Un incontro con la scrittrice Letizia Vicidomini è sempre come fare un pieno di energia vitale, perchè lei riempie la scena di emozioni, forte anche della sua esperienza ventennale in qualità di speaker radiofonica, presentatrice di serate di moda e musica, voce per spot pubblicitari, lettrice per presentazioni di libri ed eventi, attrice teatrale, oltre che del dono di un talento narrativo come pochi. A Sorrento per presentare con Carlo Alfaro, alla Libreria Tasso, la sua ultima fatica letteraria, “Notte in bianco”, edita da Homo Sapiens, il 27 novembre, Letizia ha commentato, entusiasta: “Felice di essere di nuovo a Sorrento, dove ha preso il via la mia avventura da narratrice. Sorrento è sempre presente nei miei romanzi, a partire dal mio primo successo editoriale, Angel, presentato proprio alla Libreria Tasso, all’epoca nella piccola sede nel centro storico. E oggi sono di nuovo qui, alla Libreria Tasso, con Angela Cacace e Carlo Alfaro, due tra le persone più belle che io conosca. A Sorrento ogni volta è una festa. Di sorrisi, colori, parole e persone. Grazie alla Libreria Tasso, ad Angela e Stefano sempre cari, a Carlo che analizza i miei romanzi con amore, agli amici nuovi e a Ketti Arpino che non poteva mancare. Le bellissime immagini dei reporter Michele De Angelis e Simona de La Feld stanno a testimoniare quanto mi voglia bene Sorrento. Amore totalmente ricambiato. Essere con voi tra tanti libri mi porta una gioia infinita.Le ultime settimane sono state pazzesche. Una sequela di emozioni, di attimi intensi, di sguardi e sorrisi. Teatro, scrittura e parole importanti sono state come fuochi d’artificio, e ancora continuano nel mio cuore”. Tra un caffè o una cioccolata neri e bollenti come la scrittura dell’autrice, offerti gentilmente agli ospiti della libreria dalla caffetteria Caffè Noir, Letizia ha raccontato i segreti del suo ultimo libro, che conclude per Homo Scrivens la cosiddetta “trilogia dei colori”, dopo “La poltrona di seta rossa” (2013) e “Nero. Diario di una ballerina” (2014). “Notte in bianco” è un giallo classico, o meglio “un noir che vi lascerà senza respiro, intenso e vivo come un thriller di Hitchcock”, come recita l’autorevole giudizio del mitico Maurizio de Giovanni, speciale mentore della Vicidomini. Il titolo del libro nasce dal tormento dell’ex commissario Andrea Martino, che passa “notti in bianco” a scervellarsi su chi possa aver ucciso Viola Carraturo, la “tabaccaia di Materdei”. Tutto parte infatti, come in ogni giallo che si rispetti, da un efferato delitto: la donna viene trovata uccisa all’interno del suo esercizio di Sali e Tabacchi. Qualcuno nel suo negozio ha fracassato il cranio della tabaccaia e l’ha finita soffocandola con un cuscino. Non si comprende il movente del delitto, visto che l’incasso è stato ritrovato intatto nel cassetto. Viola era una donna profondamente e disperatamente sola, disprezzata e schifata dall’intero condominio, ma il Commissario si lascia catturare dalla vicenda, comprendendo che c’è altro dietro l’apparenza di una vita squallida e grama. Chi era davvero quella donna non amata da nessuno? Una sessantenne sciatta e depressa, che portava malissimo i suoi anni, devastata dal passato, un oscuro passato che l’ha portata alla fine, tra squilibrio, sporcizia, degrado, follia. La sua vita condensa cumuli di dolore e angoscia, come anche quella dei due nipoti, Benedetto e Annunziata, che ha allevato dopo la morte dei propri genitori, e vivono sopraffatti da solitudine e infelicità, serbandole tanto rancore e risentimento. Sono stati loro a trovarla all’apertura della tabaccheria. Viola era depositaria di un segreto o forse più di uno, segreti che l’hanno portata alla morte. Martino interroga con pazienza e umanità tutte le persone che hanno avuto contatti con la vittima, compresi i condomini di una palazzina che dà sul giardino incolto dietro la tabaccheria, dove qualcuno ha visto molte volte Viola passeggiare durante la notte. Un’anima in pena e il suo segreto. Letizia Vicidomini è dotata di uno stile di scrittura personale e inconfondibile che ha fatto la sua fortuna. Una rara capacità di raccontare per immagini e dialoghi, in modo semplice, diretto, fluido e coinvolgente. Notevole poi il dono dell’autrice di scavare nei meandri della mente umana. Dicono di lei i critici: “la principale dote della scrittura dell’autrice Letizia Vicidomini è la comunicabilità immediata con il lettore”. (Andrea Novelli e Gianpaolo Zarini); “che la scrittura di Letizia Vicidomini sia con voi!” (Paola Rambaldi). Alla fine della presentazione, Letizia ha voluto fare un dono particolare ai suoi fans sorrentini, leggendo per loro un suo racconto di fulminante bellezza, “Mio padre”, tratto da un’antologia di racconti curata da Maurizio de Giovanni alla quale hanno partecipato noti scrittori napoletani e gli alunni di tre licei della città. La raccolta, “Una mano sul volto”, nasce nell’ambito di un progetto di sensibilizzazione contro la violenza di genere avviato a Napoli da AMI (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani per la Tutela delle Persone, dei Minorenni e della Famiglia) in collaborazione con SOROPTIMIST International Italia-Club Napoli. Il racconto di Letizia, una storia di violenza consumata all’interno di una rispettabile e benestante famiglia che resta avvolta nel silenzio, è stato trasformato in un testo teatrale che è andato in scena il 21 novembre al Teatro Zona Vomero, in occasione delle manifestazioni per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il testo è stato portato in scena dall’attrice Ramona Tripodi, fondatrice di “Inbilicoteatro e film”, associazione attenta a raccontare le storie degli ultimi e degli invisibili, che ha dichiarato: “Credo fortemente nel valore politico e civico del teatro, ed in generale delle arti visive. Quando ho letto Mio Padre ne sono rimasta incantata. Una narrazione così avvincente e profondamente in contrasto con la storia era ideale per un adattamento teatrale”.
Carlo Alfaro