*RUBRICA DI SALVATORE FOGGIANO, docente sorrentino “in servizio” a Voghera
Gentili lettori,
oggi voglio parlarvi di un aspetto della vita al Nord che non avevo mai preso in considerazione, semplicemente perché a Sorrento non l’ho mai vissuto: la multiculturalità. Ossia: far coesistere persone di diversa provenienza.
Qui – dove sono io – vivono uomini e donne arabe, cinesi, marocchini, rumeni: persone che vivono da sole ma ci sono anche molte famiglie. Sono rimasto molto sorpreso, ad esempio, le prime volte che accompagnavo gli alunni all’uscita di scuola vedere mamme arabe di religione musulmana col Hijab (quel velo che copre solo i capelli e il collo) o l’Abaya (vestito lungo fino ai piedi di colore generalmente nero) ritirare i propri figli mentre io – inebetito – li osservavo come si guarda uno “speciale” di Matrix sull’immigrazione. Molti di loro lavorano, hanno aperto pizzerie o locali kebab o ancora internet point.
La prima sera che sono arrivato cercavo un locale per mangiare e lasciandomi attirare da un’insegna di pizza sono entrato nel locale a velocità sostenuta: pensavo di trovare un po’ di Napoli ed invece ho trovato, dietro al bancone, una coppia di arabi che facevano la pizza. A quel punto me ne sono uscito, nonostante la gentilezza dei ragazzi, poichè non accettavo l’idea di farmi fare la pizza, il simbolo di noi napoletani, da una persona che non era di Napoli (anche un vogherese sarebbe stato lo stesso, per me, la pizza buona è solo la nostra, che volete farci!). Oppure un’altra volta sono entrato in un internet point per fare una fotocopia e mentre l’addetto mi sbrigava vedevo gente araba entrare e infilarsi in fondo al locale: per curiosare mi sono addentrato e ho visto che c’era un reparto di alimentari tipicamente arabi.
La convivenza tra la gente di Voghera e quelli che sbrigativamente possiamo definire “stranieri” funziona abbastanza bene: dico abbastanza perché nei discorsi che sento c’è sempre una piccola, leggera diffidenza reciproca.
Questa convivenza, però, è messa poi a dura prova quando si leggono sui giornali episodi di scippi, accoltellamenti, risse, senza contare la numerosa prostituzione di ragazze che invitano i passanti con modi molto espliciti.
Anche tra le varie etnie c’è molta diffidenza, per esempio se in un negozio di cinesi entra un africano lo guardano in modo torvo e non lo perdono di vista, se entra un arabo invece no, chissà.
Comunque questo è quanto sto vivendo, qui in questa città: anche questa è esperienza.