Profanazione dell’urna e vendita beni di Alberi. “I problemi non finiscono”

Il portale d’ingresso del Cimitero di Meta sa di monumentale. Alle sue spalle, sui due lati, si trovano le urne che raccolgono i resti mortali di due uomini illustri di Meta: al lato dx, Ferdinando Scarpati (1771/1850), studioso di scienze nautiche e, al lato sx, Salvatore Ruggiero (1826/1913), sindaco di Meta per 18 anni e munifico benefattore.
Nel 1909, quattro anni prima di morire, Salvatore Ruggiero, non avendo figli, con testamento pubblico ricevuto dal notaio Clemente Cafiero, destinò tutto il suo ingente patrimonio all’Ospizio di Meta e all’Asilo Infantile. Alla sua morte i nipoti eccepirono che, al momento di testare, lo zio non era sano di mente. Il Tribunale, in 1° grado, rigettò il ricorso, ma la Corte di Appello di Napoli, cui i nipoti non tardarono a rivolgersi, un collegio medico avrebbe dovuto stabilire se il Ruggiero al momento di fare testamento era sano di mente. Sappiamo come andarono le cose: nipoti e Ospizio ed Asilo decisero di dividersi i beni a metà. E così all’Ospizio di Meta e all’Asilo Infantile pervenne in proprietà il bel Palazzo di Montemare, in Vico Ruggiero e il fondo di Alberi di 10mila mq (circa) con casa colonica. Nel 1927 Ospizio ed Asilo procedettero alla separazione dei beni: al primo toccò il Palazzo Montemare, al secondo il fondo di Alberi.
I resti mortali di Salvatore Ruggiero erano conservati in un proprio loculo e, quando fu rifatto il vecchio nicchiaio, il sindaco Luigi Trapani pensò bene di destinare al Ruggiero (che non aveva eredi) un nuovo loculo, “per perpetuarne il ricordo nel tempo”. (Cfr. delibera G.M. n.715 del 4/10/82 del Comune di Meta.) La Giunta Municipale aveva deliberato conformemente “di autorizzare la raccolta delle spoglie mortali dell’ex Sindaco Salvatore Ruggiero nel loculo di nuova costruzione contrassegnato dal n. *** e di provvedere a cura e spese di [questa] Amministrazione alla posa in opera di un’epigrafe su detto loculo”. Un atto amministrativo validissimo ratificato per di più dalla Sezione Provinciale del Comitato Regionale di Controllo nella seduta del 15-11-1982. Le spoglie furono, dunque, raccolte nel nuovo loculo.
Che accade poi? Nel 1991 i resti di Salvatore Ruggiero furono spostati dalla nicchia e accantonati in un locale adiacente all’ossario comunale: la nicchia serviva per un’altra persona. Ma stendiamo su questo episodio, che sa di profanazione, un velo pietoso.
Nel 2002, in seguito alle mie rimostranze, il sindaco Sassi e l’allora assessore Giuseppe Tito diedero una degna collocazione ai resti mortali di Salvatore Ruggiero, ricavando una nicchia nella muratura posteriore del portale d’ingresso e apponendovi l’epigrafe che reca scritto:
«Ad imperitura memoria di / Salvatore Ruggiero / munifico benefattore / del Comune di Meta / cittadino emerito che / ha ricoperto per 18 anni / la carica di sindaco / L’Amministrazione Comunale /
Meta 01 Novembre 2002»
Per i Romani, pagani, i diritti degli estinti erano sacri, da rispettare. «Deorum Manium jura sancta sunto»: è riportata da Cicerone nel “de Legibus” ed è riferita alle Dodici Tavole dei Romani.
La citazione compare come epigrafe nel carme “Dei Sepolcri” di Ugo Foscolo che ci ricorda come “anche la Speme, / ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve/ tutte cose l’obblío nella sua notte;” e come “a egregie cose il forte animo accendono/ l’urne de’ forti, […] e bella/ e santa fanno al peregrin la terra/ che le ricetta.”
Fermiamoci qui,prima di occuparci – prossimamente – della vendita dei beni (in località Alberi) della Fondazione “Asilo Infantile Salvatore Ruggiero”.
Lauro Gargiulo

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