E’ un personaggio mitico per i bambini (e gli ex-bambini) della Penisola sorrentina: parlo della Strega Pidocchia, l’incredibile figura nata dalla fervida fantasia della professoressa Emanuela Rajola, docente, giornalista e scrittrice di livello. E finalmente, dopo la forzata pausa pandemica, è tornata a prendere vita in un evento pubblico, tra i sorrisi, le emozioni e le voci gioiose dei bambini, il 27 maggio 2022 al Conservatorio di Santa Maria della Pietà a Sorrento. I bambini della Scuola Primaria, la seconda e la terza, sono stati protagonisti di un recital che ha rappresentato le favole della Strega Pidocchia. La strega ha alcune peculiarità che hanno contribuito a renderla così popolare: è più monella che realmente cattiva, perché il suo unico scopo non è fare del male ai bambini, ma far loro dei dispetti per sentirli piangere di rabbia e delusione, e poi agisce solo ed esclusivamente in giro per la Penisola Sorrentina, in posti facilmente riconoscibili dai piccoli lettori perché appartenenti alla loro quotidianità oppure che non conoscevano ma li stimola a visitarli. Attraverso una miriade di personaggi fantastici e tante avventure incredibili, le favole della Rajola svolgono una duplice, meritevole opera a favore di chi le legge: illustrano i luoghi del territorio della Penisola, mettendone in risalto il patrimonio artistico e culturale, e trasmettono al contempo valori imprescindibili come la solidarietà, l’amicizia, l’importanza per i giovani di trovare un proprio codice morale interiore non influenzabile da mode e costumi, l’accoglienza e la valorizzazione delle differenze. Il recital degli alunni del Conservatorio, frutto di un lungo ed appassionato lavoro dei maestri Gianfranco Aprea, Olga Cafiero e Carmela Conforti, ha visto i bambini impegnati nel canto, nel ballo e nella teatralizzazione delle favole. La Strega Pidocchia e l’Orco Peppo, il Drago Frenesino e le buone fatine sono stati rappresentati nei loro momenti di azione nell’eterna lotta tra il bene ed il male, dove però il bene vince sempre e anche i cattivi alla fine non sono poi così cattivi. Il progetto si è sviluppato all’interno di un PON, cioè quei progetti nazionali che servono a potenziare le competenze di base degli allievi. Durante la serata, è stato anche proiettato un video che documenta tutte le fasi di questo lungo impegno, con i bambini intenti a visitare i luoghi descritti nelle favole, come la casa di Torquato Tasso e della sorella Cornelia, i Bastioni e le grotte sorrentine, o a costruire delle marionette stilizzate per creare un piccolo teatro di rappresentazione. Per l’occasione, è stata creata anche un’inedita “canzone della Strega Pidocchia”, con musica e parole originali di Olga Cafiero. Le fiabe, che fanno parte del vissuto dell’infanzia di ogni persona, hanno un’origine antica quanto l’umanità, partendo da antichi miti e leggende conservati nella memoria collettiva, e sono essenziali per lo sviluppo psicologico ed emotivo del bambino, in quanto sono in grado di esorcizzare le sue ansie e paure, consentono la presa di coscienza e l’espressione dell’inconscio, servono all’insegnamento dei valori morali del proprio sistema sociale, rinforzano l’Io ancora in formazione, favoriscono lo sviluppo della conoscenza e del linguaggio. In tal senso, le favole della Rajola assolvono a tutti questi compiti, rappresentando un testo ideale da leggere ad ogni bambino. Il personaggio fu creato dalla professoressa come dono d’amore per la figlia e la nipote, ormai giovani adulte, quando erano piccole, ed è diventato una realtà importante nell’immaginario di noi cittadini della Terra delle Sirene.
Carlo Alfaro