Modifica Put. La replica di Longobardi: “Condivisione con comuni e territorio”

Gentilissima Redazione, sono particolarmente contento del dibattito ospitato sulla Vostra autorevole testata relativamente alla mia Proposta di legge regionale per la Modifica del P.U.T. (Piano Urbanistico Territoriale).
Si tratta di un tema cruciale per la Penisola Sorrentina, la Costiera Amalfitana e i Monti Lattari, con una legge regionale che a 30 anni dalla sua entrata in vigore (nr. 35 del 1987) necessita di essere adeguata alla modernità. Adeguare non significa ridurre la tutela di ambiente, paesaggio e natura, come ho ripetutamente spiegato e come ribadisco tuttora.
In particolare in uno degli interventi che ospitate si parla di una presunta mancata condivisione nel percorso compiuto per arrivare alla presentazione della mia proposta di legge. Nulla di più sbagliato e non veritiero.
Ho iniziato a raccogliere, a luglio 2016, le richieste di Sindaci, associazioni, operatori del territorio, sull’assoluta necessità di rivedere il PUT. Da settembre a ottobre 2016, prima di depositare in Consiglio Regionale la mia proposta di modifica, ho tenuto numerose riunioni presso i Comuni della Penisola e dell’area. Alle stesse hanno preso parte Sindaci, Assessori, responsabili degli uffici tecnici. Incontri e riunioni tecniche sono culminate in un convegno-dibattito, svoltosi a Castellammare di Stabia il 28 ottobre 2016 al quale hanno preso parte tutti i Sindaci dell’area interessata e dove è intervenuto il Vicepresidente della Giunta regionale, On. Fulvio Bonavitacola, che ha la delega all’urbanistica.
La scelta di modificare il Put, a 30 anni esatti dalla sua entrata in vigore, è stata non solo pienamente condivisa dal territorio e dai principali protagonisti istituzionali, ma è stata frutto della raccolta di proposte e idee che ho messo insieme ascoltando le Amministrazioni locali, gli esperti di settori, i tecnici della materia.
Quanto poi alla presunta idea di trasformare la Penisola in enorme autogrill la trovo a dir poco strumentale e capziosa. Così come non si comprende la polemica sui trasporti (gomma, ferro, ecc) visto che il Put è strumento di programmazione urbanistica e non certo della mobilità, che naturalmente è tema e problema da affrontare ma non in fase di modifica normativa del Piano Urbanistico Territoriale.
Da un’attenta analisi degli articoli che nella mia proposta di legge regionale si modificano (e che sono solo una parte dell’intero articolato del Put tuttora in vigore, circa un terzo sui 36 totali) non vi è traccia alcuna di nuove costruzioni, nuovo cemento o dello stravolgimento del paesaggio e del territorio. Che in Penisola Sorrentina come in Costiera Amalfitana e sui Monti Lattari vanno assolutamente tutelati e protetti e che infatti nella mia proposta non vengono minimamente interessati.
Piuttosto la mia proposta contiene puntuali modifiche su vincoli che a 30 di distanza sono a dir poco desueti e necessitano di essere adeguati ai tempi. In particolare, ecco alcuni dei punti-salienti:
1. (modifiche all’art. 5): si chiariscono gli interventi di recupero e ammodernamento del patrimonio edilizio esistente, senza consumo di suolo, ammessi anche nelle more dell’adeguamento degli strumenti urbanistici generali al P.U.T.
2. (modifiche agli artt. 9 e 10): si introducono alcune precisazioni per evitare vecchi equivoci interpretativi in ordine alla determinazione del fabbisogno consentito. Inoltre si è ritenuto opportuno chiarire, anche in virtù delle evoluzioni della normativa edilizia statale (art.23-ter D.P.R. 380/01), che è da considerarsi indifferente il passaggio tra differenti categorie d’uso di tipo terziario ovvero privo di rilevanza urbanistica.
3. (abrogazione dell’art. 11): si adegua l’obbligo di reperimento delle quantità minime di superfici da destinare ad attrezzature pubbliche che si sono rivelate alquanto sovradimensionate rispetto alle reali necessità dell’area del PUT e hanno sempre comportato grosse difficoltà pianificatorie per i Comuni.
4. (modifiche all’art. 15): la viabilità esistente potrà essere, senza incertezze, adeguata alle norme di sicurezza stradale moderne, così come le strutture portuali e gli approdi esistenti devono poter essere adeguatamente ammodernati con idonee opere di difesa e di miglioramento funzionale.
5. (modifiche all’art. 21): vengono fugate le incertezze sulle opportunità che le strutture ricettive, ai fini della loro competitività e sopravvivenza, possano avere a disposizione per qualificare la propria offerta e i propri servizi, introducendo la facoltà di realizzare specifiche innovazioni ed elementi volti proprio a riqualificazione tale ricettività.
6. (modifiche all’art. 22): si introducono precisazioni per la progettazione della viabilità minore ovvero per il suo adeguamento e messa in sicurezza, eliminando la rigida limitazione della sezione stradale a tre metri, in favore di una sezione più ancorata alla normativa di settore di riferimento (codice della strada) e che quindi consenta più adeguati requisiti di sicurezza per la circolazione.
7. (modifiche all’art. 26): si ammoderna finalmente la disciplina sui materiali da costruzione ai fini paesaggistici in modo da valorizzare le nuove tecnologie, le quali oggi garantiscono elevate prestazioni e risultati ottimali in termini d’integrazione ed inserimento nel contesto. E’ insensato continuato bandire determinati tipi di materiali, bensì ciò che conta è la prestazione paesaggistica che essi debbono garantire.
8. (modifiche ed integrazioni dagli articoli 27 al 34): Le definizioni degli interventi edilizi contemplati dal P.U.T. sono aggiornati e allineati alla disciplina statale del Testo Unico sull’Edilizia (D.P.R. 380/2001), compreso il mutamento d’uso non urbanisticamente rilevante (art. 23-ter D.P.R. 380/01). Per esempio: la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici, comprensiva dell’indispensabile adeguamento sismico-strutturale ove necessario, non può essere appannaggio solo di alcuni edifici in ragione della loro fortunata ubicazione di zona. Abbiamo così integrato nella disciplina del nuovo P.U.T. il recupero e la riqualificazione del costruito e della sostenibilità dell’attività edilizia».


Commenti

2 risposte a “Modifica Put. La replica di Longobardi: “Condivisione con comuni e territorio””

  1. raffaele attardi

    La replica del Consigliere Longobardi é stata ,tempestiva e puntuale, e lo ringrazio per questo. Ma per quanto mi riguarda non posso altro che confermare l’opinione che la modifica del PUT stia per rivelarsi una occasione persa. Certamente non per colpa del Consigliere, che ha comunque il merito di aver aperto il dibattito. Ma piuttosto per colpa di tutti, in quanto é certamente incontrovertibile che la discussione che c’é stata,ha visto solo il coinvolgimento dei Sindaci, di esperti in materia, e parti economiche interessate ma ha avuto scarsissima ricaduta sui Cittadini che poco sanno di questa vicenda. le misure che si propone di attuare, una per tutte la messa in sicurezza della portualitá, seppure giustificata dal punto tecnico ha poco a che vedere con una logica di pianificazione e finiranno con l’accentuare il nostro vizio di volere ognuno il porto piú bello., senza ragionare in termini di sistema e senza porre le premesse per delocalizzare un traffico via mare che per Sorrento sta diventando insostenibile e che potrebbe invece diventare una benedizione e consentire di riqualificare le vere aree portuali del nostro comprensorio , che sono quelle di Castellamare di Stabia e Torre Annunziata.. Anche la logica di mettere in sicurezza le piccole strade espone al rischio di veder definitivamente cancellata la rete di sentieri pedonali, risalente in alcuni casi a migliaia di anni fa e che rappresenta la nostra memoria storica piú importante, oltre che la fonte di un turismo ecosostenibile che si va sempre più sviluppando : parliamo invece di come riqualificare i grandi collegamenti , bloccando l’ipotesi di nuove strade e puntando invece alla realizzazione di un hub a Moreggine , dove fermare i bus e creare i collegamenti necessari per la costiera e per i paesi del sarnese vesuviano e ancora una volta creare nuova ricchezza in modo dasanare antiche ferite. Strizzare poi l’occhio a certi imprenditori alberghieri, non tutti ovviamente, che hanno costruito la loro fortuna, espandendosi a macchia d’olio sul territorio, e offrire loro l’opportunità di ulteriori adeguamenti strutturali, senza chiedere in cambio niente in termini di riqualificazione del patrimonio edilizio, talvolta esclusivamente utilizzato per realizzare stanze a tutti i costi espone al rischio ,combinato alla possibilitá che offre il Puc di Sorrento,che prevede la possibiltá per questi imprenditori di espropriare i terreni circostanti,ancora mantenuti a verde,di ampliare le proprie attivitá e quindi di una ulteriore crescita dell’autogrill :facciano pure tutigliadeguamenti necessari , ma riducano le stanze di una pari volumetria per elevare la qualità dell’offerta.. E per concludere, o meglio riavviare in modo positivo questo discorso, io per primo penso che il Put vada rivisto e seppure poco fiducioso dell’esito ritengo che sarebbe stato piú giusta una maggiore partecipazione intorno a queste scelte,anche per evitare che i Cittadini si allontanino sempre piú dalla politica. Mi auguro che questo dibattito abbia seguito fra i Cittadini e sulla stampa locale e che possa condizionare il provvedimento all’atto della sua emissione. Già una volta abbiamo dimostrato che mettendo insieme tante gocce si può giocare winner to winner e che i risultati dipendono solo dai processi applicati .

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