Migliaccio: Piazza Siani e Comune nuovo. Quello che nessuno sa

 

Avvocato l’aver realizzato  la Piazza antistante il Comune, di recente intitolata a Giancarlo Siani, è un suo merito personale. Può ripercorrere le tappe salienti di questa vicenda ?

Il merito non è mio personale, ma lo devo condividere con la Giunta, e con chi collaborò a rendere possibile un volo da aquile in un paese abituato a quello delle galline. E’ triste ricordare lo stato in cui versava sia la Piazza principale e la sua Fontana dei Delfini, che la Piazza Mercato occupata dal rudere della “nuova Casa Comunale”  da un distributore di carburanti e da un manufatto, la Cabina Enel, che era retaggio di antichi abusi sul demanio; macigni per chiunque.

Della Fontana dei Delfini sappiamo di più, e meglio! Di Piazza mercato meno; iniziamo dal “nuovo Comune”!

E allora iniziamo dalla disperazione di “una giornata ecologica” nel rudere della casa comunale, quando fummo assaliti dalle pulci; e le mamme mi si rivoltarono contro perché una bambina era stata assalita dai cani randagi. Una disperazione perché il costo di demolizione di quel rudere superava il costo per la sua rifinitura, solo che i livelli altimetrici della Piazza allora lasciavano fuoriuscire solo un piano del nuovo fabbricato, con un vano, e le parti destinate alle scale! Inutile rifinire, costoso demolire (con tutti i problemi di Corte dei Conti che avrebbe generato)!

Perché si era giunti a tutto questo?!?

Bisogna chiedere alla Storia, ed all’ architetto Perriello Zampelli, grandissimo professionista da me conosciuto a Napoli, che mi confessò che per il disagio di quel mostro, non passava più da Vico pur frequentando Sorrento!

Ci racconta la Storia!

Si intreccia con la famosissima “eredità de Gennaro” per tanti versi; bisogna partire ab ovo e ricordare che l’ intero fondo “ex donna Clementina“ prospiciente la Piazza, e non la piccola parte occupata dalla costruzione della Casa Comunale, era stato interessato da una occupazione d’ urgenza finalizzata all’ esproprio per la costruzione di un nuovo edificio comunale, e la sua progettazione affidata all’ arch. Perriello Zampelli; il progetto originale si trova ancora in qualche meandro della Casa Comunale, e risale alla fine degli anni 70; molto bello ed avanguardistico per molti versi.

E poi?!?

E poi le alterne vicende ereditarie, e centri notevoli di influenza, indussero il Comune a ridimensionare quel progetto, amputandolo, stravolgendolo e prendendo solo un piccolo pezzo di esso restituendo il restante al nuovo proprietario. Quel pezzo occupato vedeva realizzata la parte laterale immaginata dal progettista, come (orribile) fronte; il fabbricato era stato tagliato, girato ed adagiato sulla Via Canale, occupando così solo in minima parte il fondo “ex donna Clementina” che non doveva essere pù espropriato. Ne venne fuori un orrido, con un fronte osceno! Un inutile, interrato nella massima parte, e costosissimo manufatto; per di più nel sottosuolo vennero rinvenute le antiche caverne tufacee della Vico dei primordi, che vennero riempite a via di getti di calcestruzzo, ovviamente a spese pubbliche. I soldi del progetto finirono proprio lì, sottoterra. Poi circa venti anni di abbandono, ed un rudere colonizzato dai randagi e dalle pulci.

La soluzione?!?

Bisognava abbassare la piazza, e far emergere tutto l’ attuale piano terra, che all’ epoca era semi interrato; bisognava recuperare ambienti facendo un nuovo corpo scale, che liberasse e consentisse di utilizzare gli spazi interni. Ma ci arrivammo dopo molte discussioni. Nacque lì l’ idea di un parcheggio interrato sul Demanio, che divenne il primo esempio italiano di Project Financing sul demanio. Ma bisognava liberare tutto il resto

E quindi?!?

E quindi la pompa di benzina, che generò l’ occasione di un Piano di delocalizzazione dei distributori di Carburanti! In tutta Italia si espellevano tali attività insalubri ed inquinanti dai centri Urbani, mentre quello di Piazza Mercato diventò un simbolo opportunistico dell’ opposizione di sinistra!!  E fu strumentalizzato anche il povero gestore che alla fine ne ha pagato le conseguenze!

Infine il “suo” capolavoro; il fabbricato ENEL!

Questa è la parte dove i cattivi sentimenti, e gli opportunismi locali, hanno avuto rilievo preponderante. E’ vero, prospettava da cento anni sulla mia casa, ma ridurre tutto il pacchetto a meschine invidie ed a sentimenti di basso cabotaggio è operazione possibile solo a Vico! Me lo disse anche il dott. Massimo D’ Alema, allora vice premier, che in visita a Vico per una convention dei Sindacati volle incontrarmi riservatamente. La base locale del Partito, che già aveva provocato più interpellanze al Governo, gli aveva fatto pervenire documenti che denunciavano la mia condotta ed era incuriosito da un “tale mostro”!

Come finì l’ incontro con D’ Alema?!?

Mi strinse la mano, mi disse “Ho capito bene, caro Sindaco (fu un augurio, credo); ho capito bene perché a Vico abbiamo perso, e perderemo le elezioni per i prossimi vent’ anni. Buon lavoro!!”

 Torniamo alla Cabina?!?

Si, intervenimmo a tempo a tempo, perchè era stata inserita da Enel Distribuzione (dopo la scissione) nel piano delle dismissioni con un valore base di circa € 6.000.000,00; quasi fosse una villa privata sulla Piazza.

E invece?!?

E invece dobbiamo tornare a tanti anni fa, ad un Consiglio comunale degli ultimi lustri dell’ ottocento, quando la strada da Castellammare a Sorrento era stata da poco aperta, e si percorreva con le carrozze. I cavalli arrivavano stanchi a Vico, e c’ era bisogno di un cambio, e di un ristoro per gli animali. Due nobili famiglie vicane regalarono il fondo al Comune per la realizzazione di una Piazza, che avesse anche la funzione di Mercato. Solo che, mentre si realizzava la Piazza, gli intraprendenti imprenditori sorrentini avevano già generato le Tramvie elettriche, per cui i cavalli andarono in archivio e non c’ era più bisogno di un luogo per il cambio. Ed altri intraprendenti imprenditori, nei primi del 900, chiesero quel luogo al Comune  per impiantarvi un trasformatore, e favorire la nascente elettrificazione della città.

Quindi, se ben capiamo, fu dato in concessione temporanea?

Certo, è tutto lì il punto, sapere dove mettere le mani e conoscere la storia del Paese; come per incanto quelle Delibere, nascoste negli antichissimi archivi del Comune, vennero nelle mie mani, e credo di averne fatto davvero buon uso!

Ma si poteva, cent’ anni dopo???!

Certo, è demanio! Sul demanio nessun diritto può essere costituito, né il bene demaniale può essere usucapito. Il bene era destinato a Piazza, e le Piazze non sono usucapibili! Nemmeno dopo cent’ anni! Liberare il demanio, e restituire ad uso pubblico il plesso, è quello che fu fatto!

Anche all’ epoca si parlava di danno erariale!?!

I soliti sciocchi; un bene costruito sul demanio non è né commerciabile, né può essere un valore economico; un manufatto su Piazza di Spagna non rappresenta un valore inestimabile, ma un debito per le spese necessarie al ripristino; ma gli zucconi che facevano opposizione diretta o strisciante non volevano sentire ragioni!

E quindi??

Chiedemmo ad ENEL i titoli che legittimassero la presenza del manufatto sul demanio e poi, nell’ ovvio ed assordante silenzio che ne conseguì, ingiungemmo la demolizione. Ricordo l’ opposizione fegatosa del mio amico Mimmo Verde, e di tanti, ma la strada era segnata! Poi, per mia curiosità ed appagamento, scoprii che nel 1928, in occasione di una fusione tra più società elettriche, i furbi gestori di quella di Vico alterarono il rapporto di concambio inserendo senza titolo il manufatto tra i cespiti di proprietà, e lì rimase sino al 2001 quando è iniziata la nostra storia!

Tutto risolto, dunque?!?

Tutto risolto un corno; cominciò la parte più difficile ed untuosa del percorso! Il Project Financing di Vico come esperienza pilota, l’ aggiudicazione ad una società di progetto di Benevento, le varie fasi, l’ intervento della Prefettura che pose a carico dei cittadini di Vico i costi di una rivoluzione progettuale che accorciasse i tempi di realizzazione, le denunzie strumentali, la magistratura, gli anni necessari a far deflagrare una indagine bomba che tutto aveva in se tranne che la verità tecnica ed obiettiva, e perciò era la più pericolosa! Tecnici ed imprenditori portati alla gogna per lunghi anni, con conseguenze devastanti sotto il profilo personale e per le casse comunali!  Ma tutto è bene quando si risolve bene!

Il segretario del Pd, Tommaso De Gennaro, ha detto: bene l’intitolazione a Siani, ma al Comune  c’è una gestione poco trasparente e carica di conflitti di interesse. Cosa ne pensa?

Sull’ intitolazione sono favorevole, ma sulla comunicazione il Comune ha mostrato grossi limiti; Vico Equense ha collegamento labile con il Siani, che non ci viveva, né scriveva, ma veniva per trovare la fidanzata. Ma sopratutto è luogo di argine, confine e frontiera per i fenomeni malavitosi per cui doveva proporre forte il messaggio di estraneità, oltre che di respingimento, di tali criminali! Non a caso infatti analoga iniziativa non viene presa in altri Comuni dove le amministrazioni non possono permettersi certe libertà a cuor leggero, né tanti strepiti. Bene l’ intitolazione, scarso il messaggio: è secondo me un’ occasione persa, o non adeguatamente sfruttata.

 

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