La processione del Corpus Domini, una riflessione “critica” (ma costruttiva)

Voglio condividere con voi alcune mie considerazioni sulla festa del Corpus Domini qui a Sorrento e nella nostra penisola.

Il 15 giugno scorso ho assistito alla solenne processione del Corpus Domini e sono rimasto un po’ rattristato in quanto mi è sembrata la dimostrazione più visibile di come questa festa stia passando in secondo piano (priva di bambini e giovani con la loro allegria e la loro spensieratezza). Vi spiego il mio punto di vista: fin da giovane, i miei nonni mi spiegavano che quando erano giovani genitori, le famiglie si preparavano sia spiritualmente sia sotto un profilo organizzativo per tale data.

Si andava in parrocchia per le preghiere e le novene e per preparare i canti e ciascuna famiglia stendeva dei grandi lenzuoli ai balconi, si preparavano cesti e cestini di petali che si gettavano per le strade al passaggio di Nostro Signore e ci si metteva l’abito più bello, quello delle occasioni importanti (i bambini mettevano quello della prima Comunione) per partecipare e seguire Gesù Eucarestia, portato solennemente dal Vescovo prima per la città e poi nella Cattedrale per la solenne Celebrazione Eucaristica.

Tutto il paese era in festa e molto spesso c’era anche la banda che seguiva il corteo con il compito di accompagnare i canti, il più importante dei quali era il “Pange Lingua” scritto da San Tommaso D’Aquino per volere del Papa Urbano IV.

Forse qualcuno dirà che sono manifestazioni esterne, che non sono necessarie, ma io dico: “ quando viene un cantante in piazza o un ospite importante a Sorrento, si organizza, giustamente tutto con cura e nei minimi dettagli e allora perché non farlo per Colui che è più importante di tutti?”

Però, fate attenzione, con questi miei pensieri non voglio criticare nessuno, semplicemente voglio dire che anche Sorrento è colpita da quel grande male chiamato secolarismo, ma noi cittadini possiamo rilanciare l’importanza di questa festa, anche perché abbiamo come risorsa la vitalità delle parrocchie, un Vescovo entusiasta e instancabile ascoltatore di Dio, parroci e seminaristi dediti alle loro comunità (credetemi ,non è scontato ve lo dice uno che ha girato parecchie città e paesi ultimamente) e le Venerabili Congreghe che dispongono di antiche tradizioni e solida organizzazione. Così dal prossimo anno potremmo riavere una processione lunga, piena di canti, di giovani, di colori e fiori da affiancare alle celebrazioni religiose dove la nostra Arcidiocesi non è seconda a nessuno.

Salvatore Foggiano

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