… NELLA MENTE DI UN ASSASSINO

Cosa si cela dietro la mente di un assassino, di un criminale, di un camorrista? È veramente tutto imputabile alla follia o è il caso di fare i conti con la tanto temuta cattiveria o “il lato oscuro” che alberga in ognuno di noi? Risponde lo psichiatra dott. Corrado De Rosa, autore del romanzo “L’uomo che dorme”

Una curiosità: cosa l’ha spinta ad affiancare al suo lavoro di psichiatra quello di scrittore di romanzi?

Il caso. Stavo lavorando a un saggio che affrontava i temi che poi ho trattato in “L’uomo che dorme” e, durante la presentazione di un libro di Massimo Carlotto a Milano, il direttore della narrativa italiana di Rizzoli mi ha lanciato la sfida: te la senti di confrontarti con il romanzo? Ho affrontato una dura battaglia con la mia diffidenza nei confronti delle sorprese e ho iniziato a lavorare.

C’è un’immagine nella sua memoria che ricollega al momento in cui ha messo mano al testo?

La lampada sulla scrivania che ho utilizzato per scrivere, accesa anche a mezzogiorno. Siccome sono scaramantico come Antonio Costanza, il protagonista del romanzo, era accesa la prima sera in cui ho iniziato a lavorare al testo ed è rimasta così finché non ho finito. Ci racconti il suo rapporto con la scrittura.

Che significato ha per lei o quale significato ha avuto scrivere questo romanzo?

Nei miei saggi, avevo affrontato il tema dell’uso strumentale della follia nei processi di mafia e terrorismo. Scrivere un saggio significa fare i conti con le fonti, con gli atti giudiziari, con le bibliografie. Da questo punto di vista, il romanzo è più semplice. Ti permette di staccarti da tutto questo e di offrire al lettore spunti di riflessione, temi da approfondire. Ti consente un’immediatezza diversa. Ma si tratta di una trappola. Perché nel romanzo devi fare i conti con te stesso, con i tuoi stati d’animo, con pezzi di vita che, in modo più o meno consapevole, si riversano nelle pagine.

Parliamo un po’ de “L’uomo che dorme”, giallo edito da Rizzoli, da marzo in prima fila sugli scaffali di tutte le librerie. Quale contributo ha dato la sua esperienza di psichiatra alla stesura del romanzo?

Credo molta. Nel romanzo c’è la vita di ospedale, ci sono pazienti, medici, infermieri. Ci sono casi gravi e meno gravi, c’è il tentativo di rileggere la psicologia di tipi umani che incontriamo tutti i giorni. E poi “L’uomo che dorme” cerca di smontare alcuni luoghi comuni della psichiatria e della criminologia attraverso uno schema che si discosta un po’ dal giallo classico. Essendo uno psichiatra, l’indagine che volevo proporre non era tanto su “chi” è stato, ma su “perché” una persona può arrivare a compiere gesti così brutali come l’omicidio di due prostitute anziane.

E viceversa, che arricchimento dà l’attività di scrittura alla sua professione?

I saggi, forse, mi hanno consentito una rilettura etica più profonda del mio lavoro. Anche se dolorosa. Perché è chiaro che se ci sono boss che fanno finta di essere pazzi, ci sono medici che glielo consentono o che gli dicono come fare. E questo scenario apre, ancora una volta, il vaso di Pandora dei rapporti tra mafiosi e professionisti. “L’uomo che dorme” è uscito da poco, non ho avuto ancora il tempo di rendermene conto. Per adesso, mi ha consentito di riflettere su odio, rabbia, frustrazione, insicurezza. Elementi costitutivi dell’essere umano. E mi ha spinto a curiosare di più tra quanti punti di contatto ci sono tra me che faccio lo psichiatra e chi è davanti a me mentre lavoro.

C’è un messaggio che intende far arrivare ai lettori? Se sì, qual è?

Non tutti i comportamenti incomprensibili sono frutto di follia. Questa rilettura, che mette insieme il femminicida di turno, il foreign fighter che parte dalle banlieue di Parigi per raggiungere le terre dell’islamismo radicale o chi ammazza apparentemente senza un motivo, è consolatoria. Serve a dirsi: io non sono pazzo, a me non potrà accadere. Ma è un modo per rinunciare a comprendere perché, per definizione, la follia non si comprende.

Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068

Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043