L’offensiva dell’archietto Attanasio
Nel silenzio generale della politica, ad uscire allo scoperto sul progetto di restyling di Piazza della Repubblica è l’architetto Vincenzo Attanasio.
Attanasio è il progettista, insieme al collega Camillo Lauro, dell’intervento.
Attanasio ha deciso così di lanciare il cuore oltre l’ostacolo ed è partito in una grande offensiva mediatica.
Obiettivo: conquistare la rete o meglio i social.
Foto rendering e descrizioni del progetto, dapprima condivise sul suo profilo e poi in una pagina dall’affascinante nome: “Cambiamo la nostra Città”.
L’architetto spiega anche in cosa consiste il progetto di Restyling di Piazza della Repubblica.
Un progetto attento al concetto di sostenibilità con il recupero dell’attuale fabbricato con la configurazione planimetrica a C dove attualmente esistono attività commerciali, liberandolo da tutte le superfetazioni.
Il recupero dello storico capannone con il restauro dei suoi elementi compositiva è nuova collocazione all’interno della Piazza.
La demolizione del fabbricato interno all’attuale area mercatale ed utilizzo del suo volume per la costruzione di un nuovo fabbricato posto ad angolo tra via Mercato e via delle rose.
Eliminazione del tratto di strada che passa dinanzi i negozi storici e realizzazione di una ulteriore Piazza con il recupero dell’attuale isola destinata alla sosta auto su strisce blu.
Realizzazione di un area a verde con il reimpianto delle attuali alberature presenti e loro integrazione.
Realizzazione di un nuovo monumento ai caduti delle due guerre all’interno dell’area a verde.
Realizzazione di un parcheggio interrato a due livelli con sosta a rotazione e box auto al di sotto dell’area mercatale.
Il tutto completato da un sistema di illuminazione pubblica ad alta resa ed a basso consumo energetico.
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Grazie per la vostra attenzione.
Tutto molto bello.
L’unica cosa che Attanasio non spiega, però, sono i termini economici dell’operazione.
Cosa ci guadagna il Comune
Già perché in un project financing a realizzare l’intervento è il privato. Il privato chiaramente dovrà guadagnarci qualcosa.
Il privato in questo caso è la società Passarelli S.p.A.
Al pubblico spetta il compito di valutare se quei lavori soddisfano gli interessi della collettività.
Il pubblico in questo caso è il Comune di Piano di Sorrento.
Ebbene al termine dei lavori a Piazza della Repubblica accadrà questo.
Al privato (la Passarelli S.p.A.) il pubblico (Comune di Piano di Sorrento) dovrà cedere (in proprietà o in diritto di superficie).
- tutti i negozi disposti a semicerchio nella piazza ed attualmente concessi in locazione.
- i sei locali commerciali che verranno realizzati nel nuovo edificio.
- i 35 box auto da realizzarsi al II piano interrato.
- i 6 locali commerciali da realizzarsi al di sotto del “baraccone”.
- la concessione per 35 anni del parcheggio a rotazione.
Il Comune perderebbe inoltre anche l’area mercatale (che non si sa che fine farà) e gli introiti delle strisce blu di tutta l’area. Senza considerare che i posti auto a rotazione previsti nel restyling saranno addirittura due in meno di quelli attualmente esistenti.
Cosa ci guadagnerebbe insomma il pubblico, cioè il Comune di Piano di Sorrento?
Semplice: la risistemazione della Piazza con tanto di alberelli e cavea e, se gli va bene, pure un monumento ai caduti che a quel punto sarebbe persino inutile. Farebbero prima a cambiare il nome e ribattezzarla Piazza Passarelli.
Possibile che tra quelli che oggi rappresentano il pubblico (Comune di Piano di Sorrento) nessuno si sia ancora accorto di tutto ciò?
Possibile che nessuno tra maggioranza e minoranza abbia ancora biascicato la benché minima parola a riguardo?
Commenti
4 risposte a “Restyling Piazza della Repubblica/ Vogliono trasformarla in Piazza Passarelli”
Il mio commento è ” no comment”. Comunque complimenti per l analisi precisa e essenziale.
Questo tipo di informazione disinformata è una delle cause del declino di questo paese in cui nessuno investe più e quando qualcuno ci prova viene subito attaccato. Cosa ci guadagna il Comune e la collettività di Piano? Risolve uno scempio urbanistico che si trascina da oltre 30 anni, non spende un euro dei 5 milioni e passa che servono per implementare l’intervento (e senza rischi di lievitazione dei costi di cui si fa carico il privato), ottiene tempi certi e standard certi di manutenzione senza costo aggiuntivi … e il tutto può essere migliorato nella fase di negoziazione e in quella di gara.
Perché Agorà non si chiede anche cosa ottiene la collettività di Piano se tutto resta così?
Ha ragione. Sia la maggioranza che l’opposizione, nonchè i tecnici ed i funzionari del Comune, non hanno biascicato alcuna parola. Ma hanno espresso le dovute ed approfondite critiche al progetto nella sede opportuna, cioè nella commissione urbanistica convocata ad hoc, a cui i membri dell’opposizione hanno chiesto ed ottenuto di partecipare, così come consentito dal regolamento.
Non ci risulta che l’argomento sia stato trattato in Commissione urbanistica, per vero a Piano di Sorrento non esiste alcuna Commissione urbanistica. Forse allude al tavolo promosso dal Funzionario responsabile del V settore che è altra cosa. Se è così sull’edizione cartacea di sabato approfondiremo e documenteremo dei vari interventi.