di Raffaele Lauro *
Lo scandalo planetario, svelato dalle intercettazioni Palamara&Company, ha confermato che neppure la magistratura, fatta salva una ridotta minoranza e nonostante le garanzie costituzionali di cui gode, risulta indenne, come molti temevano, alle “malattie ereditarie” del tradizionale malcostume italico, che pregiudica, mortifica e mette in pericolo la nostra democrazia: familismo, nepotismo, clanismo, partitismo, intromissione nelle lotte politiche, collusione e scambio di favori con settori del giornalismo e imperi editoriali, lotta per il potere fine a se stessa e violazione della deontologia professionale, per tacer d’altro.
Le “Considerazioni Finali” del Governatore della Banca d’Italia hanno radiografato drammaticamente la gravità della crisi economico-sociale del nostro paese, che minaccia di mettere in crisi la stessa pace sociale e l’ordine costituito. Anche se la previsione di una caduta del PIL, a fine anno, del 13% appare, ahinoi!, ancora del tutto contenuta. L’implacabile accusa del neo-presidente di Confindustria, di Confcommercio, di Unimpresa e di altre associazioni di categoria, al Governo e all’intera classe politica, di non avere uno straccio di progetto, un visione organica e credibile, anche sul piano delle riforme strutturali, per la ricostruzione futura del nostro paese dalle presenti macerie, nonostante i trionfalismi verbali, nazionali ed europei, del premier Conte e dei suoi fan.
Ad alleviare l’avvilimento e lo sconforto collettivo, provocati da quanto sopra, a lenire le ferite aperte nel cuore della nazione, é intervenuto, di nuovo e provvidenzialmente, il ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, con un’altra “perla” del suo irresistibile repertorio, che allieta tanto le cancellerie di tutto il mondo: la spiegazione, “urbi et orbi” televisiva, delle finalità dell’app “Immuni”. Satollo del “bottino” delle nomine e dei “successi” filo-cinesi del progetto “Le vie della sera”, il sublime Di Maio ci ha voluto regalare un sorriso di conforto per il fine settimana. Grazie, veramente grazie, Signor Ministro!