Brutalmente strappati dalla propria montagna, le loro foto hanno colpito gli animi di tutti. Si tratta dei Maremmani, i padroni indiscussi del “Gigante Buono” che, la scorsa settimana, sono stati accalappiati, su ordine dell’Amministrazione di Vico Equense. Tra petizioni volte a richiederne la liberazione, lo scarica barile circa le responsabilità dell’atto, le tante pagine dedicate all’argomento, prende la parola il Presidente del WWF, Claudio D’ Esposito.
La disanima presentata dal WWF è quanto mai lucida: la cattura dei maremmani è stata preceduta da una vera e propria campagna mediatica: “Postare su testate on- line foto con cani rabbiosi e bava alla bocca (…) a supporto di articoli allarmanti e sensazionalistici(..), non è corretto e non fa bene alla causa dei cani randagi”, ha dichiarato nel suo comunicato il Presidente del WWF, Sezione Penisola sorrentina. Ha poi, colto l’occasione per chiarire l’impegno del Movimento del Panda sul territorio del Parco Regionale dei Monti Lattari a favore dei maremmani, pur non rientrando l’attività di vigilanza della fauna domestica tra le competenze statuarie dell’associazione: “Il WWF da anni promuove l’utilizzo di tali splendidi pastori maremmani sui territori montani, proprio tra allevatori e contadini, come i migliori antagonisti del lupo, per la loro attitudine fiera e combattiva che insieme alla grande stazza lo rende ideale per proteggere le greggi”. Le parole accorate spese a favore dei poveri maremmani mostrano un chiaro rammarico per il mancato coinvolgimento delle associazioni attive a favore dei randagi in zona circa la decisione definitiva, relativa all’accalappiamento: “Ci sono tante altre benemerite associazioni animaliste e veterinari, che si occupano con passione e competenza di cani e gatti sostituendosi ai Comuni assenti e latitanti, non ascoltarle e metterle all’angolo è un comportamento miope e biasimabile da parte dei pubblici amministratori. Mi sembra che le proposte, anche valide, ci siano state … ma mai prese in considerazione. Come mai?”, si chiede il Presidente D’ Esposito.
La conclusione a cui giunge è, lapidaria, definitiva e dolorosa: i maremmani hanno perso la propria libertà, la speranza è che il vivace dibattito pubblico possa contribuire a cercare soluzioni condivise per i tanti randagi del territorio del Faito.
Angelina Scarpati