Noleggio barche, cambiano i requisiti. 300 posti di lavoro a rischio

 

Quello del noleggio barche per finalità turistico ricreative è un business significativo ed una importante opportunità di lavoro in Penisola sorrentina. Operano nel settore circa 100 società che impiegano, in modo diretto, più di 300 persone, e ne coinvolgono nell’indotto almeno altrettante. La gita in barca lungo la costa di Sorrento per raggiungere Capri, con l’esplorazione  delle grotte e delle calette più suggestive,  è considerata dai turisti un “must” da non perdere. Nel periodo estivo, circa mille persone al giorno usufruiscono di questo servizio. Dalla prossima estate, però, tutto dovrebbe cambiare ed il servizio charter subire restrizioni notevoli, al punto da non consentire più agli attuali operatori di continuare ad agire secondo le modalità attuali.

Cosa succede?

Le gite in barca sono organizzate, per la gran parte, su natanti. Si tratta di barche al di sotto dei dieci metri e che possono ospitare fino a 12 persone. Per guidare questi mezzi, fino all’estate scorsa, bastava la semplice patente nautica. Oggi, invece, questa condizione non è sempre sufficiente. Nei casi in cui si voglia andare  al di fuori del circondario marittimo, che ha rilasciato l’autorizzazione all’attività,  è necessario che alla guida ci sia un capobarca, figura con maggiore professionalità ed esperienza, richiesta su imbarcazioni di tipo commerciale o addirittura su navi. Pertanto, per la tratta Sorrento-Capri, circa 3 miglia marine, si applica la nuova disciplina; mentre per  il percorso che va  da Castellammare a Sorrento, con quasi 20 miglia, non è richiesto il capobarca in quanto fa parte del medesimo circondario marittimo.

La decisone è stata presa con un’ordinanza della  Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia, in conformità a quanto stabilito dagli omologhi presenti nei golfi di Napoli e Salerno. L’ordinanza fa seguito ad  una circolare del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture del 19 giugno scorso che spinge in questa direzione. A monte, come riferimento normativo, vi è l’articolo 27 del codice nautico che demanda ai capi dei circondari marittimi di poter disciplinare con ordinanza  le attività svolte dai natanti adibiti a locazione e noleggio, sentiti gli enti locali. E proprio sugli enti locali gli operatori intendono far leva per rappresentare le proprie esigenze. Di recente, a Sorrento, è stata costituita l’ACC – Associazione Charter Campania –  i cui soci fondatori sono il comandante Giovanni Rosina, Enrico Manzi Iknow, Agostino Longo, Sebastiano Iuculano e Roberto Casa. L’obiettivo è interloquire con l’Amministrazione comunale che ha già manifestato la propria volontà di sostenere le ragioni degli operatori. Ma c’è di più. Contro l’ordinanza della Capitaneria è stato proposto un ricorso al Tar del Lazio che sarà discusso il 21 febbraio prossimo. Nel ricorso si mette in evidenza come la figura del capobarca non incrementa – a dire dei ricorrenti –  la professionalità e la sicurezza in mare, in quanto  si tratta di un titolo professionale che può essere riconosciuto persino ad un giovane mozzo che abbia svolto 18 mesi di imbarco, con incarichi di servizio indipendenti dalla navigazione.