Chi è e di cosa si occupa?
Mi chiamo Lorena Pastena e sono una fisioterapista. Mi occupo di disfunzioni muscolo-scheletriche, riabilitazione posturale e in particolare della riabilitazione del pavimento pelvico. Negli anni, mi sono sempre più specializzata in questo specifico ramo, conseguendo anche un Master Universitario di primo livello. Ricevo su appuntamento presso lo studio Kairos a Pino di Sorrento (3278561455)
Dedica molta attenzione attraverso seminari on line e sulle sue pagine social alla riabilitazione del pavimento pelvico. Di cosa si tratta?
Credo molto nella divulgazione delle giuste informazioni. Da anni, oltre che per via ‘social’, sul nostro territorio organizzo giornate informative per la prevenzione soprattutto nella donna. Ancora oggi, purtroppo, si parla poco di pavimento pelvico e questo ritarda notevolmente la diagnosi di alcune patologie. Si dà per scontato che la donna debba soffrire, vuoi per le mestruazioni, per il sesso, per il non controllo degli sfinteri. Nel dettaglio la riabilitazione è rivolta al pavimento pelvico: il quale è un insieme complesso di muscoli, legamenti e fascia, si estende dal pube al coccige, abbracciando le tuberosità ischiate e chiudendo la cavità addomino-pelvica. Il suo funzionamento è fondamentale per la salute e il benessere in quanto ricopre molteplici funzioni: continenza delle urine, feci e gas; sostiene i viscero pelvici; riproduttiva e ha un ruolo importante durante il parto; i rapporti sessuali; la biomeccanica e posturale.
Il compito del fisioterapista è quello di ripristinare la funzionalità e il giusto tono muscolare del pavimento pelvico.
Qual è la prassi. Cosa accade quando una persona si rivolge a lei?
Si affronta un primo colloquio amnestico a cui dedico particolare attenzione, prendo visione degli esami/visite eseguite dalla paziente. Una volta raccolti tutti i dati, si passa all’esame obiettivo, ovvero ad una valutazione esterna della pelvi e delle strutture circostanti. Nel dettaglio si valuta:
la postura
la respirazione
l’arco di movimento degli arti inferiori, della pelvi, della schiena e del torace;
se sono presenti punti di dolore ;
l’aspetto dei genitali esterni;
la sensibilità e i riflessi dell’area perineale.
La valutazione dei muscoli del pavimento pelvico avviene invece con l’esplorazione digitale del retto e/o della vagina. In questo modo si vanno a saggiare i muscoli che lo compongono, e si valuta la presenza di alterazioni.
Quali sono i sintomi di disfunzione del pavimento pelvico e quando è opportuno rivolgersi ad un* fisioterapista.
Perdite urinarie, senso di peso in vagina, dolore durante i rapporti, anorgasmia, difficoltà ad evacuare, sono solo alcuni dei sintomi che possono celare una disfunzione del pavimento pelvico, le più comuni sono:
Incontinenza urinaria-fecale-gas
Prolasso organi pelvici
Stipsi
Dolore pelvico cronico
Disfunzioni sessuali
Disturbi legati al post-partum
Per troppi anni è passato il messaggio che fosse normale perdere urina o provare dolore durante i rapporti, o che a un certo punto della propria vita se hai partorito eri fortunata a non avere un prolasso. Dovremmo imparare ad ascoltare i messaggi che il nostro corpo ci manda, e a indagare quando ci si rende conto che c’è qualcosa che non va.
È possibile fare prevenzione?
Certo! La prevenzione è fondamentale! Soprattutto in alcuni momenti della vita, dove il pavimento pelvico subisce grossi stress e cambiamenti, come: la gravidanza, il parto e la menopausa. Sarebbe opportuno già da prima imparare a percepire questa importante struttura e a prendercene cura, in questo modo molte disfunzioni potrebbero non presentarsi o essere risolte in poco tempo.
Come sa la nostra rubrica è a carattere psicologico e siamo certe che spesso si sarà trovata ad accogliere vissuti emotivi e storie di ogni genere da pazienti con disfunzioni del pavimento pelvico.
Quali aspetti emotivi li accomuna?
Avere una disfunzione legata al pavimento pelvico influenza negativamente lo svolgimento di attività quotidiane, delle relazioni sociali, dell’intimità e della vita sessuale. Hanno un grosso impatto a livello emotivo.
Il primo sentimento che mi viene in mente è:la solitudine derivata dalla frustrazione di non trovare una cura al proprio problema; il non sentirsi capiti e compresi, non solo da chi ti sta intorno, ma anche dal sistema sanitario nazionale che ancora oggi non riconosce alcune invalidanti patologie come la vulvodinia e la neuropatia del pudendo. Per questo il mio invito è sempre quello di parlarne, sono disfunzioni, a dispetto di quanto si possa pensare, molto diffuse.
Reputa utile anche il sostegno psicologico? Se sì in quali casi?
Certo! Soprattutto nei casi di dolore pelvico cronico e nelle disfunzioni sessuali, trovo che debba essere sempre affiancato un percorso di natura psicologica.
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Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa-psicoterapeuta ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
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