Pacchianelle. Dalle origini al sisma del 1980

 

 Le Pacchianelle sono nate nello stesso anno, il 1909, in cui è stato inventato, dalla Gazzetta dello Sport, il Giro d’Italia, quella prima corsa a tappe lungo la penisola che fu vinta da Luigi Ganna.   

Le Pacchianelle nacquero per l’idea strabiliante di Fra’ Pasquale Somma, e la magia di quella prima volta non si è mai persa, facendo divenire le Pacchianelle, la manifestazione che etichetta Vico Equense.

Quell’esiguo numero di 8 bambine cominciò ad aumentare, e così come si rileva dagli appunti lasciati dell’emerito Padre Francesco Savarese, scomparso nel 2008,  si apprende  che “per tutti gli anni 20, poco più di una ventina di bambine, vestite da contadinelle, recavano  a Gesù  doni che, per lo più, consistevano in frutta, vino, olio, formaggio, pane.  Gli abiti che indossavano erano realizzati dagli stessi genitori dei ragazzi, e ci si arrangiava con i pochi mezzi che si possedevano.

Era caratteristica la presenza del bue e dell’asinello che componevano la piccola processione che usciva dal Convento, raggiungeva Pietrapiano, discendeva per Via Vecchia Bonea fino alla Chiesetta di Via Madonnelle, per poi rientrare.

I piccoli componenti raggiungevano l’altare, baciavano il Bambinello esposto e lasciavano il dono che avevano portato.”

Era un modo per dare un piccolo aiuto ai monaci, molto sentito, fatto con trasporto e con fede, visto che l’intento era quello che gli offerenti recavano il dono al Bambinello e dinanzi a Lui lo depositavano.

Con gli anni continuava ad aumentare il numero dei figuranti e il corteo si arricchì ulteriormente con la presenza dei tre Re Magi, dando alla manifestazione molto interesse e largo consenso, tanto da richiamare numerosa presenza di spettatori che, vuoi per curiosità, vuoi per religiosità, assistevano al passaggio della processione.

Si continua a dire “processione“ perché un Sacerdote portava  il Bambinello sotto il pallio alla fine della stessa.

Nel 1941, in pieno sistema di razionamento con tessere annonarie che scandivano la quotidianità della gente, con i giardini pubblici, le aiuole ed ogni spazio libero adibito ad orto, Padre Francesco Savarese, vincendo tutti gli imbarazzi e sfidando  ogni  sorta di incertezza per le conseguenze che ne  sarebbero  potuto derivare, portò  le  Pacchianelle  a Vico  Centro  facendo  percorrere   alla

“processione“ un itinerario che, in linea di massima, viene effettuato ancora oggi dalla sfilata.

Nonostante la guerra e le minacce dei bombardamenti, quantunque si vivesse un periodo di tristezza le Pacchianelle  sfilavano perché quella era una opportunità che consentiva alla gente di credere nel futuro, senza lasciarsi intimidire dai risvolti bellici.

 

 

Poi la nomina a Superiore Generale dell’Ordine dei Minimi allontanò P. Savarese da Vico, e le Pacchianelle conobbero un periodo di declino , quantunque si svolgessero, anche se in modo semplice .

Con il ritorno nel 1970 di P. Savarese a Vico Equense le Pacchianelle ripresero il loro singolare splendore, perché alle stesse fu dedicato interesse e dedizione.

“Ho sempre considerato le Pacchianelle – appunta P. Savarese – come qualcosa di insopprimibile, adoperandomi per mantenerle in vita e per arricchirle di contenuti con la presenza di ospiti che di volta in volta venivano inseriti nella sfilata (gruppi folkloristici, bande musicali).

La popolazione era sempre più entusiasta, e cominciai a preoccupare del guardaroba che, curato da esperte sarte e da un coreografo costumista, ha permesso, con gli anni, di poter distribuire abiti e costumi a oltre 300 figuranti.

Ho portato le Pacchianelle sempre nel mio cuore   e mi auguro che coloro che saranno i futuri Superiori di questo Convento, non distoglieranno mai l’attenzione dalle Pacchianelle,  un avvenimento del quale la Comunità Ecclesiale di San Vito deve sempre essere fiera e orgogliosa“.

E, negli anni successivi, dopo Padre Savarese,  senza non poter fare memoria di Fra’ Ciccio Fiorentino, ancora oggi ricordato per il suo spiccato zelo ed entusiasmo organizzativo, negli anni della loro permanenza al Convento di San Vito , hanno profuso il loro impegno nell’organizzazione  delle Pacchianelle  i Superiori P. Antonio Di Lauro, P. Giuseppe Pollastro, P. Vincenzo Popeo,  P. Nicola  Martino, P. Damiano la Rosa,   P.Luigi Pollastro,  P. Gianfranco Scarpitta, e al momento P. Federico Rubino, rettore della Chiesa di San Vito.

Solo il terremoto del 23 novembre 1980 fermò le Pacchianelle.

Quel violentissimo sisma valutato tra il nono e il decimo grado della scala Mercalli  che alle 19.35 di quel indimenticabile giorno si abbatté sulla Campania e sulla Basilicata facendo scomparire interi paesi, rese quel Natale malinconico e le Pacchianelle fecero silenzio, e nel 1981 non si svolsero.

Ma si sa che le Pacchianelle sono qualcosa di insopprimibile e anzi nel corso di queste ultime edizioni   moltissime sono state le novità  che hanno arricchito di contenuti quell’evento, che nel corso degli anni,  ha ottenuto il patrocinio  di Enti Istituzionali  quali la  Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Regione , il Comune   di Vico Equense, l’A.A.C.S.T. oltre che  dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione, a cui si aggiunge la compartecipazione di titolari di attività commerciali e di servizio, che è dimostrazione  della sensibilità di quanti credono nelle Pacchianelle, condividendole.

 

A cura dell’Ass.ne Amici delle Pacchianelle