La settimana del Benessere Psicologico 2018 volge al termine e lascia dietro di sé una scia di riflessioni sul tema della resilienza applicato ai più svariati contesti. I tanti eventi proposti dagli psicologi aderenti all’iniziativa hanno portato l’attenzione sulle varie sfaccettature di questo concetto, a cui ci si augura facciano seguito proposte concrete nei vari ambienti di vita delle persone, volte a promuovere la loro capacità di dispiegare le proprie risorse per fronteggiare le difficoltà, ritrovando così un nuovo e migliore equilibrio. Parlare di resilienza solo a livello individuale, infatti, ci fa perdere di vista la sua reale natura, cioè quella di non essere semplicemente una proprietà statica, che si ha o meno, ma piuttosto un processo che si manifesta nella relazione tra la persona e i vari scenari che abita. Affrontare questo argomento senza tenere conto del contesto socio-economico e culturale di riferimento rischia di rivelarsi fallimentare. Su questo punto ci siamo soffermate nel nostro intervento alla tavola rotonda promossa da Psicologi per i Popoli Campania dal titolo Lo sviluppo sociale attraverso la resilienza per il benessere delle Comunità, tenutasi a Napoli lo scorso mercoledì 10 ottobre. Un proverbio africano recita: “per educare un figlio ci vuole un intero villaggio”. Per renderlo resiliente vale, forse anche in maniera più forte, la stessa regola. Pensiamo al bambino che grazie al lavoro educativo della famiglia è cresciuto con una buona fiducia in sé e nella sue risorse ma poi si trova a misurarsi con atti di bullismo. Al brillante studente universitario che vede i sogni di carriera infrangersi contro lo scoglio della disoccupazione giovanile. Ancora, all’adolescente adottato che si trova a dover definire la propria identità sociale in una lingua ed in una cultura che non gli appartiene. Immaginiamo la fatica di doversi integrare all’interno di una comunità da cui ci si sente etichettati come diversi, per la lingua parlata, per il colore della pelle, per la propria religione, per il proprio orientamento sessuale. E’ chiaro che ad essere in gioco in questi casi non è solamente il singolo ed il suo “equipaggiamento” per resistere alle avversità, ma anche il contesto con la sua capacità di promuovere lo sviluppo di quel potenziale umano necessario per fronteggiare gli ostacoli, attraverso relazioni educative costruttive ed azioni sociali che rafforzino le competenze dei singoli e dei gruppi nell’affrontare i cambiamenti. Affrontare i cambiamenti, non resistervi. Questa è la chiave per renderli un momento di svolta, un’opportunità e non una minaccia.
Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068
Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043