“Rendere più fluido il traffico non risolve i problemi di Sorrento, ma può aggravarli. Lo stesso percorso meccanizzato per il porto fa crescere in modo esponenziale il flusso turistico e trasforma la città in una grande terminal con enormi presenze, limitate a poche ore e che favoriscono un certo tipo di sviluppo economico non certo fondato sulla qualità dei servizi e la qualificazione professionale degli addetti. E’ questo il tipo di crescita che vogliamo?”.
E’ quanto afferma, in sintesi, Raffaele Attardi, tra gli animatori del movimento civico “Sorrento senza traffico”, sul Piano Urbano della Mobilità approvato dalla Giunta comunale di Sorrento.
A tal proposito, “Sorrento senza traffico” ha presentato delle Osservazioni al Piano. Raffale Attardi, chimico e professionista impegnato nella certificazione di qualità e tutela ambientale, ci aiuta a capire il senso e la prospettiva in cui si inseriscono i rilievi mossi a questo importante documento di programmazione, decisivo, forse, per quello che dovrà essere Sorrento nel prossimo decennio.
Cosa c’è che non va nel Piano urbano della mobilità?
Come è noto sono e siamo propositivi. Quindi guardiamo in positivo al fatto che il Piano sulla mobilità è uno strumento aperto ai contributi della città e della associazioni che possono partecipare al suo iter con osservazioni.
E quello negativo?
I tempi troppo brevi per elaborare osservazioni, la prevalenza nell’impostazione del Piano del movimento su gomma – la mobilità non è data solo da macchine e bus – pochi cenni su porto e stazione ferroviaria, ed assenza di quantificazione dei flussi e dei segmenti di provenienza dei medesimi. Quante presenze giungono in città e come arrivano? Non si fa cenno della pericolosità per il transito pedonale e veicolare di Via degli Aranci che in attuazione del Piano diventa strada tangenziale. Su Via degli Aranci si sono registrati gravi incidenti stradali con pedoni investiti. Vorremmo capire a quali fattori sono dovuti e cosa si può fare per garantire maggiore sicurezza. Inoltre, manca una simulazione sugli effetti prodotti dal percorso meccanizzato che trasforma profondamente il porto facendo crescere gli sbarchi e va ad incidere in modo significativo sul traffico e sul parcheggio Correale.
Proviamo ad andare con ordine. Il percorso meccanizzato è considerato un passaggio fondamentale per la pedonalizzazione della città. Un fattore altamente positivo anche in termini di impatto ambientale. Non è così?
Il percorso meccanizzato trasforma il porto in un terminal crocieristico con attracco di navi da 4- 5 mila passeggeri che oggi non arrivano per l’impossibilità ad assicurare il servizio bus per le escursioni nella stessa area portuale. Ma il sistema di tappeto mobile fa superare questo inconveniente.
Cosa c’è che non va?
Guardiamo agli effetti principali di questo fenomeno. Il parcheggio Correale diventa un’area di sosta a servizio dei bus per le escursioni. Il movimento crocieristico impatta sulla città con enormi flussi di persone concentrate per poche ore con scarso impatto economico. Hanno poco tempo non possono visitare gli store delle griffe famose, né consumare pasti gourmet oppure apprezzare le tipicità locali. Acquistano piccoli souvenir, qualche prodotto mangia e fuggi e fanno crescere, non riducono, il movimento su gomma con i bus per le escursioni. In una parola si riduce la vivibilità, si aumenta l’inquinamento ed in termini di sviluppo economico favoriscono l’incremento di servizi a basso valore aggiunto con addetti di scarsa qualificazione professionale. E’ questo che vogliamo? Ma c’è di più
Prego
Questo enorme flusso che arriva al porto e viene smistato per le escursioni incide anche sugli altri Comuni della Penisola ed oltre. Se partono cento bus turistici da Sorrento per Pompei è necessario coinvolgere tutte le Amministrazioni interessate. Rischiamo di fare la fine di Venezia
Cosa è successo a Venezia?
E’ nota la questione del sentimento negativo diffuso in quella opinione pubblica contro le grandi navi che attraccano a Venezia ed il problema non è il rischio che corre la banchina del porto ma il tipo di turismo che si favorisce e l’economia che si crea. E’ stato commissionato uno studio ad una società specializzata che ha prodotto un documento corposo denominato “Governare il turismo” che mette in evidenza tutti i rischi legati allo sviluppo di un turismo non residenziale ma di passaggio in cui la città diventa un grande terminale che si riempie e svuota in poche ore, ponendo anche il problema dei costi in termini di gestione dei rifiuti e di manutenzione . Alla luce di queste evidenze loro vogliono tornare indietro, e noi a Sorrento cosa vogliamo fare?
Secondo lei?
Non escludo la possibilità che si voglia assecondare questo tipo di turismo, ma in tal caso è opportuno che la città si esprima, ne abbia consapevolezza e quindi ci sia una assunzione di responsabilità.
Nelle vostre osservazioni contestate anche la realizzazione di ulteriori parcheggi, perché?
Il problema non è solo e non è tanto il parcheggio, ma anche e soprattutto dove lo collochiamo. Nel caso specifico la realizzazione di un’area di sosta in corrispondenza della stazione di carburanti Total, in prossimità di Marano, verrebbe a trovarsi sulla principale direttrice di traffico, con possibili interferenze e rallentamento dello stesso. Ma ripeto la questione centrale è stabilire cosa vuole essere questa città e per farlo è necessario quantificare i flussi attuali e stabilire quelli che si vogliono avere in futuro e qui il ruolo della città e della politica risulta decisivo.
In che senso?
Al tecnico o ai tecnici che hanno elaborato il Piano di mobilità andrebbero dati, a nostro avviso, degli indirizzi chiari. Vogliamo aumentare i flussi? Perché sulla base del piano attuale andiamo in questa direzione con i rischi anticipati oppure vogliamo definire un diverso perimetro stabilendo che non possiamo avere flussi superiori ai posti letto disponibili? In tal caso intendiamo incentivare un turismo residenziale con ospiti che vivono la città per almeno 4 – 5 giorni ed hanno la possibilità di conoscere il territorio e generare una economia di maggiore qualità che ha bisogno di professionalità adeguate e con una ricaduta più diffusa.
NCC e linee turistiche dei bus che ruolo hanno in questo fenomeno?
Al momento la città di Sorrento ha rilasciato un numero di licenze per noleggio con conducente superiore alla città di Napoli. Vogliamo andare avanti così o mettere un freno? Per quanto riguarda le linee turistiche non si sa quante sono, visto che le autorizzazioni sono rilasciate dalla Città metropolitana.
Lo snodo centrale per uscire da questo impasse qual è a suo avviso?
La Circumvesuviana trasformata in metropolitana veloce, magari dotata di treni elettrici e con spostamenti assicurati ogni tre-cinque minuti e zone di intercambio oltre la Penisola. I bus turistici non dobbiamo farli arrivare in costiera. E pensare che abbiamo perso l’opportunità dell’alta velocità che gira dietro al Vesuvio verso Pompei-Striano arriva a Salerno e poi nel Cilento.
Una considerazione per concludere
Vorrei che su queste scelte che riguardano il destino della città si esprimessero gli imprenditori ed i cittadini. Altra questione fondamentale è il rispetto dell’ambiente. In Giappone ci sono già due città totalmente ecosostenibili, una progettata da Panasonic ed un’altra da Hitachi. C’è chi guarda al futuro, noi non possiamo continuare a pensare di raschiare il fondo del barile: è troppo rischioso.