Ora ci pensa Pasquale D’Aniello
Alle deleghe del Vice Sindaco ho invece aggiunto la responsabilità di sovrintendere all’attuazione del Project di Piazza della Repubblica all’indomani dell’approvazione, da parte del Consiglio Comunale, delle linee guida per l’UTC su questo progetto di cui si parla da oltre un decennio e che finalmente può passare alla fase di realizzazione…La scelta di affidare a Pasquale D’Aniello la responsabilità politico-amministrativa del progetto è stata determinata dal lavoro che insieme abbiamo svolto per giungere a questo risultato, dall’importanza che riconosciamo all’opera per gli interessi di Piano di Sorrento, dalla volontà di attuarla profondendo il massimo impegno convinto che la variegata e consolidata esperienza anche tecnico-imprenditoriale del Vice Sindaco rappresenti una garanzia in più per l’Amministrazione di raggiungere l’obiettivo entro il termine della consiliatura.
Ci piace partire da qui per raccontarvi questa storia. Dalle parole che il Sindaco Vincenzo Iaccarino ha consegnato al suo blog. Parole che servono a giustificare le ragioni che lo hanno indotto ad affidare al suo vice Pasquale D’Aniello la delega per il restyling di Piazza della Repubblica.
Grazie a questa scelta si potrà finalmente…
…passare alla fase di realizzazione.
Forte di questa investitura Pasquale D’Aniello ha rotto gli indugi.
Ai microfoni della testata on- line Positanonews ha confermato i buoni propositi del Primo cittadino.
Il progetto si farà, ma non continuate a collegarlo ad Antonio Elefante. Fu realizzato dall’ingegner Elefante, ma fu donato al Comune di Piano di Sorrento. Noi partiremo da quel progetto, il quale è già in nostro possesso, per verificare quale sia la migliore soluzione da attuare per piazza Mercato.
Quel progetto, però, fu davvero realizzato dall’ingegner Antonio Elefante è donato al Comune?
Certo se a dichiararlo è il vice-Sindaco Pasquale D’Aniello, che insieme al Sindaco Vincenzo Iaccarino ha svolto tutto quel lavoro per arrivare sin qui, sarà certamente vero. Insieme avranno davvero approfondito bene l’argomento.
Tuttavia, a leggere le carte, qualche dubbio sorge.
Accadde tutto il 29 luglio del 2010
Per avere un minimo di contezza di quanto andiamo a raccontarvi, occorre andare indietro negli anni. Risalire ad una data precisa: giovedì 29 luglio 2010. Quasi sette anni fa
Mancavano pochi giorni alle ferie di agosto. In Giunta arrivò una proposta di delibera. A firmarla era l’allora Sindaco Giovanni Ruggiero. L’oggetto era il seguente:
Presa d’atto donazione elaborati progettuali e di diritto d’autore della proposta di riqualificazione di Piazza della Repubblica nell’ambito della procedura di project financing.
Sindaco ed assessori votarono sì.
Tutti compatti. Tranne Mario Russo.
Oggi è Presidente del Consiglio comunale.
Russo non partecipò alla seduta. Gli altri invece? Tutti presenti. Presenti erano anche Vincenzo Iaccarino, Pasquale D’Aniello e Rosa Russo. Da oltre un anno i tre ricoprono rispettivamente la carica di Sindaco, vice-Sindaco ed Assessore alla Pubblica Istruzione. A verbalizzare, assente la Segretaria Deborah De Riso, c’era il vice Giacomo Giuliano. Il marito della Russo.
Cosa decisero?
Di prendere atto della cessione a titolo gratuito e senza nulla a pretendere, da parte delle società SDR e SAEC, in persona dei rispettivi rapp.ti legali p.t., di tutti i diritti reali e patrimoniali relativi i progetti inerenti la procedura di project financing di cui all’avviso di cui all’avviso pubblico del 26 settembre 2003, progetti e idea progettuale formanti la proposta formulata dalla società dalla società S.D.R. srl, per la riqualificazione di Piazza della Repubblica, effettuata dalle società SDR e SAEC in favore del Comune di Piano di Sorrento.
Relazione e parere prodotti a tempo di record. Anche la delibera veniva approvata a tempo di record.
Anzi record dei record.
Tutto in un solo giorno. Tutto in poche ore.
Già perché persino l’atto che conteneva
…la cessione a titolo gratuito e senza nulla a pretendere
era stato redatto e protocollato nella stessa giornata in cui avvenne tutto il resto.
Tutto accadde giovedì 29 luglio 2010.
Poi dicono che la Pubblica Amministrazione sia lenta.
Cosa fu ceduto al Comune?
In cosa consisteva però quell’atto? In cosa consisteva quella cessione a titolo gratuito e senza nulla a pretendere che risultava allegata alla delibera del 29 luglio 2010?
Il 29 luglio del 2010 invece, a distanza di quasi sette anni, lo stesso Spina faceva però sapere che, per tutta una serie di ragioni, intendeva desistere da quell’offerta. Non solo maturava anche la scelta di “regalare” al Comune, senza pretesa alcuna, tutti gli atti tecnici prodotti. Inoltre, per garantire l’effettivo utilizzo di quegli atti, comunicava la piena disponibilità a fornire eventuali supporti tecnico-logistici per il prosieguo.
Sul finale della lettera arrivava la sorpresa. Spuntava un altro nome. Un’altra società che sino ad allora non era stata ancora menzionata e che non era stata nemmeno costituita nell’atto.
Era sempre l’ingegner Spina a tirar fuori quest’altra compagine sociale.
Il tecnico così scriveva:
Infatti la società di ingegneria SAEC srl con sede in Piano di Sorrento alla Piazza Cota n. 8, a cui la SDR ha ceduto i diritti del progetto, cede l’idea progettuale ed il progetto senza nulla a pretendere nei confronti del Comune di Piano di Sorrento.
Provando a riassumere Spina, nella sua qualità, rinunciava al project e regalava gli elaborati progettuali al Comune. Tuttavia, forse ricordandosi mentre scriveva che li aveva già ceduti ad un’altra società, la tirava in ballo e si impegnava a nome di questa terza società.
Alquanto arzigogolata come cosa, ma l’unica spiegazione possibile.
La lettera portava in calce la data, ovviamente anch’essa 29 luglio 2010, e due sottoscrizioni. Quella dell’amministratore della SDR srl e quella dell’amministratore della SAEC srl (la società tirata in ballo da Spina).
Nel primo caso a firmare era l’ingegner Spina (visto che la lettera la scriveva lui); nel secondo non è dato saperlo. Sia perché la firma è illeggibile, sia perché il rappresentante della SAEC srl non è generalizzato nella restante parte della lettera.
Potrebbe essere chiunque. Eppure non è un dettaglio conoscere quel nome, considerato che dal tenore della lettera si capisce che dovrebbe essere proprio la SAEC srl la titolare dei progetti.
Dalle visure spuntano due SAEC srl
Per cercare di dipanare la matassa proviamo a fare una banalissima visura camerale
Motore di ricerca: SAEC srl.
Pochi attimi ed arriva la risposta.
Trattasi di una società che ha attualmente sede in Sorrento, alla via Fuorimura numero 20. Presso lo studio del dottor Antonio Tortora.
Un momento.
Qualcosa non quadra.
La SAEC srl risulta costituita il 9 giugno del 2016. Pochi giorni dopo le elezioni amministrative tenutesi lo scorso anno. Giusto per dare un riferimento temporale.
Non può essere lei la società che “aderisce” alla donazione fatta dal rappresentante legale della SDR srl.
Non può essere lei la società tirata in ballo dall’ingegner Nicola Spina.
Nel 2010 la SAEC srl nemmeno esisteva.
La risposta a questo angosciante quesito ce la offre la stessa visura.
In essa ritroviamo un altro importante dato. La SAEC srl ha recentemente stipulato un contratto di cessione/affitto di azienda con un’altra società: la S.A.E.C. srl. Con i puntini.
L’atto è stato stipulato il 25 maggio del 2017. Il giorno seguente a quello in cui il Consiglio comunale ha approvato la delibera con cui si sono impartite…
…le linee guida per l’UTC…
…tanto enfatizzate dal Sindaco Vincenzo Iaccarino nella sua dichiarazione. Giusto per dare un altro riferimento temporale.
Quindi esistono due SAEC. Una senza i puntini ed una con i puntini.
Cerchiamo di scoprire qualcosa in più sulla SAEC con i puntini. Quella che ha ceduto la propria attività (o parte della propria attività) alla prima.
Nuova visura.
S.A.E.C. srl.
Ancora pochi attimi.
Stessa sede della prima, anche se non viene specificato se è sempre presso lo studio del dottor Antonio Tortora. Amministratore unico in questo caso è Elefante Luigi, figlio di Antonio. Nominato l’11 aprile del 2016. Sino ad allora l’Amministratore unico era stato lo stesso ingegner Antonio Elefante.
Il capitale sociale della S.A.E.C. srl (con i puntini) è giusto un po’ più corposo. Vale a dire 10.332,00 euro. Detenuto per l’80% sempre dall’ingegner Antonio Elefante e per il 20% dalla signora Langella Teresa.
La S.A.E.C. srl (quella con i puntini) risulta costituita il 14 ottobre del 2004.
Potrebbe essere questa la società che nel 2010 ha aderito a quella “donazione” fatta al Comune e che (a detta di Spina) era proprietaria degli elaborati progettuali relativa alla riqualificazione di Piazza della Repubblica, benché nell’atto sia indicata senza puntini?
Potrebbe essere.
Nel luglio del 2010 risultava amministratore della S.A.E.C. srl (con i puntini) Ferracci Sergio.
Può essere Ferracci Sergio colui che sottoscrive per adesione la lettera dell’ingegner Nicola Spina?
Se fosse così, possibile che Ferracci non sapesse che la sua società non si chiamava SAEC srl, bensì S.A.E.C. srl?
Insomma che avesse i puntini?
Già perché in un caso come questo i puntini contano eccome.
A questo punto verifichiamo anche la SDR srl.
La sede in questo caso è a Napoli. Amministratore unico Spina Nicola che lo è già dal 2003.
Il capitale sociale è pari a 100 mila euro. Detenuto per il 60% dallo stesso Spina e per il restante 40% dalla signora De Rosa Lia.
La SDR srl risulta addirittura costituita il 10 novembre del 1997.
In questo caso non ci sono dubbi.
Quella donazione è nulla
Tralasciamo per un attimo gli assetti societari e torniamo alla “donazione”
Potevano Spina e Ferracci (ammesso che si tratti di lui) sottoscrivere quell’atto?
Avevano i poteri per farlo?
A giudicare sempre dalle visure non sembra proprio, quanto meno per Spina.
Infatti, tra i poteri dell’Amministratore non risulta esserci quello di donare.
A porre il principale limite all’operazione ci pensa il codice civile.
L’articolo 782 che testualmente recita:
La donazione deve essere fatta per atto pubblico, sotto pena di nullità. Se ha per oggetto cose mobili, essa non è valida che per quelle specificate con indicazione del loro valore nell’atto medesimo della donazione, ovvero in una nota a parte sottoscritta dal donante, dal donatario e dal notaio.
Tutte le donazioni?
Anche se regalo una caramella ad un bambino devo andare dal Notaio?
Certo che no. Sempre il codice civile chiarisce che:
La donazione di modico valore che ha per oggetto beni mobili è valida anche se manca l’atto pubblico, purché vi sia stata tradizione. La modicità deve essere valutata anche in rapporto alle condizioni economiche del donante.
Quindi, tornando alla nostra vicenda, dobbiamo innanzitutto capire il valore degli elaborati progettuali di un’opera che nel 2003 (anno in cui fu presentato il progetto) era quantificata in oltre 10 milioni di euro. E’ chiaro che si parla di una somma non inferiore a 200/250 mila euro.
Ora per una società che ha un capitale di 100 mila euro (SDR srl) o addirittura di 10 mila euro (SAEC srl con o senza puntini) può considerarsi di modico valore la donazione di un bene con un controvalore pari a 200/250 mila euro. Più del doppio dell’intero capitale sociale della SDR srl, addirittura 20/25 volte in più del capitale sociale della SAEC srl (con o senza puntini).
La risposta appare talmente banale che è superfluo darla.
Quindi quella donazione andava fatta con atto pubblico. A pena di nullità.
Quindi quella donazione è nulla!
Adesso che succede?
Quali le conseguenze?
Tutti quelli che hanno interesse potranno far valere la nullità di quell’atto sempre. L’azione non si prescrive, fatti salvi i limiti dell’usucapione, che in questi casi è pari a dieci anni.
Chi può però avere interesse?
I soci o gli eventuali creditori delle società coinvolte. Anche i loro aventi diritto però. Vale a dire chi ha acquisito i beni di quelle aziende. Ancora chi si è sentito danneggiato dalla scelta dell’Ente.
Che può succedere se qualcuno promuove questa azione di nullità?
Può succedere che qualora il Comune nel frattempo si fosse servito, in pratica avesse tratto beneficio da quel bene donato, sarebbe costretto a pagarne il controvalore.
Alla faccia della donazione!
Come potrebbe però il Comune “servirsi” o “trarre beneficio” da quel progetto?
Facendo esattamente quel che intende fare. Vale a dire facendo quello che il Sindaco Vincenzo Iaccarino ha promesso nella dichiarazione con cui si è aperto questo servizio giornalistico.
Passando…
…alla fase di realizzazione.
D’altronde non potrebbe essere diversamente, sono questi gli indirizzi che sono stati forniti dal Consiglio comunale nella tribolata seduta del 24 maggio scorso.
Spunta un altro padrone dei progetti
Come se non bastasse il 13 ottobre del 2011 veniva protocollata al Comune di Piano di Sorrento una lettera a firma del geometra Mario d’Esposito.
Mario d’Esposito?
“Ora che c’entrerà mai Mario d’Esposito in questa vicenda?”
…staranno pensando i più che pazienti lettori.
Noi non lo sappiamo, ma lui dice di entrarci eccome.
Sufficiente, in proposito, sarà leggere ciò che scriveva quasi sei anni fa d’Esposito:
…essendo venuto a conoscenza, che la progettazione relativa al Project Financing di Piazza della Repubblica di Piano di Sorrento, e precisamente il progetto presentato dalla società rappresentata dall’ing. Nicola Spina è stato donato a Codesta Spettabile Amministrazione dall’anzidetta società, tiene a precisare che il progetto di che trattasi è stato commissionato e liquidato dal sottoscritto nella qualità di geometra e amministratore della società D’Esposito Costruzioni srl. Alla luce di quanto sopra, visto che il sottoscritto oltre che a finanziare la predetta progettazione è stato direttamente co-ideatore della proposta progettuale, ritiene necessario che questa amministrazione, al fine di poter procedere ad atti amministrativi congruenti con la norma, tenga presente i diritti che il sottoscritto vanta sull’opera progettuale di che trattasi.
Tutto chiaro?
D’Esposito dice di essere lui il proprietario di quei progetti “regalati” al Comune.
Sembra quasi la scena della vendita della Fontana di Trevi al signor Deciocavallo nel celebre film Tototruffa ’62.
“Non ci resta che piangere”
Ricapitolando:
-
non si sa chi ha sottoscritto questa benedetta donazione;
-
non si sa se chi sottoscritto aveva i poteri per farlo;
-
non è stata rispettata la forma della donazione
e, dulcis in fundo,
-
non si sa nemmeno se chi ha donato era realmente proprietario di ciò che ha donato.
…finalmente si può passare alla fase di realizzazione.
Pensano di aver risolto tutto.
Capite in che accidenti di cul de sac si sono cacciati a Palazzo di Città?
Capite di cosa è chiamato ora ad occuparsi il neo delegato al restyling di Piazza della Repubblica Pasquale D’Aniello con tutta la sua
…variegata e consolidata esperienza anche tecnico-imprenditoriale.
E gli altri? Gli altri che fanno?
Una parte ha votato in Consiglio perché così è stato detto loro di fare.
Senza indugi e senza porsi troppi quesiti. D’altro canto si è sempre fatto così. Si alza la mano o poi ci si affida al Buon Dio, affinché non accada niente.
Altri, opposizioni più rappresentanti del Partito Democratico, in Consiglio si sono tirati fuori dalla mischia ed hanno archiviato la pratica.
Ora per loro sono altre le priorità.
I Podemos, terminati i festeggiamenti per il sessantesimo del loro leader Raffaele Esposito, sono impegnati a sollecitare monitoraggi contro il rischio incendi per il gran caldo.
Il “grillino” Salvatore Mare tra un bollettino meteo ed un altro è completamente assorbito dalla sua battaglia per promuovere una legge nazionale per la “gente di mare”.
Quelli del Partito Democratico sono a lavoro tra convegni sul cibo sicuro da presiedere e deleghe nuove di zecca da studiare.
Di società civile, blogger, talebani, pulzelle e via dicendo se ne sono perse le tracce già da tempo.
Ai cittadini comuni insomma, a quelli che pagano le tasse quando i conti non tornano, per la dirla alla Troisi non resta che piangere.
Stanno in mano all’arte…e si vede.
j.p.