Certo, il “sillogismo” di don Ivan Licinio, responsabile della pastorale giovanile presso il santuario di Pompei, non è propriamente ortodosso. “Castrati il cervello” è un’espressione dura postata su Facebook da un uomo di Chiesa. Matteo Salvini non ci sta e rilancia con un post sul social: “Se questo è un prete…Ma vi pare normale? ‘Poveri stupratori’, italiani o stranieri, non puniamoli troppo…P.S. Il ‘simpatico’ Don Ivan ignora che in diversi Paesi non meno civili del nostro (tra gli altri: Stati Uniti, Russia, Svezia, Finlandia, Germania, Danimarca, Norvegia, Belgio, Francia, Regno Unito, Polonia, Canada) la castrazione chimica è prevista e praticata”. Intanto arrivano le prime reazioni. “Le parole di odio usate da Salvini ogni volta che parla di migranti, così come prima faceva quando parlava di napoletani e meridionali in genere, ha fatto perdere la pazienza anche a un uomo mite, un uomo di Chiesa a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà per le aggressioni mediatiche che sta subendo e subirà dai fans del leader della lega al punto da organizzare una manifestazione in suo sostegno e contro la violenza verbale, e qualche volta fisica, dei leghisti”. Lo hanno detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Gianni Simioli de La radiazza. “Stiamo vivendo un periodo particolare, dal punto di vista sociale ed economico, e persone come Salvini che alimentano l’odio verso i migranti rischiano di creare un clima di tensione che potrebbe portare anche a conseguenze serie oltre a non permettere di affrontare il dramma delle migrazioni e le difficoltà economiche degli italiani così come meriterebbero” hanno concluso Borrelli e Simioli per i quali “Salvini e tutti i leghisti hanno sempre cercato e trovato nemici da offendere, alimentando l’odio, e prima lo facevano verso i napoletani e il Sud, mentre ora lo fanno verso i migranti per poter prendere qualche voto anche al Sud”.