La struggente lettera di un marittimo carottese

Cari concittadini,

stiamo tutti vivendo un momento difficile, pieno di incertezze e di paure. Per noi marittimi alcune sensazioni non sono nuove. Sappiamo cosa si prova a dover stare in “isolamento sociale”, lontani dai propri affetti, dai propri amici, dalla propria comunità. Non per giorni o settimane, ma per interi mesi. Sappiamo cosa significa e il dolore che provoca il distacco, non poter ricevere un abbraccio, non poter fare una carezza ai propri genitori o ai propri figli, non poter condividere una serata con un amico. Sappiamo cosa significa non essere presenti per le feste di compleanno, non ricevere il caldo sorriso dei bambini a Natale, non festeggiare con gli amici il Capodanno. Sentiamo la nostalgia dei cammini delle Processioni, del suono dei tamburi, dei cori che riempiono il silenzo della notte nella Settimana Santa. Alcuni di noi hanno purtroppo vissuto la tragica esperienza di essere lontani durante le malattie o peggio, la perdita, dei propri cari. Sentiamo costantemente il peso dell’assenza e al contempo il senso di colpa per dovere lasciare a chi rimane a casa ogni responsabilità. Questo è il nostro lavoro. Da dove venga la forza per affrontare una vita divisa con il mare possiamo forse capirlo solo noi e chi ci ama.  Abbiamo dentro, e la hanno le nostre donne (mogli e madri), i nostri figli e  le nostre famiglie, una forza che viene da secoli di esperienza, da anni di sacrifici, di lunghe assenze  e di lacrime versate in silenzio. Una forza che viene dall’appartenenza ad una grande comunità. La nostra storia è il mare. Il popolo carottese è stato sempre un popolo di arditi navigatori, fin dal periodo greco-romano. Già prima dell’anno mille era nota la bravura dei costruttori navali e dei marinai della “Città del Piano”, riconosciuto nei vari porti del Mediterraneo, dell’Atlantico e del Pacifico. La nostra Città è sede dello storico Istituto Natico “Nino Bixio”, ad oggi uno dei piu antichi istituti nautici d’Italia, fondata nel 1348 un nobile sorrentino. Dal 1636 Piano cominciò a stampare le patenti mercantli per i naviganti istruiti nelle sue scuole nautiche, per l’orgoglio di certificare la perizia raggunta dai suoi marittimi nell’arte nautica. Tuttavia, per noi, questo momento è ancora piu duro di quelli che siamo abituati a vivere. Molti di noi stanno rientrando nelle loro case, dalle loro famiglie, perchè il nostro lavoro è stato interrotto, fermato da un nemico invisibile.  Ma questo rientro non è come sempre fonte di gioia per la riconciliazione. E’ paura e incertezza, per il futuro certo, ma anche per la salute dei nostri cari e per noi.  Avremmo forse preferito rimanere lontani, per non esporre nessuno ad un rischio che ciascuna persona, quasi sempre inconsapevolmente, si porta dietro. Siamo controllati e seguiti, andremo in qualche modo in quarantena, lontano da tutti. Faremo il nostro dovere come siamo abituati a fare. Comprendiamo la paura, perchè siamo i primi a provarla, ma ferisce l’ostilità percepita per chi non sta scappando, ma rientra forzatamente nella sua casa, nella sua famiglia. Molti di noi sono ancora a bordo delle navi, esposti comunque al rischio, in cerca di attracchi sicuri, impossibilitati a scendere in nessun porto, sottoposti, ben volentieri, a norme stringerti per tutelare i passeggeri e l’equipaggio. Molti di noi sono schiacciati dall’impotenza di non poter essere di aiuto alle nostre famiglie e alle nostre donne, su cui grava la difesa dei nostri figli e dei nostri genitori.  Anche in questo caso, tutti noi faremo il nostro come sempre. Come la nostra storia e la nostra tradizione impone. Quello che chiediamo oggi alla nostra comunità è di non dimenticare la nostra storia e la nostra grandezza. Di rispettare le persone e di agire come disciplinato equpaggio della piu grande compagnia mai esistita. Noi faremo il nostro dovere, a casa o lontani, sorretti dalla forza dell’appartenza ad una comunità che è una grande famiglia, a cui affidiamo i nostri cari. E affidiamo tutti alla protezione di Santa Maria di Galatea, che da sempre, protegge la gente di mare e le sue famiglie.

  1. I. , Msc

Commenti

5 risposte a “La struggente lettera di un marittimo carottese”

  1. Giuseppe esposito

    Forza ripartirete più forti di prima

  2. SALVATORE POLLIO

    RISCONTRO A: 1. l. , MSC
    Caro concittadino marittimo, noi che di mare viviamo, di mare gioiamo e di mare soffriamo, ben conosciamo l’angoscia che accompagna voi sul mare, come voi ben conoscete la nostra che rimaniamo. in questo particolare momento, relativamente alla tua affermazione…” ferisce l’ostilità percepita per chi non sta scappando”…ci tengo particolarmente a precisare che NESSUNO E’ OSTILE AD ACCOGLIERVI, ANZI, TUTTI PRONTI E PROTESI A CREARE LE CONDIZIONI OTTIMALI PER FARLO…COSI’ COME MERITATE…BUON RITORNO. salvatore pollio.

  3. Pietro Apuzzo

    Ce la faremo e sarà una grande Vittoria 💪💪💪💪💪

  4. Antonio Massa Via Padre Rocco 30 Napoli

    So bene cosa significa vivere lontani dai propri cari.L’ fatto per ben 67 ANNI.Non me ne pento,rimangono solo tanti bei ricordi

  5. Forza e coraggio . Nonostante lontano dal mare, ma lavorando per il mare , pensiamo ed operiamo per voi che siete chiaramente in difficoltà.

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