“La salute mentale in un mondo ineguale”

Dal 1992, anno in cui e’ stato istituito il World Mental Health Day, per opera della Federazione Mondiale della Salute Mentale, la giornata del 10 Ottobre è dedicata proprio a questo tema. E’ oramai trascorsa quasi una settimana da questa ricorrenza ma ci teniamo a non perdere l’occasione per trattare tale argomento e divulgare l’importanza di una maggiore attenzione alla nostra mente oltre che al corpo. Ricordiamo che l’ Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute non semplicemente come una condizione di assenza di malattia ma come uno stato di benessere mentale e sociale oltre che fisico. Eppure ancora oggi tanti sono i pregiudizi rispetto alla psicologia e al suo campo di intervento, pertanto noi non smettiamo di ribadirlo: lo psicologo non si occupa solo di cura (ricordiamo a tale riguardo che per praticare la psicoterapia occorre che lo psicologo continui la sua formazione intraprendendo un percorso di specializzazione) ma prima di tutto di prevenzione del disagio e promozione del benessere nei vari contesti di vita della persona, da qui le declinazioni in psicologo scolastico, sportivo e così via. L’edizione 2021 della Giornata Mondiale della Salute Mentale giunge in un momento particolare: ci stiamo progressivamente mettendo alle spalle la pandemia da Covid-19 e, come sul finire di ogni “guerra” che può definirsi tale, si fa la conta dei morti e dei feriti. E le ferite inflitte da questo virus invisibile non sono solo sul corpo ma anche nell’anima. Al disagio di chi già soffriva di disturbi psichici, e che durante la pandemia non sempre ha potuto accedere ad adeguati trattamenti farmacologici e riabilitativi, si è sommato anche quello di chi godeva di una condizione di equilibrio prima del 2020, ma ha vissuto in modo compromettente per la sua salute mentale la pandemia da Covid-19. A tale riguardo l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco rileva, nel 2020, un incremento nell’acquisto di farmaci ansiolitici.

E’ consuetudine, dal 1994, dedicare questa giornata ad un tema specifico: quello di questo anno è “la salute mentale in un mondo ineguale”, a sottolineare la discriminazione di cui è oggetto chi vive un disagio psichico rispetto a chi soffre di una malattia fisica. Molto spesso, pregiudizi, oltre che fattori sociali, politici ed economici, interferiscono con un opportuno accesso alle cure del caso, rendendo il fenomeno della sofferenza psichica in parte sommerso. Capita di frequente che chi sta male emotivamente si nasconde proprio per non cadere vittima del pregiudizio, ma ciò non fa che incrementare il malessere e l’isolamento. In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, l’ Ipsos, istituto specializzato in ricerche di mercato e sondaggi politici, ha scelto di occuparsi proprio di questo tema. Nello specifico sono stati condotti dei sondaggi in 30 Paesi sul peso attribuito dalle persone a salute mentale e salute fisica e sulla percezione che si ha di come il problema della salute mentale venga gestito dal sistema sanitario del proprio Paese. Riportiamo qualche interessante dato tratto da questi sondaggi. Mentre il 79% degli intervistati ritiene di dare eguale importanza alla salute fisica e alla salute mentale, solo il 35% ritiene che il proprio sistema sanitario nazionale di riferimento gli riservi pari trattamento. Il 53% degli intervistati ritiene di pensare al proprio benessere mentale molto o abbastanza spesso, e quelli più propensi a farlo sono i giovani e le donne. In Italia, poco più della metà degli italiani intervistati, il 51%, dichiara di dare attenzione al proprio benessere mentale. Per quanto riguarda la considerazione della salute fisica e della salute mentale da parte del proprio sistema sanitario di riferimento, il 42% degli intervistati ritiene che la salute fisica riceva una maggiore considerazione. In Italia tale percentuale si riduce al 39%. Eppure, secondo l’opinione pubblica a livello internazionale, quello della salute mentale rappresenta uno dei principali problemi di salute nel proprio Paese, per il 31% subito dopo il Covid-19 e il cancro. Tali dati fanno riflettere. A maggior ragione se, plausibilmente, ipotizziamo che non tutti coloro che danno attenzione alla propria salute mentale chiedano poi effettivamente aiuto ai servizi competenti quando ne hanno bisogno, vivendo spesso con inadeguatezza e vergogna la propria condizione. E fino a quando sarà così vorrà dire che di salute psichica e promozione del benessere non se ne è ancora parlato abbastanza.

 

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