meno “egocentrismo”, spiegandogli perché è importante augurarci di poter riprendere presto tutti la vita di sempre. Atteniamoci alle indicazioni nazionali e regionali, che in questa fase sono in continua evoluzione, e, nel rispetto delle stesse, cerchiamo di mantenere una routine nella vita dei ragazzi. Non sono in vacanza, possono studiare anche a casa, dunque è bene che abbiano una sveglia e un tempo da dedicare ai compiti, alla lettura e allo studio, prima di giocare al PC o con lo smartphone che, ricordiamo loro, possono essere usati per mantenere i contatti con gli amichetti di classe che non riescono a vedere in questo periodo. Togliere la scuola ai bambini significa eliminare una bella fetta dei loro rapporti sociali, dunque facciamo il possibile per consentirgli invece di mantenere le relazioni. Salvo nuove misure, maggiormente restrittive anche sul nostro territorio, preserviamo possibilità di gioco e di relazione all’aperto, certo con qualche premura in più.
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Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa-psicoterapeuta ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043