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Circa cinquant’anni fa, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, definì la salute non solo come assenza di malattia ma anche come presenza di benessere psicologico. Ottobre è ormai da anni il mese in cui il Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi dedica a questo tema eventi gratuiti e sportelli d’ascolto: “il benessere psicologico è quello stato nel quale l’individuo è in grado di sfruttare le sue capacità cognitive o emozionali per rispondere alle esigenze quotidiane della vita di ogni giorno, stabilire relazioni soddisfacenti e mature con gli altri, adattandosi costruttivamente alle condizioni esterne e ai conflitti interni” (definizione OMS). Abbiamo per tanto deciso, per il mese di ottobre, di dedicare lo spazio di questa rubrica a tale tema.
Si fa ancora molta fatica a spostare il focus sulla prevenzione più che sulla cura, ce lo raccontano gli eventi di cronaca ma anche gli strumenti spesso utilizzati, anche dagli stessi psicologi che, molte volte servono a valutare più il disagio che le risorse interne ed esterne. Il lockdown ha visto un netto aumento del disagio psicologico che, come ci ha mostrato la cronaca locale e nazionale, si è espresso in un aumento di agiti aggressivi, autolesivi e di ricoveri per scompensi psichiatrici.
È stato stimato da numerosi studi italiani ed esteri (vedi ricerca Università dell’Aquila e di Roma Tor Vergata) che saranno 300mila o più, le persone che svilupperanno disturbi psichici, soprattutto tra coloro che hanno meno risorse e meno capacità di adattamento. Questi fatti, a nostro avviso, rappresentano un messaggio inequivocabile su quanto la salute mentale dei cittadini passi attraverso la prevenzione prima ancora attraverso l’azione/cura. Che, per quanto l’imprevisto sia dietro l’angolo, per quanto la pandemia e tutti gli
effetti a valanga sul benessere socio economico non fossero prevedibili, creare reti di supporto sia necessario, sempre! Così come ci preoccupiamo di avere una piccola riserva di denaro per le emergenze, o per quel viaggio o regalo che tanto desideriamo farci, così come siamo orientati a prevenire gli sprechi, a misurare le energie perché potrebbero servirci, dobbiamo imparare che anche quelle emotive e cognitive necessitano della stessa attenzione. Un paziente che arriva in terapia con una psicosi avrà, con grande probabilità, necessità di un supporto farmacologico e psichiatrico nonché terapeutico. Un surplus di trattamenti, uno stress evitabile se si dà spazio ad interventi preventivi, ma per poterlo fare dobbiamo cominciare a pensare che triste non vuol dire depresso, che nervoso non vuol dire violento, che fragile, solo, emotivo, “diverso”, non vuol dire pazzo! È così evidente la necessità di una costante presa in carico psicologica che il 27 luglio scorso la Regione Campania ha approvato una legge che istituisce lo psicologo di base,destinato a lavorare in collaborazione con i medici di medicina generale e con i pediatri. Fin dalla pubblicazione del testo di Balint, Medico Paziente e Malattia (1957), è noto che almeno il 50% delle richieste che pervengono al medico di base anche se espresse sotto forma di disturbi somatici, esprimono un disagio di tipo relazionale/esistenziale. Questo disagio, a differenza di quello che in genere giunge allo psicologo specialista, è spesso allo stato nascente e per tanto, preventivamente sanabile. Prenderci cura delle risorse insite in ognuno di noi rappresenta il bagaglio essenziale per affrontare con maggior sicurezza o meglio, con minor rischio, dalle difficoltà quotidiane agli imprevisti necessari.
Chiunque fosse interessato ad approfondimenti può scriverci come sempre oppure verificare il calendario delle attività in programma direttamente sulle pagine social e/o sul sito del CNOP.
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Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa-psicoterapeuta ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
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