Crollo del terremoto del 1980

Paura terremoto/ Saltano le verifiche sismiche nelle scuole

Continua a tremare la terra al Centro Italia

Ad ogni scossa si alimenta anche la paura ed il ricordo di quel terremoto del 23 novembre del 1980.

Quei novanta interminabili secondi che colpirono anche Piano di Sorrento.

Quei crolli e quelle dieci vittime sono ancora nella mente di tanti.

Un terremoto come nessuno aveva mai ricordato. Il precedente, di entità più o meno simile, risaliva a due secoli prima.

Oggi, a distanza di trentasei anni, cosa potrebbe accadere?

Questo è il dilemma. Un dilemma che diventa ansia da terremoto. Quasi fobia, se si scopre che da allora quasi niente è stato fatto.

Niente per mettere in sicurezza gli edifici pubblici.

Eppure a metà novembre fu annunciata la svolta

Il Funzionario del settore Lavori Pubblici e Protezione civile, l’ingegnere Graziano Maresca, adottò una determina con la quale si approvava l’avviso pubblico avente ad oggetto “L’indagine di mercato per la ricerca, individuazione e selezione del professionista per l’affidamento dell’incarico di verifica sismica degli edifici comunali di interesse strategico rilevante”.

Gli accertamenti avrebbero dovuto riguardare: la Casa comunale, la Biblioteca comunale/Centro culturale, Villa Fondi, il Mercato ortofrutticolo, gli impianti sportivi del Centro Polisportivo in via delle Rose e quello di pallacanestro pallavolo di Pozzopiano. Soprattutto, però, i cinque plessi scolastici sedi dell’Istituto Comprensivo Piano di Sorrento (Scuola secondaria di I grado “M. Massa”, scuola secondaria di I grado “G. Amalfi”, scuola primaria “Maresca”, scuola dell’infanzia “Alice”, scuola primaria e dell’infanzia “Carlo Colonna Peter Pan”), la sede dell’Istituto Tecnico Nautico “N. Bixio” (di proprietà comunale) e il nuovo asilo nido di via San Liborio.

Il costo dell’operazione, così come stimato dal Funzionario, si aggirava complessivamente intorno ai 50 mila euro.

Maresca si disse fiducioso: “Massimo sei mesi ed avremo le verifiche”, ovviamente a partire dalla data di stipula del contratto.

Quei sei mesi sono però già una chimera

Già perché se è vero che i professionisti che hanno risposto all’avviso sono stati addirittura 65, è altrettanto vero che il tutto si è arenato lì. Non sono stati impegnati i fondi necessari. Dire che Maresca, con quella stessa determina, aveva fatto sapere di aver provveduto a richiedere “…all’Amministrazione comunale l’assegnazione dei fondi necessari per la copertura finanziaria dell’affidamento”.

Non solo, anche l’Assessore Sergio Ponticorvo, a distanza di pochi giorni rassicurò tutti: “Gli uffici hanno predisposto l’avviso sono arrivate diverse manifestazioni di interesse, tanto è che abbiamo già stralciato e finanziato la posizione relativa all’asilo nido di San Liborio. Per le altre stiamo valutando, anche in relazione a ciò che dovrà essere fatto, per capire l’esatto ammontare della somma da destinare a tale intervento. Ormai però è questione di giorni”.

L’annuncio di Ponticorvo era datato 12 dicembre 2016.

Da allora la questione di giorni è diventata questione di settimane e rischia di trasformarsi in questione di mesi, se tutto andrà bene

Questo perché la Giunta ha solo provveduto alla necessaria variazione di bilancio finalizzata ad individuare i 50 mila euro necessari per le verifiche. Contestualmente, però, non ha adottato alcuna delibera con cui impegnare la spesa e consentire quindi procedere all’affidamento degli incarichi. Per la verità lo ha fatto solo per l’asilo nido di San Liborio, ma solo perché senza quelle certificazioni avrebbero avuto difficoltà a pubblicare il bando per affidare il servizio. Gli altri edifici, le altre scuole possono attendere.

Quanto?

Chi può dirlo. Quelle somme ormai sono finite nei residui del 2016. Occorrerà attendere il prossimo bilancio, fine marzo se tutto andrà bene, e poi ricominciare daccapo.

(In alto foto di repertorio by Pino)

 

 

 


Commenti

Una risposta a “Paura terremoto/ Saltano le verifiche sismiche nelle scuole”

  1. Antonio

    ok, ma nel frattempo non potrebbe avere senso almeno fare le prove di evacuazione per abituare alunni e docenti ad avere comportamenti corretti in caso di sisma?
    Perchè tanto pure che le carte stanno a posto e/o che si facessero dei lavori per mettere le scuole a posto, questo non ci garantisce granchè (la scuola di Amatrice è un esempio).
    E intanto è ben noto che molte delle vittime dei numerosi eventi sisimici avvenuti in Italia si sarebbero potute anche salvare ma putroppo avevano avuto comportamenti dettati dal panico durante la scossa (fuggire subito per le scale, etc).
    Su questo aspetto è possibile agire senza aspettare tempi biblici, anzi è obbligatorio per legge fare 2 prove di evacuazione all’anno, cosa che abituerebbe i bambini fin da piccoli a sepere come comportarsi, perchè non lo si fa?

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