Sono ormai passati 11 anni ma la tragedia del primo maggio 2007, che portò alla morte di Teresa Reale e Claudia Fattorusso, continua ad inseguire come un fantasma Marco Fiorentino e rischia di condizionare, in modo significativo, le sue ambizioni politiche. L’ex sindaco di Sorrento, e attuale consigliere comunale di minoranza, infatti, deve versare 108 mila euro al Comune di Sorrento, oltre alle spese legali, per un totale di circa 113mila euro.
Il verdetto
Lo ha stabilito, il 29 giugno scorso, la quarta sezione civile del Tribunale di Napoli, giudice monocratico dott. Fabio Magistro, che ha deciso sulla citazione proposta dal Comune di Sorrento per il recupero dei 648mila euro anticipati dall’Ente, a titolo di provvisionale, nell’ambito del giudizio penale. Si tratta di un esborso disposto in primo grado dal giudice penale in via provvisoria ed in attesa del risarcimento alle parti lese da quantificare in sede civile. Per la riscossione di questa somma si sono rivolte al Comune, in quanto soggetto ritenuto maggiormente solvibile, i familiari delle vittime . Il Comune ha pagato per tutti, ma poi ha esercitato l’azione di regresso nei confronti dei soggetti coinvolti nella veste di condebitori, quindi, ha chiamato in giudizio Marco Fiorentino, il Ministero degli Interni ed i fratelli Donnarruma, in qualità di titolari ed operai della ditta che eseguiva i lavori che hanno fatto scaturire la tragedia. Tutti costoro sono stati condannati nel giudizio penale. L’obiettivo del Comune è ottenere il rimborso, pro quota, della somma versata. Su questa richiesta è arrivata la sentenza civile citata che ha anche definito la misura delle responsabilità di ciascuno nei fatti del primo maggio, quantificando l’esborso economico di ogni parte coinvolta.
Tutti responsabili
nella stessa misura
Per il giudice civile la somma da versare deve essere suddivisa in modo proporzionale tra tutti: 108mila euro cadauno. Quindi, sono stati ritenuti tutti responsabili nella stessa proporzione per i fatti di quel tragico primo maggio. Questo sul piano della stretta quantificazione economica. Ma c’è un altro profilo che incide in questa vicenda ed è quello politico.
La natura del debito
La sentenza dispone che Marco Fiorentino, a questo punto, ha un debito verso il Comune di cui è consigliere, pertanto si profila l’ipotesi di incompatibilità con la carica che attualmente riveste, e, se questa situazione non fosse rimossa, tale vicenda potrebbe incidere anche sulle ambizioni politiche attuali ma anche future determinando l’ineleggibilità a qualsiasi carica amministrativa, compresa quella di sindaco. Ma andiamo con ordine.
Prima e dopo la sentenza
Fino ad oggi per Marco Fiorentino non si è posta la questione della incompatibilità con la carica di consigliere comunale in quanto pur avendo il Comune nei suoi confronti un credito certo ed esigibile, lo stesso non poteva ritenersi liquido visto che non era stato quantificato nel suo ammontare. Pertanto, alla eventuale contestazione Fiorentino avrebbe potuto rispondere: vorrei pagare, ma non so quanto. Ora, invece, proprio il “quantum” è stato definito, pertanto il credito ha tutte le caratteristiche per essere riscosso. Al tempo stesso, tale vicenda, determina una condizione oggettiva di conflitto tra il Comune e Marco Fiorentino. Quest’ultimo è un consigliere comunale che deve soldi al Comune. Tale situazione definisce un’incompatibilità?
Incompatibilità. Cosa dice la legge
L’articolo 63 del Testo Unico indica due ipotesi – ai commi 5 e 6 – relative al caso dell’amministratore che ha un debito con il Comune. In un comma si fa riferimento ad una sentenza passata in giudicato, in altro questo riferimento non c’è. Quale dei due commi è applicabile a Fiorentino. I legali di quest’ultimo sostengono, inevitabilmente, che la proposizione dell’Appello avverso alla sentenza citata eviterebbe l’incompatibilità.
Marzuillo in campo
Ora cosa succede? Il Presidente del consiglio comunale, EmilioStefano Marzuillo, cui la sentenza è stata notificata, nella giornata di ieri, ha informato i consiglieri comunali della sentenza e chiesto alla Segretaria comunale, dottoressa Elena Inserra, di sapere se il dispositivo determina una condizione di incompatibilità.
La procedura in consiglio
Nel caso si volesse procedere con l’incompatibilità, come funziona?
Il procedimento è dettato dall’articolo 69 del Testo Unico sugli Enti Locali. L’incompatibilità deve essere contestata in consiglio comunale. Quindi è necessario che qualcuno tra i consiglieri sollevi il problema. In tale caso Marco Fiorentino avrebbe 10 giorni o per formulare osservazioni o per rimuovere la causa di incompatibilità.
Nei successivi 10 giorni il consiglio comunale si riunisce nuovamente ed ove ritenga sussistere la causa di incompatibilità, nonostante le osservazioni, inviata il consigliere a rimuovere o scegliere il da farsi.
Se passano altri 10 giorni senza soluzione il consiglio dichiara la decadenza.
La questione potrebbe risolversi solo se in consiglio comunale fossero portate argomentazioni tali da persuadere l’Assemblea cittadina che l’incompatibilità non c’è.
Le ambizioni politiche
Questa vicenda, al di là dei profili strettamente giudiziari, offre la possibilità di capire le intenzioni politiche di Marco Fiorentino per le elezioni comunali del 2020.
Se il consiglio gli contestasse l’incompatibilità e lui decidesse di pagare, rimuovendo così la possibile causa ostativa alla presenza in consiglio comunale, significa che è proiettato verso l’obiettivo di una nuova candidatura a sindaco di Sorrento.
Quelli esaminati fino ad ora sono tutti effetti diretti della vicenda giudiziaria, ma ci sono anche quelli indiretti.
I dissidenti
Negli ultimi mesi si è fatto sentire un certo attivismo di Marco Fiorentino interessato a tornare in campo e per quest’obiettivo ha aperto un dialogo con tante parti della maggioranza. Alcuni hanno accettato la sponda offerta da Fiorentino in chiave strumentale per far pesare il proprio dissenso.
Ora tutto deve uscire alla luce del sole. Se si dovesse arrivare ad un voto in consiglio comunale, anche solo per contestare l’incompatibilità a Fiorentino, atto propedeutico e necessario, come voteranno costoro?
Saranno costretti ad uscire allo scoperto. A favore o contro Marco. A favore o contro l’Amministrazione. Nessun potrà più tenere due piedi in una sola scarpa. Per costoro è preferibile che l’incompatibilità non ci sia.