“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla” scrive Baricco in Novecento e non c’è niente di più vero, ogni persona è protagonista della propria particolare storia e nel raccontarla sembra appropriarsene in misura maggiore. L’utilizzo della narrazione in psicoterapia è largamente diffuso poiché i due processi, quello narrativo e quello terapeutico, condividono la forza creativa, la possibilità di ristrutturare e ridare nuovi sensi e colori alla propria identità. La narrazione terapeutica consente, in primis, di realizzare un racconto di se stessi percepito come dotato di senso. A questa può associarsi la scrittura, anch’essa notoriamente terapeutica poiché favorisce il processo di trasformazione creativa: fissato su carta il caos intrapsichico viene percepito come “correggibile”, la struttura favorisce la possibilità di dargli un senso e di dotarlo di norme, e l’atto di scrivere dà piacere, un piacere collegato al gesto manuale di precisione. Grazie alle rispettive caratteristiche, narrazione e scrittura trovano sempre spazio in terapia, intersecandosi possono offrire numerosi e nuovi spunti di riflessione. In altre parole, tra i due momenti narrativi, l’orale e lo scritto, può innescarsi un rapporto di circolarità positivo, perché entrambi possono contribuire al percorrere un viaggio interiore capace di assumere valenze formative e trasformative. L’approccio narrativo considera la psicoterapia come uno spazio in cui il paziente possa arrivare, attraverso il giusto supporto a riscrivere la storia del trauma e ad elaborare una nuova narrazione. Ci riferiamo, nello specifico, alle ricerche di Meichenbaum, che approfondì il tema nell’ambito del trattamento del disturbo post traumatico da stress (DPTS), ancor più attuale in questo difficile momento storico. Le ricerche di questo autore hanno preso avvio dall’ipotesi di unificare, cercando il comune denominatore, tutti gli spunti di ricerca e le teorie psicoterapeutiche che fino a quel momento, attraverso la narrazione, avevano avuto riscontri positivi nel campo del trattamento di questo disturbo. Meichenbaum trova risposta nella necessità di ogni paziente di riscrivere la propria storia, di ricostruirla come nuova. I pazienti con diagnosi di DPTS arrivano dal terapeuta sentendosi, spesso, vittime ed è così che si raccontano. Incapaci di vedersi diversamente, di immaginare una prospettiva capovolta: quella di chi è riuscito a sopravvivere, che ne porta ancora i segni ma che è vivo. Le tecniche messe a punto da Meichenbaum sono specificamente volte a tradurre questo pensiero in azione: passare da vittime a sopravvissuti, da chi subisce a chi agisce in positivo riscoprendo le proprie risorse, l’energia vitale. Nel corso della terapia e quindi della narrazione, i pazienti mettono in atto delle nuove modalità di relazione con il proprio ambiente quotidiano, una sorta di esperimenti volti a convincerli delle capacità e potenzialità che hanno represso a causa del trauma; partendo da setting terapeutico che rappresenta un luogo sicuro in cui sperimentarsi prima di estendere le scoperte all’esterno. Con il passare del tempo e delle azioni nasceranno storie nuove da raccontare, i pazienti finiranno non solo per essere autori del racconto ma ci crederanno veramente e si sentiranno come i protagonisti della storia: sopravvissuti, forti, tenaci. Questo modello di cambiamento deriva dalla prospettiva costruttiva narrativa (White, 2007). In sostanza si mira a svincolare la narrazione dai sentimenti di paura, tristezza e rabbia, per favorire l’emergere di nuovi significati e nuove emozioni.
Nell’ambito della Settimana del Benessere Psicologico, verrà approfondito il tema dell’importanza della narrazione in psicoterapia, giovedì 10 novembre, ore 17.30 presso Ubik librerie- Vico Equense (NA); in via Santa Sofia, 3. Ingresso libero. Interverrà la scrittrice Anna Vitiello, autrice di Soffi nel vento e Ombre di luce
Per ulteriori info e prenotazioni:
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico
Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043