Psico-Intervista “Il terremoto di Ischia. Un aiuto dalla psicologia”

In considerazione del recente terremoto che ha colpito l’isola di Ischia, abbiamo deciso di rivolgere qualche domanda alla Dott.ssa Lucia Buono,psicologa- psicoterapeuta dell’età evolutiva e  membro di OLTRE onlus, associazione composta da psicologi con formazione e competenze diverse, nell’ottica di una loro integrazione, attiva sul territorio ischitano attraverso una serie di iniziative a carattere preventivo, formativo e clinico per fornire risposta alle esigenze della popolazione.

Qual’é il ruolo dello psicologo chiamato ad intervenire in situazioni di calamità naturale, come il terremoto?

Lo psicologo, in fase di emergenza, come quella da terremoto, é chiamato ad intervenire nell’immediatezza dell’evento catastrofico, per sostenere le persone direttamente coinvolte in esso, i loro familiari, i soccorritori e l’intera comunità dove gli eventi critici si sono sviluppati. Si tratta di situazioni critiche fortemente stressanti che irrompono nella routine quotidiana e che incidono significativamente sulle capacità di adattamento e sul benessere psicofisico delle persone della comunità di appartenenza. Difatti, successivamente all’evento, dal forte impatto emotivo, relazionale e sociale, l’intervento dello psicologo può risultare fondamentale nel contenere una serie di reazioni emotive e comportamentali a breve termine e ridurre gli effetti negativi a lungo termine della catastrofe vissuta.

Nello specifico, quali gli interventi messi in atto dall’associazione OLTRE onlus di cui sei  membro?

L’associazione, di cui sono membro-socio, si è attivata sin da subito, recandosi nelle zone disagiate ed istituendo uno sportello d’ascolto psicologico,  che ha raccolto la partecipazione di un numero considerevole di persone in difficoltà, adulti, giovani, ma anche anziani, residenti del posto che, almeno in una fase iniziale, hanno espresso il bisogno di restare in quei luoghi, di non riuscire a separarsi da essi, nonostante tutto. Inoltre, considerato il numero di adesione delle persone ma soprattutto il forte desiderio di condivisione e partecipazione, sono stati tenuti anche dei gruppi di sostegno. La dimensione del gruppo, in queste situazioni, diventa fondamentale, in quanto aiuta la condivisione, la comprensione di quanto accaduto e la normalizzazione delle proprie reazioni, che nasce dalla consapevolezza che ci sono altre persone che stanno vivendo la stessa esperienza e le medesime difficoltà. Il lavoro dell’associazione, dopo la primissima fase di emergenza, continuerà a svolgersi in sedi diverse, mettendo a disposizione i medesimi servizi. In particolare sono in corso del laboratori espressivo-emozionali rivolti ai bambini per sostenerli nella libera espressione delle emozioni e dei vissuto legato all’esperienza del terremoto, al fine di favorire un’adeguata elaborazione dell’accaduto e garantire nuove forme di benessere psicofisico.

 

Quali sono le preoccupazioni più comuni delle persone che hanno vissuto l’esperienza del terremoto? Dinanzi ad un evento catastrofico non tutti reagiscono allo stesso modo. Alcune persone sono più  resilienti, sono cioè più capaci di far fronte alle situazioni difficili e ad affrontarle con forza e coraggio, altre lo sono un pó meno. Ma entrambe le risposte vanno bene e possono considerarsi normali. Ciò che sembra accomunare queste persone sono piuttosto le emozioni esperite e verbalizzate. Dalla paura e lo sgomento iniziali, alla rabbia e al senso di impotenza sperimentati successivamente.  Si, perché ci si sente inermi dinanzi ad una natura che ha riservato loro un nefasto destino, al di fuori di ogni possibile forma di controllo. Tuttavia, le loro preoccupazioni più imminenti sono quelle di RICOSTRUIRE le loro vite per tornare alla normalità, per riprendere il controllo della loro quotidianità. Questo, a distanza di 3 settimane e più, rappresenta l’impegno più grande che tutte le persone, coinvolte o meno, vogliono assolutamente cercare di mantenere. C’è un forte desiderio e spinta verso il futuro, verso una nuova progettualità, e questo grazie anche alla grande catena di solidarietà che ha sostenuto il paese.

 

E i bambini?Come hanno risposto a questo evento?

Se pensiamo all’impatto emotivo che un evento così devastante, come un terremoto,  può avere su un individuo adulto, dobbiamo allora immaginare in maniera amplificata il suo potere disarmante  su di un bambino, che non dispone degli stessi evoluti strumenti cognitivi per comprendere fino in fondo che cosa accade e perché. Il terremoto, in fondo, non si vede, arriva senza essere pensato né atteso e soprattutto quando vissuto da vicino, coinvolgendo familiari e amici, può risultare devastante. Così a quel terremoto della terra ne segue  un altro, un vero e proprio terremoto  emozionale. Possono essere tante e diversificate le reazioni di un bambino dinanzi alla catastrofe. Spesso, da subito, accanto alla paura e alla preoccupazione che l’evento  possa ripetersi si aggiunge una profonda angoscia di perdita, della propria casa, di alcuni cari, o semplicemente della precedente vita quotidiana. Tutto ciò può inevitabilmente interferire con alcuni processi psicofisiologici  ( sonno, alimentazione, attenzione e concentrazione, apprendimenti) che possono alterarsi e destabilizzare l’intero sistema. Ecco perché  una precoce presa in carico delle problematiche manifestate dai bambini, offrire la possibilità di esprimere le proprie emozioni, per meglio comprenderle e poter essere adeguatamente gestire dal bambino, rappresenta il primo passo verso una piena elaborazione dell’evento traumatico. Risulta di fondamentale importanza allora rassicurare e tranquillizzare i propri bambini, dopo aver loro spiegato, in un linguaggio accessibile, quanto accaduto. È necessario che vengano protetti in modo adeguato per permettergli di superare tali eventi. La loro tutela e protezione passa in primis dall’atteggiamento e dalle reazioni dei genitori. I bambini replicano i loro comportamenti e reagiscono meglio quando i genitori appaiono sicuri e calmi. Ecco perché risulta di fondamentale importanza non sottovalutare mai i propri e loro stati d’animo e ricorrere ad un aiuto psicologico nel caso in cui si senta il bisogno e si avverta la necessità. Accogliere i loro vissuti, le loro emozioni,  preoccupazioni e  paure, per poi scoprire le innumerevoli risorse che un bimbo dispiega di fronte alle difficoltà,  dimostrando grandi capacità di resilienza, ti fanno capire ancora una volta quanto sia profondamente immenso e ricco il mondo dei bambini.

 

Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068

Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043

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