Può l’esasperazione degli automobilisti giustificare le invettive nei confronti degli agenti di polizia municipale? Siamo a Sorrento, nel borgo di Marina grande. È il 2013. Una vigilessa sta controllando le soste. Un’automobile è parcheggiata male, pertanto l’agente sta predisponendo la contravvenzione. Arriva il proprietario dell’auto e inizia ad inveire. Volano parole grosse, ma la donna prova a mantenere la calma e apre il blocchetto per fare la multa. L’uomo, allora, sale nell’abitacolo e sfreccia via, non dando modo all’agente di segnare la targa. Ma le telecamere catturano le immagini ed è, quindi, possibile risalire al guidatore. Pertanto, viene avviato l’iter penale e si apre il procedimento presso il Tribunale di Torre Annunziata per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Oggi si è arrivati a una composizione della lite. L’automobilista è tenuto a pubbliche scuse nei confronti della vigilessa offesa e ad un risarcimento di 500 euro. L’agente ha già fatto sapere di voler devolvere quanto le spetta in beneficenza. Si tratta del secondo caso verificatosi a Sorrento e conclusosi in modo analogo. Per gli stessi motivi, altri due procedimenti sono attualmente in corso. Si tratta della conferma della volontà del comando della Polizia municipale di usare pugno di ferro contro coloro che molestano e aggrediscono, verbalmente e fisicamente, gli agenti.