Con la nota n° 0014267 del 26/07/2023 la Rete Tribunale per i diritti del malato, membro di Cittadinanzattiva onlus, ha inviato al Comune di Sant’Agnello, e a tutti i Sindaci della Penisola sorrentina, il seguente testo:
“Dalla costruzione del famigerato Ospedale UNICO della Costiera Sorrentina, ormai, pare dipendere il futuro della qualità del servizio sanitario in Penisola Sorrentina. Ed in effetti si tratta di prendere una decisione che riguarda veramente da vicino, molto da vicino, ogni cittadino peninsulare perché con la salute non si scherza e sinceramente, fino ad oggi, si è scherzato già troppo. Siamo ai minimi storici in tema di qualità assistenziale e questo è un dato di fatto constatabile da tutti senza che ci dilunghiamo in esempi che potrebbero occupare intere pagine.
Sono 36 anni che facciamo parte di Cittadinanzattiva cercando di farci garanti dei diritti di ogni cittadino e ci sentiamo in dovere, in questo frangente così particolare, di lasciare qualche riflessione che speriamo possa essere raccolta dalle SS.VV. diventando oggetto di attenta meditazione. Quello che più ci preoccupa di tutta la diatriba che si è creata in relazione alla costruzione dell’Ospedale Unico è l’abbattimento totale della struttura di Via Mariano Lauro a Sant’Agnello. Stiamo parlando di uno dei distretti più nuovi di tutta l’ASL NA 3 Sud, di una struttura che, fra carenze di personale e problemi vari legati alla specialistica e quant’altro, attualmente accoglie servizi fondamentali di tipo territoriale.
A Sant’Agnello, ovvero Distretto 59, c’è il CUP, c’è la Medicina di Base, c’è la Farmacia distrettuale, il punto prelievi, la riabilitazione, le cure domiciliari, la Commissione invalidi, le diverse branche specialistiche e via dicendo. Nessuno fino ad oggi ha mai detto chiaramente DOVE il cittadino dovrà recarsi per poter usufruire di tutti questi servizi una volta adottata la decisione di procedere all’abbattimento della struttura. Nessuno ha mai risposto con chiarezza alla emblematica domanda: e la medicina territoriale? Si ipotizza, si balbetta, si paventano denominazioni a caso, prima fra tutte la “Casa di Comunità” prendendo spunto dal D.M. 77/22 che ha riformato la medicina territoriale, ma che, è bene ricordarlo, prevede quale fulcro della stessa il Distretto all’interno del quale devono diventare operative le Case di Comunità dove il cittadino può trovare assistenza 24 ore su 24.
Non siamo cittadini bigotti e creduloni che accettano le favole dei due attuali ospedali che diventano Case di Comunità. Sicuramente i lavori per la costruzione dell’Ospedale UNICO dureranno almeno un decennio e non crediamo di esagerare visto che più di un anno fa ci hanno privato della Rianimazione dicendo che in pochi mesi ce l’avrebbero restituita linda, bella nuova e funzionale al primo piano del nosocomio sorrentino. Stiamo ancora aspettando mentre, nel silenzio generale, i nostri concittadini gravemente ammalati vanno a morire da qualche altra parte, lontano da qui. È un silenzio assordante che mette fine al tanto baccano, ai milioni di parole e promesse fatte ad un Comitato di Associazioni e cittadini di ogni credo e rappresentanza messi magistralmente insieme dal parroco della cattedrale sorrentina in rappresentanza della Curia Arcivescovile. Quindi immaginiamo questo scenario: attuale fibrillazione in attesa della decisione finale, eventuale arrivo delle ruspe, inizio lavori durante i quali noi poveri cittadini dovremo poter contare su un minimo di assistenza sanitaria ospedaliera che crediamo verrà assicurata negli attuali ospedali.
E la medicina territoriale? C’è poi un’altra cosa che altrettanto chiara non è: ma cosa ci sarà offerto più di adesso in questo nuovo, mastodontico ospedale? Leggiamo preoccupati il nuovo Atto Aziendale prodotto qualche giorno fa dalla Direzione strategica. Si parla del nuovo ospedale della Costiera Sorrentina che offrirà, molto praticamente, gli stessi servizi di oggi. Noi dovremo comunque sbattere la testa al muro nella ricerca di luoghi di cura adatti in caso di patologie gravi, primo fra tutti l’infarto. Saremo comunque struttura Spoke di Hub che sono e continueranno a rimanere soltanto nella ASL NA 1. In più, molto probabilmente, questo nuovo ospedale perderà tutta la fascia di utenza di Vico Equense con relativa periferia del Monte Faito per la quale sicuramente sarà più facile arrivare al San Leonardo di Castellammare di Stabia…. Insomma le criticità che stiamo analizzando ci appaiono molto più grandi, enormi, rispetto alle opportunità che questo nuovo ospedale ci potrà offrire. Abbiamo paura di perdere quel poco che abbiamo in vista di un futuro molto al di là da venire. Molti anni fa eravamo favorevolissimi ai fautori del nuovo ospedale.
La struttura di S.Agnello era centrale, facilmente raggiungibile, nuova e abbastanza grande per accogliere i due attuali ospedali che sarebbero potuti diventare sede della medicina territoriale. Non pensavamo di abbattere nulla, non pensavamo di costruire nulla di mastodontico ma di sfruttare quello che c’era. All’epoca il traffico non era quello di oggi, le leggi non erano quelle di oggi, i bisogni e le esigenze del cittadino nemmeno. Si viveva in media 75-80 anni massimo e tante cose erano ben diverse da ora. Siamo estremamente preoccupati per la salute dei cittadini della Penisola Sorrentina ed in qualità di rappresentanti del Tribunale per i Diritti del malato non possiamo fare a meno di esortare le SS.VV. a ponderare bene le cose mettendo al centro della meditazione i cittadini con il loro bisogno di salute e non inutili ed insignificanti equilibri politici”.