Quattro anni fa, l’addio a Giovanni Antonetti. La sua ultima intervista: un testamento di “speranza” nel domani

Il 2 maggio 2013 Giovanni Antonetti, già leader dell’Italia dei valori e “paladino” indiscusso di Boxlandia, rilascia – telefonicamente – una lunga intervista al nostro giornale. L’intervista sarebbe stata pubblicata sull’edizione “cartacea” di Agorà, in edicola il sabato seguente (4 maggio).

L’indomani, il 3 maggio 2013, la notizia della prematura scomparsa dell’avvocato.
Vogliamo ricordarlo con un passaggio di quell’intervista: un passaggio dove si scorge molta speranza nel “domani”, e le cui tematiche sono ancora al centro dell’agenda politica locale (e non solo).

Scuola, cemento e contributi sembrano i principali fili conduttori della sua azione politica. Basteranno a creare una coscienza nuova negli elettori, o si continuerà a votare per legami di famiglia e vincoli… clientelari?

“La speranza è che qualcosa cambi. Anche perché, il cemento distrugge l’ambiente, il futuro e le bellezze della nostra incantevole terra. La scuola forma i nostri figli. Per quanto riguarda la tematica dei contributi, lì è una questione di trasparenza e di garantire pari opportunità di accesso, senza logiche clientelari che favoriscano gli amici, e gli amici degli amici. Però siamo realisti: con una coalizione così ampia di centrodestra, che ritrova puntualmente unità sulle poltrone, è sempre impresa ardua riuscire a strappare consensi di opinione. Per questo motivo, il centrosinistra deve ritrovare unità, ma deve anche allargare il dialogo verso formazioni civiche, associazioni, società civile. E’ l’unico modo per creare un’intesa di governo alternativa a Cuomo e alla sua alleanza”.

Exit mobile version