Nicola Savarese. Il più bello d’Italia si racconta

Quando parla della proclamazione di Mister Italia 2018, gli occhi di Nicola Savarese sembrano affacciarsi su una finestra aperta sulle emozioni. Così intense, non ne aveva mai provate. La scommessa con l’amico Francesco Esposito, l’entusiasmo del manager Antonio Lambiase, la partecipazione al concorso nazionale di Claudio MarastoniCommunication, le selezioni a Battipaglia, il sogno di un futuro sotto i riflettori, la fascia di più bello d’Italia: un susseguirsi di felicità intensamente attese, ma mai scontate. “A Trani, quando da 100 siamo diventati 30, sono stato selezionato per ultimo. E così anche nel passaggio da 30 a quindici – racconta Nicola Savarese -. Sono stati istanti lunghi una vita, esplosi in una gioia immensa, intraducibile in parole”.

Credevi di poter vincere?

Ho partecipato per gioco, senza raccontarlo a nessuno. Con amici e genitori mi mantenevo sul vago. Raccontavo di sfilate, senza accennare al concorso. Non sapevo che avrei potuto vincere, ma lo sognavo. I numeri non erano certamente dalla mia parte: alle preselezioni avevano partecipato circa 15mila ragazzi. Siamo arrivati in 400 alla finalissima di Trani. Ora il numero 50 è diventato il mio portafortuna.

Cosa hai provato?

Una sensazione bellissima. È stata la ricerca di quell’emozione a spingermi a partecipare. Avevo come un’urgenza di viverla. E, ovviamente, di condividerla. In primis con la mia famiglia.

Come hanno reagito?

Erano completamente all’oscuro, per cui è stata innanzitutto un’incredibile sorpresa. Sabato notte, alle 2.30, mio fratello Salvatore ha letto la notizia e ha subito svegliato mamma Maria Cristina, la cui parole sono state accompagnate da lacrime di gioia. “Cosa hai combinato?”, mi cha chiesto incredula e contentissima. Poi la notizia è rimbalzata sulla stampa locale e nazionale e ho ricevuto un numero di messaggi di congratulazioni incredibile.

C’è stata qualche reazione che non ti aspettavi e che hai gradito particolarmente?

Mi ha fatto molto piacere che il sindaco Andrea Buonocore mi abbia ricevuto e mi abbia proclamato “ambasciatore della bellezza di Vico Equense nel mondo”. Poi, la Città condividerà con me questa vittoria in una serata speciale che si terrà, probabilmente, a fine settembre alla Santissima Trinità. Alla cerimonia parteciperanno, compatibilmente con i loro impegni lavorativi, anche i colleghi campani che hanno avuto indossato le altre fasce.

Cosa rappresenta per te Vico Equense?

La mia casa. Amo il mare, le borgate, la storia, la dimensione delle frazioni in cui sono forti i legami comunitari e i rapporti umani. Se anche dovessi andarmene da Vico Equense, la mia città rimarrebbe sempre con me, nel cuore e nei ricordi. Nessun luogo potrebbe mai darmi tanto. Qui ho la mia famiglia, le abitudini di sempre, la casa che si trasforma in stadio quando gioca il Napoli, i miei amici.

Che valore hanno gli amici?

Sono importantissimi. Sono quelli del mio gruppo di Bonea, con cui sono cresciuto, trascorrendo pomeriggi a giocare in cortile o alla play station. Sono quelli dei segreti e delle serate nei locali. Non immagino la mia vita senza Gennaro, Marco, Pasquale, Angelo, Francesco. La lista è molto più lunga e ciascuno ha un posto speciale. La mia casa è sempre stata aperta e, spesso, sono diventato il catalizzatore della comitiva, proprio perché tengo ai rapporti amicali.

Parliamo di te. Prima di approdare al concorso avevi già approcciato il mondo della moda…

Sì. Mentre, di solito, sono i concorsi ad iniziare alla moda, il mio percorso è stato all’inverso. Nel 2012, a 22 anni, ho iniziato per gioco, con sfilate nei locali. Appena mi contattarono, attraverso i social, pensai che fosse uno scherzo. Quando insistettero, però, capii che era una prospettiva che mi si apriva. Telefonai e presi contatto. Dopo aver valutato in mio fisico e la vestibilità che avrei potuto promuovere meglio, mi affidaronol’underwear. Così, ho iniziato a posare per l’intimo di Carlo Pignatelli. Da qui si sono aperte molte collaborazioni per eventi, sfilate, servizi fotografici negli atelier.

Tu sei ingegnere. Come conciliavi la moda con lo studio universitario?

Mi sono fatto letteralmente in quattro. Ma ero felice di non pesare economicamente sui miei genitori. È stato faticoso, ma gratificante riuscire ad ottenere un titolo di studio che per me significa tanto. Conciliare l’impegno con la mia passione per la moda è stata una scommessa e sono felicissimo di essere riuscito. La bellezza è importante, ma la preparazione, lo studio e la capacità di pensare rendono la persona unica.

Progetti per i prossimi mesi?

Ovviamente voglio cavalcare l’onda di questo momento e voglio approfittarne per inaugurare una nuova fase di studio. Voglio fare un corso di dizione e recitazione per potermi migliorare. Sto vivendo dei giorni vorticosi, contatti, programmi televisivi, proposte di lavoro ed engagement sui social. Sto vagliando tutto. Non escludo la partecipazione a un reality, ma mi piacerebbe recitare in qualche film. Qualcuno mi ha chiesto se fossi disposto ad accettare un ruolo stupido in un film. Per me ci vuole cervello anche nell’interpretare un personaggio sciocco. In ogni caso, questa fase rappresenta un trampolino di lancio. Lavorerò sodo per essere all’altezza di questa fascia che ha premiato la bellezza, ma che può consentire di mostrare anche ciò che si è e i valori in cui si crede.

Tu in cosa credi?

Nella famiglia, nella solidarietà, nell’impegno per raggiungere i propri obiettivi e nell’umiltà.

Come ti vedi in un futuro non troppo vicino?

Sicuramente vorrei una mia famiglia.

Sei fidanzato?

No, sono single.

Sarà mica un messaggio in codice per Maria De Filippi?

Forse…

Com’è la tua ragazza ideale?

La prossima Miss Italia.

 

Nancy De Maio

 

 

 

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