La scomparsa di don Nicola. Mario Russo lo ricorda così

Un post commosso, dove il sapore del ricordo incrocia la riconoscenza per una vita esemplare, totalmente dedita ai poveri. Si tratta delle parole che il presidente del Consiglio comunale di Piano di Sorrento ha dedicato a don Nicola De Maria sul suo diario facebook. Molteplici i tratti caratteriali comuni ai due, in particolare le posizioni controcorrente, sostenute con forza. La stessa forza arriva da queste parole, immediate e sincere.

“Ho conosciuto abbastanza Preti e Vescovi per capire appieno il senso del Vangelo che oggi ha accompagnato la messa funebre di Don Nicola De Maria . E’quel passo che parla dei Scribi e Farisei. Nella vita bisogna schierarsi , a viso aperto , difendere i principi e le idee il resto e’ ipocrisia ed opportunismo.
La prima volta che incontrai “il Pazzo” fu per strada vicino Mortora . Mi fermo’ e chiese dove poteva trovare …..me .Qualcuno gli aveva detto che avrei potuto aiutarlo Era disperato perche’ aveva la festadi S Biagio e la facciata della chiesa tutta rovinata. Avevo vari problemi e lo liquidai malamente ,ma quella disperazione mi colpì profondamente e un indicibile rimorso divenne mio padrone. Lasciai tutto e la mattina andai a S Biagio, mi ritrovai attorno clochard e mendicanti che cercarono di aiutarmi e tante risate, ma non erano le nostre. Erano quelle di chi mi conosceva, del politichetto di passaggio, di chi dal pulmann guardava quella insolita squadra al lavoro ,Passo’ altro tempo Ed altre volte incontrai quella disperazione ed allora costruimmo Un gabinetto nella sacrestia , e poi una doccia per i clochard .Ancora Prima di Francesco .Ed ancora dopo mettemmo un pavimento nella sua stanza da letto una camera di 2 metri per tre e poi il pavimento nella Sacrestia , la Fontana fuori la chiesa ,le contropareti ai locali fradici d’acqua rifacemmo la grande finestrasulla facciata con i vetri a piombo di Sepe . E’ stata restaurata la grande porta di ingresso e pitturata la chiesa Tutto cio’ con i suoi soldi o con quello che riusciva ad ottenere da chi non si sentiva allineato . Don Nicola ha venduto tutto cio’che aveva per fare mense per i poveri per dare accoglienza ed aiuto a tanti che lo hanno anche sfruttato ed ingannato. Gli si contestava di aver messo lapidi contro il vescovo ma recupero’ locali per la chiesa . Anche di disturbare la quiete dei vicini , E’ vero , diceva messa con il megafono ma io ed i miei operai lo abbiamo spiato dalla casa di fronte dove facevamo Lavori e visto pregare per ore e ad ogni chiamata lanciare soldi a chi li chiedeva . Questo prete ha vissuto il disagio dapprima su se stesso , Viveva in una canonica con sola acqua fredda ,un gabinetto al piano di sotto ed una doccia “aperta” nel soffitto ,tra i tarli e scarafaggi di una vecchia chiesa . Chiedete al Sagrestano di accompagnarvi alle sue stanze e cercate di immaginarle come potevano essere prima di qualche lavoro di miglioria Il Vescovo si guardi attorno,si guardi allo specchio ,guardi le sue vesti e visiti invece le canoniche dove vivono “ i preti buoni” ,si domandi dei privilegi dei familiari diretti ed indiretti dei parroci , Della ricchezza delle vesti e Casulae con lapislazzuli e perle , dell’aver spogliato Santi e Madonne degli ori per vestirne loro,dello stile di vita , di quali beni era composto il proprio patrimonio ad inizio e fine “Carriera” di cosa hanno lasciato alla comunita’ ed alla Chiesa e soprattutto visti i tempi si renda conto che i lavori pagati dai fedeli con le offerte (come a Mortora ultimamente ),sono parte sostanziale della reggenza e sostentamento del clero e della chiesa motivi fondanti dello Jus Patronatus , ovvero la riconoscenza della chiesa ai propri benefattori che si vuole annullare per stabilire un primato che va contro la storia ed il diritto ed il sentimento dei Fedeli”.

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