La notizia del disboscamento attuato sul Monte Faito, è rimbalzata sui social nei giorni di capodanno suscitando indignazione e rabbia.
Il WWF Terre del Tirreno appena appreso dello scempio ha subito inviato un esposto via PEC indirizzato alla Procura della Repubblica, al Parco dei Monti Lattari ed ai Carabinieri forestali che, intervenuti prontamente, con gli uomini della Stazione di Castellammare di Stabia, hanno documentato i danni, individuato e denunciato il committente responsabile del disboscamento e posto sotto sequestro l’intera area. Le indagini sono tutt’ora in corso per individuare la ditta che ha eseguito il taglio.
Gli esemplari arborei eliminati a raso sono circa 30 alberi tra latifoglie e conifere, tra questi anche un castagno secolare e maestoso che aspettava di essere censito tra gli alberi monumentali.
Il taglio assurdo è stato messo in essere nel cuore del Parco Regionale dei Monti Lattari, senza che nessuno se ne accorgesse o segnalasse lo scempio in atto, proprio mentre in contemporanea, a poca distanza, era in corso una sagra con mercatini e bancarelle.
“Dopo i danni dell’ultimo devastante incendio che ha causato la perdita di migliaia di esemplari arborei – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Terre del Tirreno – documentiamo l’ennesima violenza per mano dell’uomo ad un ecosistema già danneggiato e stremato. I taglialegna, una squadra di decine di persone ben attrezzate, hanno avuto tutto il tempo per disboscare a zero un intero versante e sgomberare le tonnellate di legname. Solo le proteste di un altro taglialegna del posto, per quanto appreso, avrebbero fatto in modo che le motoseghe risparmiassero due querce! Appare assurda la motivazione dello scempio: pare che il privato dalla casa “non vedesse il panorama”? Analogo scempio, sulla stessa scarpata, era già stato fermato dai forestali su denuncia del WWF nel maggio 2013. Ora l’opera è stata portata alle estreme conseguenze! Ma è anche vero, come sostiene la nostra associazione da sempre, che esiste un vero e proprio business legato al commercio del prezioso legname: un’attività senza controllo, impunita e redditizia… con buona pace degli alberi delle campagne, dei boschi, delle strade e delle piazze.
Il WWF si costituirà parte civile per l’ennesimo scempio compiuto nel cuore di un Parco Naturale. Nel frattempo aspettiamo gli sviluppi della vicenda e di capire se, e come sia possibile che gli enti comunali e la polizia locale fossero all’oscuro di tutto? Resta il sommo dispiacere di aver perso tanti alberi grossi ed importanti, senza che nessuno abbia denunciato in tempo reale le motoseghe in azione, a dimostrazione della scarsa sensibilità e del clima di omertà che esiste su quella “montagna che non c’è”!!!”
Ma i tagli degli alberi e i furti di legname sono solo la punta di un iceberg di una serie di azioni messe in essere contro la natura: abusi edilizi, sbancamenti di roccia, realizzazione di strade, scarichi di liquami, discariche e depositi di materiali e rifiuti pericolosi, bracconaggio, caccia fuorilegge, pascoli abusivi su aree percorse dalle fiamme, motocross nei boschi, disturbo alla fauna… sono solo alcune attività che nel Parco dei Monti Lattari restano troppo spesso impunite!
“Col nuovo anno il WWF lancia un accorato appello a tutti gli escursionisti, camminatori, fotografi, appassionati e amanti del Faito, a denunciare in tempo reale ogni abuso e/o manomissione all’ecosistema. Affinchè chi cammina, e percorre in lungo e in largo la montagna, non lo faccia sempre e necessariamente con i paraocchi, e sappia imparare a distinguere tra la natura e le opere devastanti dell’uomo, tra il bello, che ancora esiste, e il brutto che, ahinoi, avanza inesorabile nell’interesse dei soliti pochi arroganti e potenti che, su quella montagna, sembrerebbero aver stabilito un “loro feudo”!!!”
Infine c’è bisogno di un Ente Parco che tuteli in primis la Natura in tutto il suo comprensorio.
“Non si può ridurre la gestione di un intero Parco Regionale, con tanti comuni ed ecosistemi diversi, delicati ed importanti – aggiunge Piernazario Antelmi Delegato Regionale del WWF Italia – ad una cassa di risonanza esclusiva che sembrerebbe tenere più al rilancio dell’EAV – tramite la funivia – e delle attività imprenditoriali e commerciali del Faito, che alla sorte della flora, della fauna e del paesaggio di un territorio vastissimo, con emergenze faunistiche e vegetazionali uniche al mondo, che comprende siti di interessi comunitari, zone a protezione speciale e delicate aree soggette a vincoli paesaggistici ed idrogeologici, all’interno delle rotte di migrazione dell’avifauna europea! Tale affascinante e importante tassello di Natura, che la Regione ha deciso di inserire nei confini di un parco naturale, è quotidianamente messo a rischio da scempi e abusi da parte di individui senza scrupoli che si avvantaggiano, se non della collusione con politici ed enti locali, di sicuro dell’assenza di qualsiasi forma di controllo e repressione sulle montagne e nelle frazioni del parco.”
Riccardo Di Martino