Martedì scorso i tecnici della “Terna”, la società pubblica specializzata nella realizzazione di grandi reti per l’energia, sono stati al Comune di Sorrento per presentare il progetto di realizzazione della nuova centrale elettrica in Via Via S.Renato nei pressi del cimitero. L’impianto è destinato a sostituire quello presente in Via Marziale, nei pressi della stazione Circumvesuviana, e che da tempo è al centro di proteste e polemiche, considerato il rischio evidente di inquinamento elettromagnetico e la collocazione in pieno centro abitato. C’è anche una novità importante in termini di ulteriori servizi per la città connessi al progetto. Nell’ambito dell’intervento è prevista anche la realizzazione di un parcheggio nell’area di sedime della centrale elettrica. I lavori devono essere appaltati da “Terna” e si inseriscono in un ambizioso progetto avviato nel 2013 e che prevede il potenziamento della rete elettrica nell’area che va da Torre Annunziata alla Penisola Sorrentina, coinvolgendo anche l’isola di Capri che per la prima volta nella sua storia avrà un collegamento assicurato da un cavidotto sottomarino con partenza da Sorrento. E proprio per realizzare questo collegamento tra l’isola azzurra e la terraferma a novembre è previsto l’avvio dei lavori per un importo di 40 milioni di euro. Il progetto prevede l‘installazione di un sistema in cavo ad alta tensione in corrente alternata da 150 chilovolt dalla centrale di Sorrento alla stazione elettrica posizionata nell‘isola ecologica di Gasto, a Capri, lungo un tracciato che include circa 16 chilometri di rotta sottomarina e tre chilometri sulla terraferma. L’obiettivo è di avere una infrastruttura elettrica più potente, evitando così i ripetuti black-out degli anni scorsi, specie in presenza di un movimento turistico più sostenuto, eliminare ingombri estetici ed inquinamento elettromagnetico. Numerosi interventi sono stati già realizzati ed ultimati e riguardano i comuni di Sorrento, Sant’Agnello, Piano, Meta, Vico Equense, Agerola, Positano, Lettere, Casola, Gragnano, Castellammare, Piemonte e Sant’Antonio Abate. Complessivamente sono stati rimossi 60 chilometri di vecchi elettrodotti retti da 103 tralicci e sostituiti da circa un terzo, 23,5 chilometri, di nuove linee a cui si sommano otto chilometri di cavi invisibili.